La bicicletta non riesce a imporsi nelle scelte modali dei cittadini

Roma. Gli italiani e la bicicletta: dalla “riscoperta” alla crescita mancata

Roma. Gli italiani e la bicicletta: dalla “riscoperta” alla crescita mancata

A distanza di circa 5 anni i dati dell’Osservatorio Audimob di Isfort consentono di verificare quello che nel 2007 si ipotizzava poter essere l’avvio del tempo della “riscoperta della bicicletta”. I dati evidenziano negli ultimi anni una significativa battuta di arresto nella diffusione del pedale come ordinario mezzo di trasporto degli italiani.

A distanza di circa cinque anni i dati dell’Osservatorio Audimob di Isfort consentono di verificare quello che nel 2007 si ipotizzava poter essere l’avvio del tempo della “riscoperta della bicicletta”.
Ebbene, contrariamente alle aspettative, i dati evidenziano negli ultimi anni una significativa battuta di arresto nella diffusione del pedale come ordinario mezzo di trasporto degli italiani.
Infatti, il peso complessivo della bicicletta ha conosciuto una forte crescita nel triennio 2004-2007, raddoppiando la propria quota modale (dal 2% al 4% del totale degli spostamenti degli italiani con un’età compresa tra 14 e 80 anni), per poi lentamente ripiegare, con percentuali che negli ultimi anni tendono a variare intorno al 3,5%. Si tratta di valori ancora molto distanti da quelli a due cifre registrati in alcuni Paesi dell’Europa settentrionale.

Analizzando con più dettaglio il profilo degli utenti della bicicletta, nel 2011 gli spostamenti con le due ruote non motorizzate sono stati effettuati essenzialmente dagli uomini (il 53% del totale), dagli occupati (ben il 48% contro, ad esempio, l’11,7% degli studenti), da chi vive nelle città di media-grande dimensione e nelle regioni del Nord-Est dell’Italia.
Qui si concentra quasi la metà del totale degli viaggi in bici (il 46,4%), a fronte di un modestissimo 6,8% registrato nelle regioni del Sud e un 12,8% in quelle del Centro.

Traiettorie del tutto simili si possono disegnare anche rispetto alla quota dei ciclisti “abituali”, ovvero di coloro che dichiarano di utilizzare la bicicletta almeno tre o quattro giorni alla settimana.
Infatti dopo la rapida crescita tra il 2004 ed il 2007, dal 3,8% al 13,8%, la percentuale si attesta nel 2011 sul 12%, a cui si affianca il 22% di ciclisti che utilizzano le due ruote non più di 1 o 2 volte la settimana (nel 2007 erano il 23,3% del totale).
I dati regionali, inoltre, manifestano dinamiche interessanti.
Si conferma e per certi versi si accentua la profonda spaccatura tra le regioni del Nord Italia e quelle del Meridione, queste ultime sempre più in ritardo. Occorre tuttavia segnalare che se si esclude la significativa eccezione del Veneto (i ciclisti abituali sono passati dal 27,7% del 2007 al 28,1% del 2011), nelle altre regioni del Nord e del Nord-Est in particolare la quota dei ciclisti abituali tende a contrarsi, pur attestandosi su livelli largamente superiori a quella di tutte le altre regioni del Paese (25,8% nella media del Nord-Est contro il 5,6% del Sud, con punte negative del 3% in Calabria, Lazio, Campania).

Nel 2011, per ultimo, è ancora evidente la bassa quota di ciclisti assidui nelle grandi città (6,6%, tuttavia in leggera crescita), rispetto ai centri di media dimensione (14,1% nelle città di fascia 50-250mila abitanti).

La bicicletta è il mezzo che più di altri permette di meglio trascorrere il proprio tempo libero. È questa la motivazione principale nella scelta delle due ruote espressa dagli italiani, seguono le proprietà salutiste e la capacità della bicicletta di dribblare il traffico e le code.
Nella precedente rilevazione del 2007 i primi due fattori di scelta occupavano posizioni inverse, e ciò sottolinea la crescita dell’uso della bicicletta per il tempo libero (dal 28,9% al 33,3%) e la contrazione del suo utilizzo per motivazioni salutiste (dal 32,1% al 28,9%).

Sicuramente meno significative sono le motivazioni di tipo economico o ecologico. Tuttavia, aumenta la quota di ciclisti che utilizza le due ruote per risparmiare, forse anche per effetto dell’attuale crisi economica (dal 9% al 10,8%), mentre si riduce ancora la fetta di chi pedalando vuole combattere l’inquinamento (dal 9% al 7,7%).

E’ possibile far crescere l’uso della bicicletta in città e nei collegamenti extraurbani?
Sì, se di adottano adeguate politiche di promozione del pedale. Secondo l’opinione degli intervistati è fondamentale realizzare nuove infrastrutture “dedicate”, in particolare piste ciclabili estese e soprattutto sicure, difese dai pericoli derivanti dal traffico stradale. Interventi oltretutto già fortemente richiesti nel 2007, ma evidentemente ancora disattesi.

E’ probabile che questa scarsa percezione di politiche incisive per l’uso della bicicletta sia una delle cause dell’incremento degli intervistati che dichiarano di non possedere una bicicletta o di non avere alcuna intenzione di utilizzarla: il 34% del totale nel 2011, ben il 5,9% in più rispetto al 2007.

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