Mi sento lieta e particolarmente grata di poter introdurre, fornendo alcune linee generali, all´importante incontro di oggi organizzato dalla Sezione Trasporti e Logistica di Assindustria. Nell´associarmi al benvenuto a tutti i
Mi sento lieta e particolarmente grata di poter introdurre, fornendo alcune linee generali, all´importante incontro di oggi organizzato dalla Sezione Trasporti e Logistica di Assindustria.
Nell´associarmi al benvenuto a tutti i presenti, saluto il Direttore Generale dell´ANAV Dott. Francesco Fortunato; il Direttore dell´ASSTRA Dott. Guido del Mese; il Dirigente del Ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti, Dott. Angelo Mautone; il Presidente di Federtrasporto Dott. Giancarlo Tesini.
Ringrazio, inoltre, per aver accolto il nostro invito, il Dott. Pietro Marianella, Direttore della Divisione APC2 del Ministro dei Trasporti ed Infrastrutture; l´Amministratore Unico delle Ferrovie della Calabria, il Senatore Francesco Covello; l´Assessore Provinciale ai Trasporti, la Dott.ssa Rosetta Console; il Presidente dell´AMACO S.p.a di Cosenza, il Dott. Roberto Barletta; l´Assessore Regionale ai Trasporti, Dott. Francescantonio Stillitani.
´La riforma del trasporto locale ? Obiettivo Calabria´.
La scelta di questo titolo, come ben potete intuire, è essa stessa programmatica.
Esso racchiude ? o almeno così è nelle nostre intenzioni – l´intera, complessa gamma di criticità, di ambizioni e di prospettive per il futuro che la problematica TPL porta con se e sulla quale, oggi, siamo chiamati a non poter più dilazionare un serrato e dialettico confronto.
´Obiettivo Calabria´ racchiude ? confessandolo sin da ora - una sincera speranza: che si contribuisca da più parti, con un impegno tanto reciproco quanto solerte, ad affrontare strategicamente le nuove sfide che ci offrono il mercato europeo, nazionale e soprattutto quello calabrese.
Dietro la scelta del titolo ?è facile, dunque, intuirlo- soggiacciono due fondamentali esigenze: da una parte, prendere urgentemente atto dei ritardi che si sono accumulati nella nostra regione; dall´altra, tentare di fare di questo nostro primo confronto sul tema, una fra le altre cornici istituzionali più utili all´avvio di un impegno, comune e non più procrastinabile.
Nel sottolineare il primo punto vorrei ricordare, che, purtroppo la Regione Calabria, ad oggi, non ha ´mappato´ i servizi o la rete che costituiranno il prossimo scenario dei trasporti.
In diverse ed autorevoli occasioni nazionali di dibattito sugli step della riforma del TPL, non si è evitato di apostrofare la 422 come una ´riforma a rischio´.
In particolare, il monitoraggio del TPL 2000, nonostante abbia registrato dei progressi, non ha tuttavia mancato di giudicarli ´largamente insufficienti all´approssimarsi del 31 dicembre 2003´.
E´ nel contesto nazionale e comunitario di riforma in evoluzione, probabilmente aggravato dalla complicata situazione di ritardo generale del nostro meridione e della Calabria in particolare, che s´inserisce dunque l´appello ?se così posso dire- ad ´entrare in gioco in corso di partita´.
Di questo appello spero di riuscire a farmi interprete -cercando di dare voce- alle diverse esigenze di tutti gli imprenditori coinvolti.
L´auspicio, che immagino largamente condiviso, è quello di diventare partecipi e co-decisori del nuovo scenario calabrese e ?perché no? – anche di quello nazionale ed europeo delle politiche dei trasporti. In questa stessa direzione, del resto, siamo sollecitati dalle istituzioni comunitarie.
Commissione e Parlamento europei, in diverse occasioni, hanno avuto modo di sottolineare la rinnovata importanza dell´intero settore.
Anzi tutto, è stata ribadita l´esortazione a che i trasporti ricevano la considerazione politica e finanziaria adeguata al loro carattere strategico ed al ruolo di servizio di pubblico interesse, e che riguardi tutti i loro modi: infrastrutture, sistemi e armonizzazione sociale; ritenendo che la politica dei trasporti stessa debba integrare e rafforzare le opportunità in materia di assetto territoriale ed il collegamento della periferia con il centro dell´Unione.
Ma, soprattutto, è stato rinnovato l´invito a che ´le autorità regionali e locali, le organizzazioni di categoria pertinenti, in particolare le associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro del settore dei trasporti, nonché gli utenti, partecipino all´elaborazione delle politiche dei trasporti´.
Il famoso Libro Bianco della Commissione Europea – su competitività ed occupazione – definisce i trasporti europei un ´settore strategico essenziale´.
In sintesi, i trasporti, influenzano tutta la comunità in termini qualitativi e fanno sentire la loro presenza in tutti i campi:
- in quello economico: poiché sono un elemento chiave per la competitività e le imprese;
- in quello sociale: poiché hanno una primaria importanza sotto il profilo della creazione di impieghi;
- in quello politico: essendo un fattore imprescindibile per l´attuazione dei diritti dei cittadini sanciti dai Trattati, per consentire la mobilità europea e porre le basi per la globalizzazione.
E´ dunque doverosa ? sento di ribadirlo – una articolata presa di coscienza, anche e soprattutto da parte di noi imprenditori del settore, partendo dal confronto, critico e propositivo, su quelli che sono gli obiettivi primari enunciati dalla riforma del TPL (D.Lgs N.422/1997 e successive modifiche ed integrazioni).
Di tale nuovo quadro descritto dal legislatore del 1997 conosciamo fin troppo bene i dettagli; ciò nonostante, non appaia superfluo citare, velocemente, solo alcuni fra i passaggi più importanti:
1. la competenza delle Regioni su:
programmazione;
indirizzi di pianificazione dei trasporti e definizione dei cosiddetti ´servizi minimi´, qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare le esigenze essenziali di mobilità dei cittadini;
la riaffermazione, forte, del principio comunitario di sussidiarietà;
la concreta programmazione finanziaria dei vari livelli di governo locali sull´organizzazione dei servizi di TPL;
l´intera problematica dei ´contratti di servizio´ chiamati a prevedere: il periodo di validità; gli standard qualitativi minimi; la struttura tariffaria; il corrispettivo dovuto dall´ente all´azienda per le prestazioni oggetto del contratto; le garanzie che l´azienda di trasporto deve prestare e le sanzioni in caso di mancata osservanza del contratto;
2. il termine del 31 dicembre 2003 per la conclusione del periodo transitorio con l´obbligo della messa a gara di quote di servizi, delineando i requisiti per la partecipazione alle gare ed i criteri di aggiudicazione delle stesse.
Altri aspetti, anch´essi cruciali, meriterebbero di essere approfonditi.
Richiamando il monitoraggio TPL 2000, si denota che la situazione attuale in materia – fatta certo di progressi ma di altrettanti e perduranti ritardi di applicazione – risulta particolarmente grave per le regioni del Sud, e per la Calabria in particolare.
Tra queste, faremmo un torto a noi stessi se non citassimo i ritardi, nella programmazione da parte delle Regioni e delle Province e, soprattutto, nella riorganizzazione delle imprese.
Il primo aspetto è forse quello più complesso.
E lo è proprio perché la programmazione risulta essere il momento decisivo e strategico per l´invocata riorganizzazione dei servizi e per l´attribuzione delle risorse.
Sono sicura che sul punto offriranno contributi di gran lunga più esaurienti gli autorevoli ospiti che seguiranno.
Tuttavia, permettetemi di fare riferimento soltanto a due dati.
Nonostante i trasferimenti previsti negli articoli 6 e 7 del D.Lgs. 422,
- a livello regionale nessun nuovo piano dei trasporti è stato approvato rispetto al 2001 e le amministrazioni che hanno individuato i servizi minimi sono le stesse del 2001: e cioè 9 regioni su 15 a statuto ordinario;
- a livello provinciale, un terzo delle amministrazioni non hanno ancora ricevuto le competenze delle regioni.
Stessi ritardi si registrano nell´indispensabile individuazione dei ´servizi minimi´.
Il secondo aspetto evocato, quello cioè della riorganizzazione delle imprese, da più parti viene considerato il momento più dinamico del settore ed è sicuramente, anche per noi, quello che più da vicino dovrebbe interessarci, come operatori calabresi del settore.
Allo stato risultano create o comunque consolidate, nel centro nord, numerose alleanze tra imprese pubbliche e private che hanno già partecipato ad alcune gare per l´affidamento dei servizi; gare che sono state caratterizzate ?in sostanza? dai criteri europei (si veda, ad esempio, la Regione Friuli Venezia Giulia).
Noi, in Calabria, come affronteremo, a breve, la sfida alla quale le regole e le dinamiche spontanee della concorrenza ci metteranno di fronte?
Con quali forme sinergiche risponderemo alla crescente domanda di mobilità, intermodalità e di miglioramento del TPL e, quindi, di qualità, sicurezza e compatibilità ambientale che ci giunge direttamente dai cittadini?
Sono sicuramente auspicabili – anche e soprattutto da noi - delle utili azioni di concerto, fra aziende pubbliche e private, fra l´organo legislativo regionale e le associazioni di categoria.
Quando parlo di utili azioni di concerto, le intendo evidentemente finalizzate al miglioramento dell´efficienza e dell´economicità del TPL regionale; e, contestualmente, alla programmazione di alleanze strategiche in vista delle gare, superando dunque campanilismi o eventuali, sterili visioni monopolistiche tra i diversi concorrenti locali del settore.
Nell´ottica di maggiori sinergie -tra istituzioni competenti ed associazioni di imprenditori- mi sento di richiamare l´attenzione su un ulteriore aspetto.Mi riferisco al recente ´Atto d´Indirizzo´, in materia di TPL, emanato dalla Regione Calabria.
In base a quest´ultimo, le aziende nel tetto dei 600.000 Km annui, per continuare la propria attività d´impresa, dovranno necessariamente aggregarsi con altre società ´finitime´ e di dimensioni superiori.
Ciò determinerebbe, di fatto, per la sola società di maggiori dimensioni, la opportunità di continuare in una condizione di assoluto predominio.
Da qui l´invito, fatti salvi i criteri che fissano il tetto chilometrico, a voler prendere in considerazione l´ipotesi che le aggregazioni possano avvenire fra imprese operanti nello stesso bacino; ciò, ovviamente, dopo aver comunque delineato e monitorato i servizi effettivamente essenziali.
Concludendo, il confronto nel mercato ci impone di ´sterzare´, presto, sulla via della collaborazione, di attivare diverse forme di dialogo e di programmazione, onde evitare che competitor esterni possano fare propria una ricchezza che ? storicamente, culturalmente, geograficamente ? ci è dato conoscere meglio, salvaguardando le opportunità del nostro territorio.