Sita mette sul mercato il 49%

Sita mette sul mercato il 49%

Grande interesse da parte dei pricipali gruppi italiani e stranieri Il 49% di SITA presto cambierà di mano. Lo storico socio privato, la famiglia Vinella, sta vendendo le sue quote,

Grande interesse da parte dei pricipali gruppi italiani e stranieri

Il 49% di SITA presto cambierà di mano. Lo storico socio privato, la famiglia Vinella, sta vendendo le sue quote, alle quali si aggiunge un altro 4% ceduto da FS. Advisor incaricato di selezionare i possibili acquirenti è la banca d´affari Lazard, che ha la sua sede principale in Francia, ma con filiali in tutto il mondo.
La SITA è tra le più antiche società di trasporto su gomma, nata nel 1912. Sogin è la sub holding del gruppo FS e detiene l´intero capitale sociale di Sita, operativa in tutti i settori (autolinee ministeriali, trasporto pubblico locale, turismo, autoservizi sostitutivi ferroviari) in molta parte del territorio nazionale (Campania, Basilicata, Lazio, Puglia, Toscana e Veneto). Sita detiene partecipazioni del 49% della Marozzi srl, attiva nel settore delle autolinee ministeriali interregionali ed il 49% delle Ferrovie Nord Milano-Autoservizi, che esercita trasporto pubblico locale in Lombardia , nonché autolinee di noleggio e gran turismo. SITA, le società controllate e partecipate percorrono oltre 150 MLN/Km/anno, con 2800 dipendenti e 2000 autobus.
Con tutta evidenza entrare con una quota così rilevante in SITA significa acquisire una posizione strategica fondamentale nel settore del trasporto collettivo proprio nella fase di attuazione del processo di liberalizzazione avviato dalla riforma Burlando. Ciò è vero specialmente in alcune regioni, come la Toscana, dove lo storico gruppo ha la sua direzione generale, in cui Sita ha una presenza particolarmente radicata. Non solo per la dimensione stessa dell´azienda, ma per la naturale partnership che si verrebbe a creare con Trenitalia, anche in vista delle gare integrate ferro-gomma che nel prossimo futuro inizieranno ad essere effettuate.
Dopo l´acquisizione da parte del gruppo inglese Arriva della SAB di Bergamo, l´altra grande azienda privata del settore, questo rappresenta uno snodo essenziale per capire meglio gli scenari che si presenteranno nei prossimi anni. Questo, anche tenendo conto quello che è accaduto in questo settore negli altri paesi europei che hanno aperto il mercato prima dell´Italia. Infatti nel giro di alcuni anni nei principali paesi europei che hanno liberalizzato il trasporto pubblico si sono formati alcuni grandi gruppi che hanno sostanzialmente acquisito una posizione dominante. Per avere un termine di riferimento, basti pensare che il più piccolo di questi gruppi, è assai più grande delle prime dieci aziende italiane considerate insieme.
Per questo alcuni dei principali raggruppamenti italiani e stranieri operanti nel nostro Paese sembra che abbiano avanzato offerte per l´acquisizione del pacchetto di minoranza di Sita.
Secondo le indiscrezioni raccolte, fra gli stranieri sembra che spicchino di nuovo gli inglesi di Arriva, che qualora riuscissero a portare in porto anche questo colpo acquisirebbero un ruolo di tutto rilievo nel nostro Paese.
Arriva è una società inglese quotata al London Stock Exchange con azionariato diffuso che ha registrato un fatturato consolidato di circa 3 miliardi di Euro nell´esercizio 2001. L´attività principale del Gruppo Arriva è il servizio di trasporto passeggeri sia su gomma che su ferro (62% del fatturato complessivo) con prevalenza del servizio su gomma (circa due terzi del totale trasporto passeggeri). Nel Regno Unito Arriva è presente con una flotta di oltre 6.000 autobus soprattutto nelle aree del Nord-Est, Nord-Ovest e del Sud-Est compreso circa il 20% del servizio urbano di Londra e gestisce due tratte ferroviarie nel Nord. Circa un terzo delle attività su gomma è realizzato in Europa Continentale con una flotta di oltre 3.000 autobus con una forte presenza in Danimarca (maggior gestore di servizi su gomma con una quota del 20% del mercato totale e del 45% dei servizi su gomma a Copenaghen) ed Olanda (quota di mercato del 20% del trasporto regionale su gomma e gestione di servizi su ferro ed integrato ferro-gomma), ed attività in Spagna, Portogallo e Svezia.
Altro gruppo straniero di prima grandezza interessato è il francese Keolis, legato alle Ferrovie transalpine. Keolis è nato nel 2001 dalla fusione fra Via GTI e Cariane. Con una cifra d´affari di 1,4 miliardi di euro, il gruppo, che ha circa 27.000 dipendenti, ha negli ultimi anni rafforzato le proprie posizioni in Francia e all´estero (il 25 per cento totale del volume di affari si riferisce proprio all´estero). Keolis è presente in Danimarca , negli Usa e in molti altri paesi.
Per quanto riguarda invece gli italiani sembra che fra i partecipanti alla selezione siano presenti due dei principali raggruppamenti costituiti all´indomani dell´avvio del processo di liberalizzazione: Retitalia e Tpnet.
Retitalia è stata costituita da ACTV di Venezia, da APM di Perugia, da ACTM di Modena, da GTT di Torino, e vede anche una presenza straniera significativa con il 20% di Transdev. Si tratta di un soggetto dalle caratteristiche rilevanti. Le sole aziende italiane trasportano 400 milioni di passeggeri/anno e forniscono un servizio per oltre 160 milioni di chilometri: un insieme di aziende che dà lavoro a 9.000 addetti ed ha un parco mezzi di oltre 3.200 veicoli. E a questi numeri vanno aggiunti quelli del colosso Transdev, terzo operatore nazionale francese, che gestisce 93 reti di trasporto urbane ed extraurbane in Francia, oltre a servizi di trasporto in Inghilterra, Portogallo e Australia, con 13 mila addetti e oltre 7 mila veicoli.
Infine l´unico gruppo costituito da sole società italiane Tpnet, che hanno costituito Tpfin, la finanziaria che ha presentato l´offerta di acquisto delle azioni Sita. Di essa fanno parte ATAF di Firenze, ATC di Bologna, CSTP di Salerno, CTM di Cagliari, TRAMBUS di Roma.

Anche in questo caso si tratta di un raggruppamento di notevoli dimensioni, che già è presente in alcune delle principali aree metropolitane del nostro Paese. Infatti Tpnet conta oltre 14.000 dipendenti e circa 5.000 mezzi, che producono oltre 220 milioni di km di servizio, trasportando ogni anno più di un miliardo e 155 milioni di viaggiatori, servendo circa 5 milioni e 300 mila persone.

Marco Talluri  – clickmobility.it

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