L´intervento romano al forum su ´Risorse, strumenti e progetti per lo sviluppo delle infrastrutture in Italia´ Un rischio targato infrastrutture. E il rischio italiano palesato da Riccardo Illy, presidente del
L´intervento romano al forum su ´Risorse, strumenti e progetti per lo sviluppo delle infrastrutture in Italia´
Un rischio targato infrastrutture. E il rischio italiano palesato da Riccardo Illy, presidente del Friuli Venezia Giulia, passa attraverso un ´potenziale isolamento infrastrutturale, soprattutto per quanto riguarda l´attraversamento dei valichi alpini´ e, dunque, per raggiungere gli altri mercati comunitari.
´Abbiamo problemi su tutte le direttrici´, ad Ovest, ad Est, verso Nord, nel mentre proprio questi assi risultano ´semplicemente fondamentali per la competitività del nostro sistema Paese´, ha confermato mercoledì 3 dicembre il presidente Illy intervenendo a Roma al forum su ´Risorse, strumenti e progetti per lo sviluppo delle infrastrutture in Italia´ promosso dal Gruppo The Economist ed al quale hanno partecipato anche il presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, Luigi Grillo, ed i vertici tecnici del ministero dei Trasporti.
´La grande rete ferroviaria rappresentata dalla Lione-Trieste-confine ungherese/ucraino (il progetto prioritario TEN n.6 che il 5 dicembre sarà presentato per l´accordo politico al Consiglio Trasporti della Ue, ha indicato Emilio Maraini, consigliere del ministro Lunardi per gli Affari internazionali) riguarda quattro Nazioni e con le sue ´bretelle´ verso Nord anche Svizzera, Austria e Germania´ ha sottolineato Illy.
Verso la Francia la linea ad alta velocità/alta capacità dovrebbe trovare realizzazione nel 2015, ´ma temo che il problema francese sarà quello di reperire le necessarie risorse finanziarie – ha aggiunto Illy -. Le autorità elvetiche prevedono per gli stessi motivi uno slittamento dei loro programmi infrastrutturali ed in Austria sussistono alcuni ´colli di bottiglia´ sia dopo il Brennero (prima di Innsbruck) sia in prosecuzione della Pontebbana, nelle due direzioni di Vienna e Salisburgo´.
Ancora più complessa la situazione che si registra ad Est, in Slovenia ed Ungheria, aree in cui di alta velocità si comincerà a parlare dopo il quinquennio 2010-2015, ha ricordato il presidente del Friuli-Venezia Giulia focalizzando l´esigenza che l´Italia presti maggiore attenzione ai rapporti internazionali con tutti questi partner.
Dati alla mano nel 2002 le merci transitate su gomma e rotaia attraverso i valichi alpini, da Est ad Ovest, hanno toccato quota 116 milioni di tonnellate e secondo stime francesi che non tengono però conto dell´allargamento della Ue, nel 2015 raggiungeranno i 189 milioni di tonnellate – si legge sul sito internet della Regione Friuli Venezia Giulia.
´L´attività svolta in questi anni dal Governo e dal Parlamento ha permesso di recuperare almeno parzialmente il ritardo accumulato´, hanno concordato Illy e Grillo, ed è stato quindi possibile ´concentrarsi con un certo slancio´, ha detto il presidente della Regione, sulla porzione interna dell´asse Lione-Budapest ma ora, affinché questa direttrice fondamentale per l´economia nazionale (il 28 per cento del pil dipende dall´export) non si fermi a Trieste o si trovi agganciata ad Est ad ´un´infrastruttura ferroviaria assolutamente inidonea´ a servire il nuovo emergente mercato di 76 milioni di abitanti, occorre che l´Italia svolga, sempre secondo Illy, sia una forte pressione diplomatica sia un´azione di aiuto finanziario nei confronti di Slovenia ed Ungheria, che si coniughi alle risorse Ue disponibili.
´Le armi possibili dell´intervento comunitario sono già state individuate dal Gruppo Van Miert - ha fatto rilevare Ercole Incalza, consigliere del ministro Lunardi – e consistono nelle proposte procedurali rappresentate dalla ´dichiarazione d´interesse europeo´ e dall´istituzione del ´coordinatore comunitario unico del corridoio´ (che in pratica obbligano i diversi Governi a rispettare i programmi infrastrutturali sottoscritti)´.
´Un intervento finanziario dello Stato italiano sarebbe in linea con quanto negli anni scorsi già fatto da Germania ed Austria nei confronti delle Nazioni a loro confinanti, dalla Polonia alla Cechia, dalla Slovacchia all´Ungheria – concluso il presidente Illy -´.
M. M. – clickmobility.it