Il trasporto pubblico Italiano e le strategie di ATM Milano: intervista al presidente Bruno Soresina

Il trasporto pubblico Italiano e le strategie di ATM Milano: intervista al presidente Bruno Soresina

Presidente, l´articolo 35 della Finanziaria prevede che le aziende di Trasporto Pubblico Locale si scorporino separando le attività patrimoniali da quelle di business, ma non esiste un modello unico a

Presidente, l´articolo 35 della Finanziaria prevede che le aziende di Trasporto Pubblico Locale si scorporino separando le attività patrimoniali da quelle di business, ma non esiste un modello unico a cui attenersi: che strada sta percorrendo l´ATM di Milano?

Non esiste un modello unico a cui attenersi perché, ad oggi, esiste incompatibilità tra alcune leggi regionali attualmente in vigore e la legge nazionale. Lo stesso articolo 35 è carente del regolamento e si stanno ancora discutendo le competenze derivanti dal titolo V della Costituzione, che è stato modificato. Pertanto non siamo ancora alla fine di un percorso.

Per ora, quindi, posso solo enunciare ciò che avremmo in mente di attuare: vorremmo avere una società di patrimonio che possieda una società di esercizio seguendo quelli che sono i dettati della legge regionale della Lombardia. Se dovessimo essere obbligati, per una legge nazionale, alla separazione in due società ovviamente seguiremo un´altra strada.

In un settore che ha bisogno di fare molti investimenti, dividere il patrimonio dalla gestione crea debolezza e quindi rende più labile la capacità dell´azienda di offrire servizi innovativi e al passo con le esigenze dei Clienti. Nel nostro modello, mantenere un corpo unico attraverso la filiazione, ci consente di rimanere protagonisti nei confronti del sistema finanziario e dei fornitori, garantendoci la possibilità di raffrontarci con i grandi gruppi nazionali e internazionali nostri concorrenti.

Nel panorama italiano, quindi, come si svilupperà la gestione del mercato del Trasporto Pubblico Locale: andiamo verso il modello francese con pochi gestori molto importanti o ci stiamo muovendo verso una parcellizzazione ulteriore del mercato?

Mi auguro che si vada verso delle grandi aggregazioni, non necessariamente fatte tra aziende italiane e straniere di solo trasporto. Le alleanze devono essere in grado di produrre valore aggiunto e di incrementare le possibilità di investimento delle singole aziende, che, rimanendo isolate, perderebbero competitività, superando situazioni ormai immutate da decenni, come nel caso delle tariffe che non ripagano i costi. Le alleanze sono quindi utili nel momento in cui rappresentano un balzo in avanti nella capacità di crescita e di sviluppo, creando la possibilità di fare sistema.

Qual è la posizione dei sindacati relativamente a questo progetto di trasformazione di ATM?

Dobbiamo dividere il mondo sindacale in due: una parte è rimasto estremamente ancorato ai numeri, alla tradizione e alla tutela della rappresentanza collettiva di qualche decennio fa e non si sente legato ai destini dell´impresa e alla sua evoluzione che segue l´andamento del mercato; è un retaggio del garantismo quando i deficit venivano scaricati sulle tasche dei cittadini. Un´altra parte del sindacato, invece, ha percepito il cambiamento e si è reso conto che il passaggio ad S.p.a. ha reso le aziende molto più autonome e che il destino delle imprese, se deve andare verso il sistema delle gare, passa anche attraverso una riduzione dei costi, un incremento dell´efficacia, dell´efficienza e della flessibilità. Questo significa accettare di muoversi al di fuori del solco delle tradizioni che hanno sempre caratterizzato la struttura sindacale.

L´ATM Milano è stata appena ammessa alla seconda fase della gara per l´assegnazione del servizio di Trasporto Pubblico Locale di Como. E´ soddisfatto di questo risultato, se lo aspettava?

Non ci sono le condizioni adatte nel mercato in questo momento per effettuare delle gare che riescano a produrre miglioramenti della mobilità: l´obiettivo che adesso si pone ATM è quello di partecipare comunque alle gare per conoscere le diverse realtà territoriali. E´ un atteggiamento strategico che non significa che non siamo pronti ad aggiudicarci delle gare, se le dovessimo ritenere interessanti, ma che partecipiamo per misurare l´evoluzione strategica della nostra offerta. Le gare devono essere in grado, infatti, di offrire ai cittadini che utilizzano il trasporto pubblico soluzioni migliori tramite dimensioni di impresa che consentano di migliorare l´esercizio e di apportare investimenti su strutture e infrastrutture.

Pochi giorni fa al convegno ´Lombardia in Movimento´ l´Assessore ai Trasporti della Regione Massimo Corsaro ha spiegato che sulla base dei risultati delle indagini compiute sulla mobilità in Lombardia è urgente muoversi verso un sistema di tariffazione unica per tutta la regione. Su quali criteri si baserà questo sistema e secondo Lei rappresenterà un effettivo incentivo all´utilizzo dei mezzi pubblici?

Ritengo che ci sia stato un errore nella comunicazione perché non si può parlare di tariffazione unica, e la Regione Lombardia è troppo intelligente per aver commesso una simile leggerezza, ma bensì di biglietto unico che consentirà a tutti di muoversi con un unico titolo di viaggio. Su questo stiamo lavorando, cercando anche di ottimizzare il sistema di tariffe rianalizzandole e cercando soluzioni ulteriori. Il problema di base resta comunque, come ho già detto, il fatto che le tariffe non ripagano i costi. Se confronto la nostra città con città simili alle nostre in altre parti del mondo, vedo come le tariffe sono diverse dalle nostre che sono ancorate al contenuto sociale del trasporto. L´incremento delle tariffe legato a dei panieri di riferimento e svincolate da pressionipolitico-sindacali-sociali devono essere in grado di apportare quegli investimenti che ormai sono indispensabili. Tutto questo è reso ovviamente possibile se le dimensioni di impresa consentono di avere grandi mezzi a disposizioni.

Se non si trova, all´interno del cambiamento delle tariffe, la modalità per essere in grado di fare investimenti nel settore, si rende necessario trovare altre soluzioni che possono nascere solo se le dimensioni dell´azienda consentono di fare grandi economie di scala e investimenti. Mi collego, quindi, con quanto ho detto prima: l´azienda è attrattiva per coloro che hanno possibilità di fare investimenti, che siano banche o fornitori, solo se ha una dimensione tale che le consente di non essere una vetrina per i prodotti ma un sistema nel quale si possono applicare grandi tecnologie utili al miglioramento del servizio per gli utenti.

Affrontiamo invece ora un tema molto più leggero: ATM Milano ha lanciato per prima l´anno scorso la ´Caccia al Tesoro in città´ che prevedeva l´utilizzo dei soli mezzi pubblici per compiere il percorso. Grande partecipazione da parte dei cittadini milanesi e soprattutto un successo che si misura anche dal fatto che quest´anno, oltre a Milano, altre città italiane realizzeranno la caccia al tesoro. Che tipo di ritorno ha avuto la sua azienda?

In termini di partecipazione è stato un ritorno molto grande, così come dal punto di vista dell´interesse suscitato ai media. Migliaia di persone hanno giocato sui mezzi pubblici per scoprire il tesoro nascosto, coinvolgendo a loro volta altre migliaia di persone. E´ stata una scelta di attrattiva che ha implicato l´uscire dagli schemi: non è solo attrattivo il mezzo nuovo o la tecnologia innovativa ma anche quella società che riesce ad offrire alla città un momento di svago e di intrattenimento movendo tutte le fasce sociali e le persone di ogni età. Gli effetti ricadono sull´azienda stessa, sul suo modo di lavorare e sul modo di comunicarsi all´esterno in maniera estremamente positiva, al punto che abbiamo ricevuto già centinaia di sollecitazioni di persone che ci chiedevano di rifare ancora una volta la caccia al tesoro e che manifestavano preoccupazione all´idea che non si ripetesse l´esperimento già così ben riuscito.

Quello che mi rende più soddisfatto è che le persone sanno che ATM è portatrice di innovazione non soltanto per quello che riguarda la sua mission specifica, ma anche a livello culturale e perché no, ludico.

Barbara Covili – clickmobility.it

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