Il ricorso alla Corte è stato proposto dal ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi sulla ´legittimità´ della legge regionale numero 5 sulle
Il ricorso alla Corte è stato proposto dal ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia
Sarà la Corte Costituzionale a pronunciarsi sulla ´legittimità´ della legge regionale numero 5 sulle ´Norme in materia di società esercenti servizi di trasporto pubblico locale a partecipazione regionale´. La legge, emanata il 4 marzo scorso, rimandava di cinque anni l´inizio del processo di liberalizzazione previsto per la fine del 2003.
Il ricorso alla Suprema Corte è stato proposto dal ministro per gli Affari Regionali, Enrico La Loggia, in base all´articolo 127 del titolo V della Costituzione (´il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte Costituzionale entro 60 giorni dalla sua pubblicazione´) ed è stato accolto dal Consiglio dei Ministri il 16 maggio scorso che, a sua volta, lo ha notificato al presidente della Regione Lazio.
Dopo averla esaminata, La Loggia ha ritenuto la legge ´censurabile´ per sei ordini di motivi:
- perché proroga oltre il 31 dicembre 2003 il termine entro il quale, in base alla normativa comunitaria vigente, devono essere posti a gara i servizi di trasporto pubblico locale;
- perché viola la stessa normativa europea nel momento in cui fissa una percentuale minima societaria (15%) sottoposta a procedura ad evidenza pubblica;
- perché costituirebbe un precedente per le altre regioni aprendo la strada ad un contenzioso comunitario difficilmente difendibile dallo Stato italiano;
- perché la norma potrebbe alterare il regime di libero mercato delle prestazioni e dei servizi in violazione degli obblighi comunitari in materia di affidamento della gestione dei servizi pubblici;
- perché viola la competenza esclusiva statale in materia di tutela della concorrenza
- e, infine, perché il termine temporale previsto da tale disposizione è superiore alla proroga di due anni nei confronti della quale è già stata avviata una procedura di infrazione da parte degli organi comunitari competenti.
Lo stesso parere è stato espresso anche dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. ´Questo dimostra come il settore dei trasporti ? dichiara l´assessore alla Mobilità Mario Di Carlo ? sia troppo importante e delicato per essere affrontato con provvedimenti che, oltre ad essere frutto di presunte furberie politiche, dal punto di vista tecnico lasciano il tempo che trovano. La strategicità del trasporto pubblico collettivo e il gran numero di lavoratori del settore impongono al Comune di Roma e alla Regione Lazio di risolvere innanzitutto l´annosa questione dei fondi. Un problema che, come sa bene il mio collega Aracri, deve essere affrontato con la massima urgenza. E´ singolare che il Governo eserciti, da una parte, il ruolo di garante della concorrenza nei confronti di un ente locale espressione della sua stessa maggioranza e, dall´altra, non impieghi la stessa energia per garantire ai cittadini di Roma e del Lazio quei fondi che, invece, vengono destinati alle altre regioni, Lombardia e Piemonte in testa´.
´Che avrà da esultare la sinistra è un mistero. La legge sul Trasporto pubblico locale supererà anche di fronte alla Corte Costituzionale le obiezioni tecniche mosse dal Governo: ha una faccia tosta incredibile chi ha scodellato al Paese una riforma che alimenta confusione nel rapporto tra Stato e regioni. Sono davvero patetici». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Francesco Storace.
´La Legge regionale ? ha proseguito l´assessore ai Trasporti e ai Lavori pubblici, Francesco Aracri – è in linea con il processo generalizzato di liberalizzazione, che ricerca partener industriali per il recupero dell´efficienza che investano risorse in piani industriali per il rilancio di un settore che ne ha certamente bisogno. Nell´ambito di questo processo di privatizzazione abbiamo previsto un periodo utile a raggiungere e consolidare gli obiettivi di efficienza e di investimenti che la legge stessa si prefigge di conseguire. La Regione vista, l´elevata importanza sociale della mobilità, ha voluto mantenere la maggioranza del capitale per garantire gli indirizzi strategici e di garanzia di controllo».
´L´assessore Di Carlo ? ha detto Aracri – dimostra d´ignorare che in Senato, anche con il parere del Ministero delle Politiche Comunitarie, ha già approvato la modifica del testo degli articoli 113 e 113 bis del Testo unico sugli Enti locali, positivamente accolto anche dall´Anci. La modifica prevede, per le concessioni già rilasciate, la scadenza alla data del 31.12.2206, con esclusione delle concessioni affidate a Società a capitale misto pubblico privato, nelle quali il socio sia stato scelto con procedure ad evidenza pubblica. Procedure che la Regione osserverà nel rispetto delle norme in materia di concorrenza».
´Capisco bene ? ha concluso l´assessore Aracri – che Di Carlo tenda a sottrarsi alle iniziative che intendono riformare il settore sotto il profilo industriale e manageriale, sperando che tutto rimanga immobile. Ma questo, purtroppo per lui, è contrario alla natura del trasporto stesso´.
Manuela Michelini – clickmobility.it