Documento sottoscritto dalle associazioni di categoria del Tpl

Le imprese toscane di trasporto pubblico locale ritengono opportuno, oltre che doveroso, far conoscere all´opinione pubblica la propria posizione rispetto al problema del rinnovo economico del contratto nazionale di lavoro

Le imprese toscane di trasporto pubblico locale ritengono opportuno, oltre che doveroso, far conoscere all´opinione pubblica la propria posizione rispetto al problema del rinnovo economico del contratto nazionale di lavoro di categoria che sta attraversando una fase di acuta difficoltà come dimostrano anche le agitazioni sindacali che caratterizzano questo ultimo periodo.
La trattativa si prolunga da molto tempo ed è obiettivamente in una situazione di stallo che trova le sue origini più profonde nella crisi strutturale che sta attraversando il settore.
Si tratta, in sostanza, di una carenza di risorse finanziarie che condiziona negativamente l´intero comparto fino anche a mettere in  discussione il buon  esito dello stesso processo di liberalizzazione che pure in Toscana sta procedendo più concretamente che altrove con il fattivo concorso di tutti i soggetti interessati: istituzioni, associazioni delle imprese, organizzazioni sindacali, ed altri.
In sintesi i finanziamenti, consistenti in contributi commisurati agli ´obblighi di servizio´ di natura sociale, sono nettamente diminuiti in termini reali negli ultimi anni.
Prendendo a riferimento il periodo dal 1996 ad oggi queste risorse, che costituiscono più del 50 % delle entrate delle imprese di trasporto locale, sono aumentate del 6% a fronte di un parallelo incremento del costo della vita del 17%.

Le aziende di trasporto non sono assolutamente in grado di sostenere ulteriori oneri quali quelli del rinnovo del secondo biennio economico del CCNL.
Del resto i processi tesi ai recuperi di efficienza gestionale già sono stati effettuati, in buona misura e per quanto governabile dall´interno, con un percorso virtuoso che ha informato per circa un decennio l´azione della generalità delle imprese del settore, sia pubbliche che private.
Né è ragionevolmente pensabile che si possano reperire le risorse aggiuntive attraverso un incremento delle tariffe, che sarebbe esorbitante, oppure mediante ´tagli´del servizio offerto.
E´ pertanto obiettivamente impossibile procedere alla definizione del negoziato per il rinnovo contrattuale in difetto di adeguati interventi finanziari che consentano di far fronte alle dinamiche retributive.
A questo fine, senza escludere a priori interventi specificamente finalizzati di copertura dei maggiori oneri, ciò che realmente occorre è un sostegno finanziario strutturale del sistema.

E proprio in tal senso il DPEF accoglieva una significativa e chiara proposta delle nostre Associazioni, e non solo di esse, consistente nell´aumento di 3 centesimi di euro per litro dell´accisa suilla benzina da destinare, per le necessità dell´esercizio e per investimenti, al settore del trasporto pubblico locale per un suo sviluppo in  termini di qualtà, efficienza, sostenibilità ambientale ed anche di imprenditorialità.
Tuttavia la Finanziaria 2004 in itinere non recepisce la proposta contenuta nel DPEF, nè lo ha fatto il maxi-decreto 269.

E´ significativo a questo riguardo l´Ordine del Giorno sottoscritto il 3 novembre scorso dall´Assessore Regionale ai Trasporti, dai Sindaci e dai Presidenti delle province della Toscana teso a sensibilizzare i parlamentari della nostra regione ad un forte impegno verso la reintroduzione di questa proposta nella Finanziaria. E´ questa, nell´oggettività della situazione, l´unica ragionevole strada da percorrere per superare la gravissima crisi strutturale del settore e, in tale ambito, per dare esito positivo anche all´adempimento del rinnovo economico del contratto nazionale.
Ciò comporta, in altre parole, di prendere atto dei limiti e vincoli di manovra presenti al tavolo della contrattazione che non può essere per questo settore semplicemente ricondotto alla tradizionale dialettica bilaterale discendente dal Protocollo del ´93, ma che richiede un´interlocuzione più ampia che coinvolga ed impegni chi, Governo in primis, detiene le risorse necessarie per assicurare la socialità del servizio.

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