Firenze. Inquinamento risolto alla radice? Ecco il motore ad azoto liquido che potrebbe rivoluzionare il mondo. Presente a Seatec dal 19 al 21 febbraio

Firenze. Inquinamento risolto alla radice? Ecco il motore ad azoto liquido che potrebbe rivoluzionare il mondo. Presente a Seatec dal 19 al 21 febbraio

Va ad azoto liquido, costa poco, non inquina, è sicuro e gli Schumacher l´hanno testato con successoNon avendo problemi di spazio, potrebbero subito approfittarne motoscafi, bus e camion. Per l´auto

Va ad azoto liquido, costa poco, non inquina, è sicuro e gli Schumacher l´hanno testato con successo
Non avendo problemi di spazio, potrebbero subito approfittarne motoscafi, bus e camion. Per l´auto privata occorre ancora tempo

Potrebbe garantire una rivoluzione epocale nel settore dei trasporti. Il lui in questione è il nuovo motore ad azoto liquido messo a punto dal 44enne ingegnere bavarese Heinz Schmid. Segni particolari: va ad azoto liquido, costa poco ma soprattutto non inquina.
L´inventore ne presenta due prototipi a Seatec 2004, la seconda edizione della Rassegna delle tecnologie e della subfornitura per la cantieristica navale e da diporto in programma dal 19 al 21 febbraio, ma si chiede: interessa davvero ai politici?
             
Il motore sembra avere tutti i  requisiti per innescare un´epocale rivoluzione dei trasporti: costo del propellente clamorosamente basso (0,5 euro al litro) e inquinamento assolutamente nullo. Il motivo è semplice: funziona ad azoto liquido, ossia ad aria. ´Restano da risolvere solo tre problemi – spiega  Heinz Schmid, l´ideatore -. Due superabili: il serbatoio è ancora troppo grande per un´auto e si perde l´1% del contenuto al giorno, il terzo non tanto. Eccolo: politici e governi, pronti a stracciarsi le vesti sull´inquinamento, vogliono davvero mettervi fine?´.

Schmid,  ex insegnante di meccanica, sarà a Carrara venerdì prossimo per presentarne due prototipi in occasione di Seatec 2004.´Certe reazioni´, dice, ´mi fanno sospettare che non tutti siano interessati all´aria pulita´.
Al momento Schmid ha montato i motori su un motoscafo ed un go-kart.
Per certi aspetti, sono pezzi da museo. Consumano infatti il quadruplo di litri di un motore a scoppio. Da qui la necessità di un grande serbatoio. Ma Schmid è già riuscito a sviluppare un nuovo modello (lo sta adattando a un Golf-Kart) che ha ridotto la differenza al 50% in più, con margini di miglioramento.
Troppo bello per essere vero? Niente affatto. In teoria, non avendo problemi di spazio, potrebbero subito approfittarne motoscafi, bus e camion. Per l´auto privata occorre ancora tempo. Ma Schmid sta appunto facendo rapidi progressi anche in questa direzione. Di sicuro il propellente di N-Gine Motor non potrà costare molto, non fosse che perché le riserve di aria sono illimitate. Oggi l´azoto liquido è venduto a circa 5 centesimi di euro (niente di paragonabile con la benzina) e in caso di consumo di massa potrebbe costare ancora meno. Ogni paese ne possiede una piccola rete distributiva che rifornisce ospedali, laboratori, trasporti frigorifero. In Germania produttori contattati da Schmid si sono già dichiarati disposti a potenziarla.
        
Consumo a parte, i vantaggi sono tali, sotto ogni punto di vista, da dare le vertigini. Tecnicamente la perdita di energia è minima, 25% contro lo l´83% del motore a scoppio. La sicurezza è invece addirittura totale, giacché l´azoto liquido non esplode, ne´ s´infiamma. Ma il vero exploit riguarda il problema dell´inquinamento risolto alla radice. Così come la dipendenza dal petrolio. Se in futuro si combatteranno guerre sarà per altri motivi. Il nuovo motore equivale a un nuovo mondo.

Schmid ha chiamato la sua invenzione N-Gine Motor e la sua società N-Gine Corporation, un gioco di parole tra engine (in inglese, motore) e N, simbolo dell´azoto. Racconta di essersi ispirato ai martelli pneumatici ad aria compressa. Ma il principio in base al quale N-Gine lavora è direttamente legato alla proprietà dell´azoto di liquefarsi alle bassissime temperature: a partire da -197°C il suo volume si riduce infatti di 800 volte. Liberato sotto controllo e riscaldato torna allo stato gassoso e al volume di partenza. Senza alcun sforzo, ecco dunque l´aria compressa utile alla propulsione del motore.

A Schmid mancava solo un serbatoio in grado di garantire i -197°C. Problema risolto da specialisti in particelle di idrogeno e carburanti che ne hanno realizzato un modello in acciaio inox a doppia parete, creando nell´intervallo una condizione di vuoto assoluto del tutto isolante. Da qui, tubi, valvole e un manometro dosano il flusso della pressione verso il motore. Il quale, potendo rinunciare all´accensione, è di dimensioni ridotte: si accontenta di raffreddamento ad acqua o ad aria e fa a meno dell´olio fossile. Gli bastano pistoni in ceramica e bronzine in teflon, le parti mobili sono ridotte al minimo, la manutenzione è occasionale, dalla marmitta esce aria pura.
 
Manuela Michelini – clickmobility.it
(16-02-2004)

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