Ferrovie:  le segreterie nazionali  Filt-Cgil Fit-Cisl Uilstrasporti

´Le premesse ci sono tutte: il Dlgs. 188 impone al gestore dell´Infrastruttura ferroviaria l´obbligo di fornire, a tutte le imprese che ne fanno richiesta, i servizi necessari allo svolgimento dell´attività

´Le premesse ci sono tutte: il Dlgs. 188 impone al gestore dell´Infrastruttura ferroviaria l´obbligo di fornire, a tutte le imprese che ne fanno richiesta, i servizi necessari allo svolgimento dell´attività di trasporto, compresa la manovra, anche attraverso l´affidamento a soggetti terzi.
La società Trenitalia vive uno svantaggio competitivo molto grande, considerata la facilità per le compagnie straniere di stabilire filiali in Italia e l´impossibilità per l´impresa nazionale italiana di agire in Europa con le stesse condizioni, considerati gli elevati livelli di protezione che gli altri Paesi hanno messo in atto nei confronti delle loro imprese.
L´esempio delle nuove imprese ferroviarie, nate nel settore del trasporto merci, è di assoluta evidenza: quasi tutte le piccole aziende che hanno ottenuto la licenza e la certificazione di sicurezza sono state acquisite dalle grandi imprese europee o stanno per esserlo.
Così le ferrovie tedesche DB e quelle svizzere SBB, hanno già il pieno controllo di alcune società italiane e si apprestano a occupare quote molto rilevanti del traffico merci, essendo in grado di impegnare le risorse necessarie, partendo da tratte mirate e redditizie.
A ciò si aggiunge la mancata reciprocità di accesso alle reti infrastrutturali  interne tanto da far richiedere la unificazione  di queste alla infrastruttura gestita da RFI. 
A pochi mesi dall´avvio della liberalizzazione, la Divisione Cargo di Trenitalia si trova a competere in condizioni di svantaggio e di assenza di reciprocità con le aziende nazionali europee. 
Nel trasporto ferroviario regionale la messa a gara della totalità del servizio, in assenza di  regole certe aprirà grandi contraddizioni, ricadute negative nella qualità e quantità del servizio e, senza correttivi adeguati, produrrà gravi effetti sull´occupazione e sul reddito dei lavoratori interessati.
Allo stato  l´effettuazione delle gare avverrà senza criteri di gradualità e senza adeguate clausole sociali.
Le ipotesi di intervento sull´assetto societario del gruppo FS contengono un altro gravissimo attacco al futuro dell´impresa ferroviaria nazionale.
L´assetto ipotizzato, unico nell´Europa continentale, sarebbe la  liquidazione dell´azienda integrata attraverso l´eliminazione di FS holding e il ritorno di RFI sotto la diretta gestione ministeriale, almeno per la parte che riguarda gli investimenti, insieme alla societarizzazione delle divisioni commerciali di Trenitalia.
I programmi di investimento sull´infrastruttura ferroviaria nazionale, per quanto riguarda le nuove opere per l´AV e gli interventi previsti sulla rete tradizionale renderanno possibile una maggiore e crescente disponibilità di tracce per il servizio ferroviario.
Nella prima fase, a seguito dell´introduzione delle nuove tecnologie di gestione della circolazione, come il sistema SCMT e, successivamente, con la disponibilità delle nuove linee.
La possibilità di far circolare più treni, con miglioramento ulteriore della sicurezza può restare senza esito a causa della mancanza di materiale rotabile.
I piani di investimento sul materiale rotabile, per l´acquisto di nuovi treni, sono fortemente condizionati dalle difficoltà di bilancio di Trenitalia, destinate ad accentuarsi in mancanza di adeguamenti tariffari e di interventi del Governo e delle Regioni atti a favorire lo spostamento di quote di traffico merci e viaggiatori sul trasporto ferroviario, cogliendo le grandi opportunità che si aprono con la disponibilità di tracce sulle linee tradizionali, in particolare per il trasporto regionale e per le merci.
Si prospetta il rischio concreto di un utilizzo molto parziale delle nuove capacità delle linee, dopo gli enormi investimenti in corso.
Bisogna impedire il declino del sistema ferroviario italiano ed evitare la possibilità che i benefici degli investimenti siano scarsamente utilizzati oppure colti da altri, depauperando il paese della grande risorsa rappresentata dalla azienda nazionale.
Abbiamo sempre rivendicato una politica dei trasporti che ponesse al centro il trasporto ferroviario per le merci e per i viaggiatori, abbiamo chiesto investimenti e scelte politiche di programmazione tali da riequilibrare il disastrato sistema dei trasporti del nostro paese.
Ci siamo impegnati a sostenere le necessità del risanamento con l´accordo del 23 novembre del 1999, abbiamo praticato una responsabile e riconosciuta politica contrattuale  che ha rispettato gli impegni assunti e contribuito al consolidamento  del Gruppo FS.

Oggi occorre ricostruire le condizioni per una nuova fase di sviluppo per il trasporto ferroviario nazionale.
 
* E´ necessario che la liberalizzazione sia  regolata tenendo presenti le condizioni di reciprocità con gli altri paesi europei e la tutela dell´azienda nazionale, in questo senso è necessario un preciso intervento del Governo, per gli aspetti che già avevamo rivendicato unitariamente senza ottenere risposta, prima del varo del Dlgs. 188.

* Per quanto riguarda gli assetti societari sosteniamo la conferma dell´azienda integrata contro le ipotesi di smantellamento: all´interno della conferma dell´unitarietà del Gruppo si possono individuare le soluzioni organizzative necessarie, rispettando tutte le normative dell´UE, con la conferma di  RFI   e lo sviluppo di Trenitalia come unica società di trasporto. Le normative europee  non possono essere prese, ancora una volta, a pretesto per fare operazioni che rispondono ad altre logiche.
* Le necessità di distinzione della parte relativa  alla certificazione  e alla garanzia della  concorrenza possono essere estratte  da RFI e poste sotto il diretto controllo del Ministero o dell´authority prevista dal Decreto Legislativo.
* Devono essere sostenuti gli impegni sui previsti investimenti sulle linee.
* Il rinnovo del materiale rotabile deve essere sostenuto con gli strumenti possibili anche attraverso un´equilibrata politica tariffaria in grado di superare la logica dei blocchi reiterati, che porteranno a prevedibili impennate di aumenti sotto l´inevitabile grave crisi di bilancio che il permanere dell´attuale situazione produrrà.

* Sul trasporto ferroviario devono intervenire le Regioni, per le proprie competenze, in particolare sul trasporto regionale.
Si possono utilizzare le grandi opportunità che si aprono con la maggiore capacità delle linee.
Si possono far circolare molti più treni, impegnando in tal senso scelte politiche e risorse.

* L´accelerazione che il processo di liberalizzazione ha subito conferma la necessità di rendere rapidamente applicato il Contratto delle attività ferroviarie, nell´ambito del campo di applicazione definito nell´accordo del 16 aprile 2003.
Il contratto ha rappresentato il fondamentale strumento di tutela del lavoro e di regola comune per tutte le aziende del mercato liberalizzato.
Oggi quell´esigenza è ancora più evidente e irrinunciabile.
In questo senso chiediamo l´impegno di tutti i soggetti che agiscono nel settore rispetto alla definizione delle regole e alla rappresentanza degli interessi: Governo, Regioni, Associazioni imprenditoriali e singole imprese.

* Il gruppo FS deve rendere chiaro il proprio punto di vista sul sistema ferroviario nazionale, sulle scelte migliori per la tutela dell´azienda e degli interessi della proprietà pubblica.
Ai cittadini e alle imprese che utilizzano il trasporto ferroviario, ai lavoratori delle FS non è evidente il ruolo del gruppo, rispetto alle scelte che si vanno compiendo.
Anche nella predisposizione del piano d´impresa, di prossima presentazione, è necessario che FS espliciti il proprio posizionamento rispetto alle modalità di attuazione della liberalizzazione e all´equilibrio necessario tra tutte le imprese che entrano in concorrenza.
Soccombere, rispetto a regole punitive, non rientra negli obblighi di un´impresa delle dimensioni e dell´importanza per il paese, come il gruppo FS.
  
* Il piano di impresa che le FS si stanno predisponendo a presentare dovrà rappresentare il nuovo impulso alle politiche di sviluppo ed il raccordo delle stesse con i risultati degli investimenti. La tutela dell´occupazione, che subirà gli effetti dell´introduzione delle nuove tecnologie, può essere concreta se sostenuta da un piano d´impresa improntato allo sviluppo e al superamento dei punti di crisi esistenti.
Rivendichiamo un piano improntato allo sviluppo, che consolidi le scelte portanti che abbiamo a suo tempo condiviso, come la conferma del valore strategico dell´intero settore manutentivo,  che rappresenta una risorsa fondamentale da sostenere e sviluppare.
Nell´ambito del nuovo piano di impresa rivendichiamo la predisposizione dei piani industriali che riguardano le divisioni di Trenitalia.
Le cose che il lavoro può mettere a disposizione, per contribuire al superamento delle gravi difficoltà anche nella divisione Cargo, sono possibili in una logica di mantenimento e sviluppo dei livelli di attività, che si misuri  anche con la necessità di affermare  la presenza di un grande operatore logistico di livello nazionale.
Davanti alle prospettive di resa alla concorrenza e di progressiva rinuncia al proprio segmento di mercato, che si registrano nei comportamenti attuali di Trenitalia, sarebbe difficile qualsiasi avvio di confronto positivo con il sindacato. Se, viceversa, si cambia passo e ci si misura con un piano non regressivo, l´interesse sindacale al confronto è ampiamente confermato.

Per tutte queste ragioni

* Al Governo e al Parlamento chiediamo la ridefinizione delle regole per la liberalizzazione del sistema ferroviario, nell´ambito delle direttive dell´UE, salvaguardando la struttura produttiva nazionale;

* Chiediamo impegni certi sulla politica degli investimenti e la concreta  traduzione nel sistema ferroviario di quanto il Governo ha messo in previsione con la legge obiettivo e delle opere ferroviarie derivanti dal piano europeo TEN.T;

* Esprimiamo la netta contrarietà ai progetti di intervento sugli assetti societari che prevedono la messa in discussione dell´unitarietà del gruppo FS e confermiamo la necessità dell´azienda integrata;

* Rivendichiamo l´applicazione del Contratto delle attività ferroviarie a tutte le aziende del sistema liberalizzato, a partire dalle controllate dal gruppo FS;

* A FS chiediamo il confronto in tempi brevi sul piano d´impresa, che deve essere improntato a logiche di sviluppo, a partire dai piani riguardanti le divisioni commerciali e chiediamo che il confronto si svolga all´interno di un riequilibrato sistema di relazioni sindacali, così come previsto dal CCNL;

* Deve essere risolto in tempi rapidi il problema dell´assetto dei vertici del Gruppo: l´attuale incertezza e precarietà nella direzione rischia di compromettere ulteriormente la situazione. La stabilità e la certezza di direzione attraverso le decisioni relative alle nomine dei vertici non è più rinviabile.

Riteniamo pertanto necessario ed urgente che il Governo convochi le Organizzazioni Sindacali per un confronto sui problemi aperti nel trasporto ferroviario che, in mancanza di interventi adeguati, rischia di aggravare la crisi del settore e del Gruppo FS, con pesanti conseguenze per il sistema produttivo del Paese e per i lavoratori del settore´.

 

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