– Presentato lo studio della Fondazione Caracciolo: Tpl, italiani più insoddisfatti d´Europa – Bus 40 volte più sicuri delle due ruote e 12 volte delle quattro, sempre più ´´puliti´´ ma
– Presentato lo studio della Fondazione Caracciolo: Tpl, italiani più insoddisfatti d´Europa – Bus 40 volte più sicuri delle due ruote e 12 volte delle quattro, sempre più ´´puliti´´ ma ´´lenti´´ (18,2 kmh media) e poco flessibili – Le limitazioni alla circolazione privata non favoriscono il trasporto pubblico Ko per il trasporto pubblico italiano. Ai nostri connazionali il trasporto pubblico proprio non piace. Il nostro Paese guida la classifica europea degli ´´insoddisfatti´´ (33%) con parecchie lunghezze di vantaggio su Germania e Olanda (25%) e con dieci punti percentuali di scarto dalla media europea (23%). L´insoddisfazione, palesata senza troppe difficoltà, emerge netta quale elemento principale dallo studio ´´Il trasporto pubblico locale tra servizio sociale e opportunità di business´´, presentato a Riva del Garda ieri nel corso dell´apertura della sessantesima edizione della Conferenza del Traffico e della Circolazione. In oltre cento pagine di approfondimento, la Fondazione Filippo Caracciolo ha analizzato criticità e pregi dei ´´mezzi´´ delle nostre città, rilevando, fra le altre cose, una progressiva perdita di attrattività del TPL, la necessità di rendere più efficace la rete di corsie preferenziali ed offrire servizi meno rigidi e convenzionali e più orientati alla flessibilità. Nonostante i mezzi pubblici siano notevolmente più sicuri di quelli privati, e il parco vetture si stia svecchiando, i bus di casa nostra risultano ancora troppo lenti (18.2 kmh di media) e risentono della mancanza di una politica di sviluppo del territorio che tenga conto delle esigenze della mobilità. Gli insoddisfatti in Europa* Paese % Paese % Italia 33 Spagna 21 Olanda 25 Portogallo 21 Germania 25 Grecia 19 Austria 22 Regno Unito 18 Francia 21 Media UE 23 *Percentuale di cittadini insoddisfatti dei trasporti La crescita dei volumi del traffico è forte, ma cambia la frequenza e la natura degli spostamenti. I cosiddetti ´´spostamenti sistematici´´ (stesso percorso tutti i giorni), su cui si basavano le strategie di intervento sul trasporto pubblico locale, diventano sempre meno rilevanti, e coprono ormai soltanto un terzo della mobilità della popolazione urbana. Ed è proprio la crescita del trasporto individuale a causare i problemi più pesanti. Un uso così spinto dell´automobile, infatti, produce livelli sensibili di congestione, un maggiore inquinamento atmosferico ed acustico, un numero più elevato di incidenti e più alti livelli di consumo di energia. Un ulteriore fattore di peggioramento della circolazione è determinato, inoltre, dalla crescita del trasporto urbano delle merci, specialmente nella distribuzione per il commercio al dettaglio. In questo contesto, la riforma del trasporto pubblico locale può rappresentare un primo passo verso la drastica riduzione della congestione urbana. Pianificazione del territorio e trasporti: un binomio da non scindere Molti dei problemi che si incontrano oggi nelle città derivano dalla mancanza di una politica di pianificazione del territorio che tenga conto delle dinamiche della mobilità. Gli insediamenti abitativi, a causa degli alti costi degli immobili nelle zone centrali, si sono spostati soprattutto nelle periferie; questo ha determinato un ampliamento degli ´´spostamenti sistematici´´ che, fino ad ora, non è stato adeguatamente governato. Spesso, infatti, la progettazione di nuovi quartieri e delle linee di trasporto pubblico locale che dovrebbero servirli, non tiene conto di queste logiche. E non è raro che l´implementazione della rete di trasporto pubblico si riduca ad un semplice prolungamento delle linee già esistenti. La componente trasporto non è mai stata considerata come elemento da ottimizzare nell´ambito della pianificazione territoriale. Migliorare l´offerta: bus più veloci e soluzioni intermodali flessibili Non trovandosi al passo con le nuove dinamiche d´uso del territorio, in questi anni il trasporto pubblico ha lentamente perso di attrattiva. Per invertire la tendenza è necessario migliorare la qualità del servizio offerto, agendo in due direzioni: alzare il livello delle prestazioni aumentando la velocità media dei viaggi e rendere più efficace la rete delle corsie preferenziali; offrire servizi meno rigidi e convenzionali e più orientati alla flessibilità. Indicazione, questa, determinante per competere con il sempre più crescente trasporto individuale, rendendo disponibili servizi intermedi come il trasporto a domanda e il taxi collettivo. I bus più ´´veloci´´ (media kmh) Vibo Valentia 40 Lecce 32,5 Oristano 30 Vercelli 30 Ravenna 27 Ascoli 25 Terni 25 Pesaro 24 I bus più ´´lenti´´ (media kmh) Foggia 9,5 Imperia 12 Latina 12 Napoli 12 Potenza 12 Avellino 13 Milano 13,5 Catania 13,6 Le limitazioni del traffico non funzionano Fino ad oggi l´orientamento praticamente unanime delle amministrazioni nell´affrontare i problemi del traffico è stato quello di attuare strumenti rigidi, introducendo forme più o meno estese di limitazione della circolazione automobilistica privata, nella convinzione, che in questo modo la mobilità si sarebbe riorientata sul trasporto pubblico. I risultati, in genere, non sono stati confortanti, anche per il mancato coordinamento dei diversi provvedimenti. Il trasporto pubblico è più sicuro del mezzo privato Statistiche alla mano, la probabilità di incappare in un incidente è circa dodici volte superiore nel caso di utilizzo di mezzi privati (auto, moto, ciclomotore) rispetto ai mezzi di trasporto collettivo (bus e treno). Se, poi, consideriamo soltanto le due ruote, la probabilità di rimanere coinvolti in un incidente diventa addirittura quaranta volte superiore. Questo dato risulta particolarmente preoccupante perché, in questi ultimi anni, stiamo assistendo ad un notevole incremento del numero di motoveicoli e ciclomotori che ´´popolano´´ le nostre strade: in otto anni, infatti, si è passati da poco meno di otto milioni ad oltre dieci milioni. Inquinamento: il trasporto pubblico in prima linea Un aspetto positivo degli ultimi anni è che il trasporto pubblico sta ´´svecchiando´´ il proprio parco vetture, inserendo mezzi più moderni e aumentando la presenza sul territorio urbano di autobus ecologici. Autobus urbani ecologici: percentuale rispetto al totale Metano Elettrico Ibridi Diesel-elettrici 1999 2,1 1,9 2,4 0 2000 6,2 2 0,5 0 2001 8,2 1,8 1,8 2,5 2002 11,6 1,6 2 3,9 2003 21 2,5 0,6 3,6 Manuela Michelini – clickmobility.it (20-04-2004)