Un primo àmbito in cui appare imprescindibile il mantenimento di una ´regia regionale´ è quello del potenziamento della dotazione infrastrutturale di trasporti e di reti fisiche ed immateriali, fattore sempre
Un primo àmbito in cui appare imprescindibile il mantenimento di una ´regia regionale´ è quello del potenziamento della dotazione infrastrutturale di trasporti e di reti fisiche ed immateriali, fattore sempre più determinante per l´attrazione di risorse esterne e per la valorizzazione di quelle interne al territorio in cui sono localizzate.
Lo scenario, che è andato delineandosi negli ultimi anni in questo settore, è il risultato dell´operare di dinamiche in parte confliggenti.
I processi di globalizzazione dei mercati, da un lato, ridisegnano la mappa delle direttrici di traffico e fanno mutare l´intensità degli scambi e della domanda di mobilità.
Tali elementi determinano, tuttavia, rilevanti pressioni sull´ambiente e spingono ad adottare nuove politiche che impongono di considerare, accanto alle necessità di adeguamento dell´offerta di infrastrutture e reti, quelle di sostenibilità per l´ecosistema e per le popolazioni, da conseguire attraverso un riequilibrio modale a favore di soluzioni a minore impatto ambientale.
D´altra parte, la rinnovata attenzione verso una politica di infrastrutturazione deve fare i conti con i vincoli già citati di finanza pubblica, che presuppongono una forte selettività delle scelte di investimento, guidata dalla fattibilità non solo tecnica, ma amministrativa, finanziaria e socio-ambientale delle grandi opere.
La situazione in cui si trova la Sicilia in questo àmbito è ancora quella di una regione con un gap infrastrutturale elevato rispetto alla media nazionale (seppure le recenti indagini dell´Istituto Tagliacarne mostrino come in certi casi la situazione sia migliore di quella di altre regioni meridionali).
Il dato riportato dal Rapporto secondo cui, nel 2001, il 28% circa di famiglie siciliane ha incontrato difficoltà nel raggiungere una farmacia e addirittura più dei due terzi il pronto soccorso, risulta in tal senso eloquente.
Ma non si tratta evidentemente solo di un problema di quantità.
Altri dati contenuti nel Rapporto chiariscono meglio il concetto, sottolineando, ad esempio, che il livello di soddisfazione espresso dai cittadini, rispetto all´utilizzo dei servizi di trasporto pubblico locale, risulta molto inferiore rispetto a quello che si registra nel resto del Paese o che solo una quota marginale di popolazione (16%, contro una percentuale superiore al 30% nel resto d´Italia) fa ricorso, per i propri spostamenti, al sistema di trasporto ferroviario.
In tale quadro risulta fondamentale per la regione pervenire in via prioritaria al completamento o all´adeguamento di infrastrutture strategiche (si legga la rete autostradale e l´adeguamento degli aeroporti e dei porti regionali di primo livello), sfruttando le risorse messe a disposizione dal Por e dal Pon Trasporti.
Al contempo, come sottolinea correttamente il Rapporto, per una regione insulare come la Sicilia, nell´ottica del riequilibrio modale, ma anche per assecondare un percorso di sviluppo che fa del turismo un elemento centrale, diviene un obbligo investire sui porti minori per farne dei terminali di cabotaggio inseriti sulle rotte delle ´Autostrade del mare´ o dei nodi del turismo diportistico, ma anche sul potenziamento dell´intermodalità e sulla creazione di scali aeroportuali a spiccata vocazione commerciale o turistica.
I recenti provvedimenti approvati dalla Regione per accelerare la realizzazione dei due interporti di Catania Bicocca e di Termini Imerese e per realizzare 10 autoporti, dislocati sul territorio in funzione dei flussi di traffico stradale, ma anche la rifunzionalizzazione degli aeroporti di Comiso e Trapani, sembrano quindi andare nella giusta direzione, anticipando a volte le decisioni dello stesso Governo centrale (come nel caso del disegno di legge regionale per l´introduzione del ticket ambientale a favore degli autotrasportatori che fanno ricorso al cabotaggio).
Accanto a questi provvedimenti, come è stato segnalato dal Rapporto, emerge l´esigenza di intervenire per elevare la funzionalità delle reti infrastrutturali e gli standard di servizio connessi al loro utilizzo.
Se il potenziamento delle infrastrutture e il loro adeguamento funzionale rappresentano per lo sviluppo regionale una condizione imprescindibile, altri àmbiti di intervento assumono assoluta centralità alla luce dell´evoluzione del contesto competitivo e della configurazione strutturale del sistema produttivo siciliano.