Report 2005

E che dire di Reggio Calabria, che butta senza nessun filtro nei torrenti, nei fossi e nel mare l´85% dei suoi scarichi fognari, che può ´vantare´ un millimetro di pista

E che dire di Reggio Calabria, che butta senza nessun filtro nei torrenti, nei fossi e nel mare l´85% dei suoi scarichi fognari, che può ´vantare´ un millimetro di pista ciclabile per abitante, che consuma più elettricità della media nazionale o che ha una concentrazione di nitrati nell´acqua potabile di quattro volte superiore al tetto suggerito dall´Oms per la tutela della salute umana. L´insostenibilità urbana abita poi in tanti altri centri dalle dimensioni metropolitane o di medie e piccole dimensioni: Nuoro, Frosinone, Catania, Trapani, Ragusa, Vibo Valentia, Messina, Imperia, Sassari, Palermo.

NORD E SUD. Lecco guida una agguerrita compagine lombarda che vede altri due comuni tra i primi cinque (Mantova è terza, Pavia è quinta) e altri tre nelle prime venti posizioni (Cremona, la reginetta del precedente Ecosistema Urbano è 6a , Varese è 11a , Bergamo 13a). En plein per i due capoluoghi del Trentino Alto Adige. A Trento va il posto d´onore, a Bolzano l´ottava piazza. La Toscana ne ha quattro tra le prime 20: Livorno e Pisa sono 7a e 10 a, Siena e Arezzo 16a e 19a. L´Emilia Romagna realizza una doppietta con Ferrara 4a e Parma 15a, così come il Piemonte (Cuneo al 9° posto e Biella al 14°), la Liguria (La Spezia 18a e Savona 20a) e il Friuli Venezia Giulia (Trieste 12a e Udine 17 a). Solo sei regioni piazzano capoluoghi ai primi 20 posti e sono le stesse sei regioni (eccezion fatta per la Liguria) che non compaiono affatto tra i 20 fanalini di coda.

Le performance migliori come detto sono di dominio del nord. Matera è il primo capoluogo meridionale: siamo però già alla posizione numero 29. Speculare, e dunque opposta, la situazione in fondo alla graduatoria saldamente in mano alla Sicilia (7 capoluoghi sui 15 gradini più bassi), alla Calabria e alla Sardegna (entrambe con 3 città tra le peggiori). Tra le grandi città Bologna è la prima al 23° posto e Palermo l´ultima (92 a), tra le metropoli vince Roma (55 a posizione generale), che allunga il passo rispetto a Milano e Napoli (relegate all´81° e all´84° posto).

Sotto il profilo della gestione ambientale, fra nord e sud, c´è dunque ancora un abisso. Dei 12 capoluoghi che non effettuano un monitoraggio della qualità dell´aria o non sono in grado di delineare un quadro attendibile 12 si trovano al sud. E se cerchiamo fra le città (56) che effettuano un  monitoraggio completo ne troviamo solo 10 del meridione. Il 60% delle città che depurano meno della metà dell´acqua di fogna è al sud, nella graduatoria della raccolta differenziata la totalità delle città che già si è adeguata ai limiti di legge è settentrionale: la prima città del sud che incontriamo è Teramo, al 43° posto, col suo 24,8%. Le ultime 28 posizioni poi, quelle sotto il 10%, sono tutte, per il sud e per il centro. Per non dire del trasporto pubblico: tra le metropoli la peggiore è Napoli, tra le grandi città Bari, tra le medie Latina, tra le piccole Ragusa.

LE GRANDI CITTÀ. Roma da un anno all´altro guadagna 11 posizioni e si piazza al 55° posto staccando le due aree metropolitane di Milano e Napoli, le altre due che superano in Italia il milione di abitanti. Migliora la depurazione capitolina, migliora il trasporto pubblico, cresce la superficie delle zone a traffico limitato. Di fortemente negativo, la capitale il ciclo dei rifiuti: il 10% di raccolta differenziata a fronte di una produzione annua pro-capite di 654 chilogrammi di spazzatura, mezzo quintale in più della media nazionale. Pessima la qualità dell´aria, come a Milano e Napoli, frutto anche qui di un deciso stallo nelle politiche della mobilità (ci sono 76 automobili per 100 abitanti e pochi interventi per ridurre la congestione quotidiana).

Generalmente è proprio nel campo della mobilità che si registrano nelle grandi città i deficit maggiori figli di una congestione delle arterie viarie quotidiana, di valori di inquinamento atmosferico e acustico preoccupanti per la salute. Venezia e Bari sono le uniche due città a rientrare nel limite di 54 microgrammi per metro cubo previsto per il biossido di azoto relativamente al 2003, mentre a Genova, Roma, Firenze, Palermo e Bologna ci sono aree critiche dove si supera di oltre il doppio il valore obiettivo di 40 microgrammi per metro cubo che entrerà in vigore nel 2010. Solo Catania riesce a rimanere al di sotto del limite di 43,2 microgrammi per metro cubo previsto per il Pm10. Nel corso del 2003 le concentrazioni di polveri sottili sono state particolarmente alte a Torino, Genova, Verona e Firenze dove in alcune aree critiche è stato superato di oltre il 50 per cento il valore obiettivo di 40 microgrammi per metro cubo previsto per il 2005. Soltanto Bari è a posto per entrambi i parametri di NO2 e Pm10.

D´altronde Roma, Torino, Milano, Napoli hanno una densità di motorizzazione incredibile, con un record nella capitale di 76 auto ogni 100 abitanti. Considerando anche i non patentati c´è quasi un auto a testa. Chi sta facendo qualcosa, nel campo della mobilità, lo fa mettendo in campo toppe troppo sfilacciate per poter coprire la voragine. C´è chi punta sulle targhe alterne episodiche ? come Roma o Bologna ? chi sugli stop estemporanei della circolazione ? come Milano ? chi sul blocco delle non catalizzate o dei vecchi diesel. Di infrastrutturale c´è davvero poco, anche se vanno segnalati positivamente i casi di chi ? come Firenze ? sta puntando su ampie isole pedonali e zone a traffico limitato. A livello nazionale si ripropone una politica di opere pubbliche tutta fatta di asfalto, a livello locale il trasporto pubblico è una cenerentola, i bus sono considerati al pari delle automobili: viaggiano quasi sempre sulle stesse strade (e non in corsie riservate) e dunque hanno tempi di percorrenza spaventosi e inesistenti sono la puntualità e l´efficienza.

LA METODOLOGIA. Il rapporto raccoglie ogni anno, sia con questionari e interviste dirette ai 103 comuni capoluogo di provincia sia sulla base di altre fonti statistiche, informazioni su 125 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 125mila dati. Questa raccolta viene sintetizzata in 26 diversi indicatori di qualità ambientale riferibili a tre macro-classi: indicatori di pressione che misurano il carico generato sull´ambiente dalle attività umane (consumi di acqua potabile, di carburante, di elettricità, produzione di rifiuti solidi urbani, tasso di motorizzazione), indicatori di stato che misurano la qualità dell´ambiente fisico (smog, inquinamento idrico), indicatori di risposta che rendono una misura della qualità delle politiche messe in campo dall´amministrazione pubblica o dalla città più in generale (abusivismo edilizio, perdite della rete idrica, depurazione, raccolta differenziata, trasporto pubblico, isole pedonali e zone a traffico limitato, piste ciclabili, aree verdi, gestione ambientale nelle imprese e nella pubblica amministrazione, monitoraggi e rilevamenti della qualità ambientale).

 

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