Un sistema veloce che punta sull'attivazione di nuove linee di trenibus o filobus ad alta capacità
La realizzazione di un sistema di trasporto pubblico veloce in ambito metropolitano, in grado di garantire spostamenti puntuali ed efficienti tra il capoluogo etneo e i Comuni pedemontani era uno dei sogni della Provincia.
Oggi il progetto ha dalla sua uno studio di fattibilità predisposto di tutto punto, commissionato dalla Provincia alla Silec, società di progettazione in materia.
Il nuovo sistema di trasporti metropolitano vede, in particolare, L'attivazione di nuove linee di trenibus o filobus ad alta capacità (con capienza di almeno 188 persone), che nelle ore di punta siano in grado di spostarsi con la frequenza di circa 5 o 7 minuti, creando così un’offerta oggi purtroppo inesistente.
Tre le direttrici principali sul versante Nord per l’accesso all’area metropolitana: San Giovanni La Punta, San Gregorio, Catania, la prima; Tremestieri, Sant’Agata Li Battiati, Catania, la seconda; Mascalucia, Gravina, Catania, la terza.
Lo studio è stato illustrato i giorni scorsi nella sala conferenze del Centro direzionale Nuovaluce, ai sindaci dei Comuni direttamente interessati, a maggiore densità demografica e maggiore domanda di trasporto ovvero, oltre a Catania, Gravina, Mascalucia, San Giovanni La Punta, San Gregorio, Sant’Agata Li Battiati e Tremestieri Etneo.
A presentare il progetto hanno pensato l’assessore ai Trasporti dell’Amministrazione Lombardo, Orazio Pellegrino, e il dirigente del servizio, Vanni Calì, con il responsabile della Silec, Gianfranco Felice Rossi, e il consulente Matteo Ignaccolo. Presenti anche alcuni dei primi cittadini e gli assessori competenti dei Comuni coinvolti.
“La presentazione del nostro progetto ai sindaci – ha detto l’assessore Pellegrino – vuole essere un invito alla condivisione dello stesso, perché abbia il supporto politico, amministrativo e tecnico di tutti i soggetti interessati”.
“Non è più possibile – ha spiegato Calì – pensare a un sistema di trasporti solo urbano o extraurbano. Gli Enti locali e le Amministrazioni sono di fronte a una trasformazione del territorio, che rende necessaria la progettazione di un sistema integrato degli spostamenti, che consideri le aree tra il capoluogo e i Comuni pedemontani come un’unica grande zona da servire”.
Era il 1998 quando si pensò di realizzare, per almeno 18 chilometri, la tratta di ferrovia metropolitana interrata, che potesse servire i Comuni pedemontani – sottolineano in Provincia -. Un progetto ambizioso, che avrebbe comportato almeno 10 o 15 anni di lavori e circa 1.500 miliardi di lire. Il nuovo studio di fattibilità dimostra, invece, come in poco tempo e con sicuramente meno fondi si possa mettere in atto un nuovo sistema, tenendo conto delle esigenze di tutti: dei 12 Comuni limitrofi al capoluogo, dei 27 Comuni dell’area metropolitana e, soprattutto, di utenti e residenti che, da un punto di vista strettamente di educazione civica, dovranno cominciare a ripensare positivamente al trasporto pubblico, lasciando a casa, il più possibile, i mezzi privati.M. Gio M. – clickmobility.it