l'Istat diffonde i dati sugli spostamenti quotidiani e periodici

L'ITALIA CHE SI SPOSTA. I VALORI PIU' ELEVATI AL NORD: LOMBARDIA (52,9%), TRENTINO (52,6%) I VALORI MINIMI AL SUD cALABRIA (39,3%)

L'ITALIA CHE SI SPOSTA. I VALORI PIU' ELEVATI AL NORD: LOMBARDIA (52,9%), TRENTINO (52,6%) I VALORI MINIMI AL SUD cALABRIA (39,3%)

Per la prima volta, in occasione del Censimento della popolazione del 2001, sono stati inseriti nel questionario anche alcuni quesiti volti ad indagare gli spostamenti

Presentati i i dati delL'Istat sugli spostamenti quotidiani e periodici.
Ieri L'Istituto nazionale di statistica ha diffuso i dettagli  definitivi relativi agli spostamenti quotidiani che le persone residenti effettuano ogni giorno per raggiungere il luogo di studio o di lavoro (mobilità giornaliera).
Vengono così aggiornati i dati preliminari diffusi nel mese di aprile 2004.
Le informazioni, rilevate in occasione del 14° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, riguardano il motivo dello spostamento, il luogo di destinazione, il tempo impiegato e il mezzo di trasporto utilizzato. Sono compresi oltre agli spostamenti all’interno di uno stesso comune, anche quelli da e verso altri comuni.

Per la prima volta, in occasione del Censimento della popolazione del 2001, sono stati inseriti nel questionario anche alcuni quesiti volti ad indagare gli spostamenti periodici ovvero gli spostamenti che per motivi differenti quali lavoro, studio, presenza di familiari, vacanza, ecc. portano le persone a vivere in luoghidiversi dalla propria dimora abituale per periodi più o meno lunghi nel corso dell’anno (mobilità periodica).

Le analisi sono effettuate con dettaglio nazionale e regionale. Inoltre, viene presentato un approfondimento per i comuni con almeno 250 mila persone residenti (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Verona, Messina).

Spostamenti quotidiani
Al Censimento del 2001, in Italia, circa metà della popolazione, 26.764.361 di persone, si sposta ogni giorno dall’alloggio di dimora abituale per raggiungere il luogo di studio o di lavoro (27.540.211 nel 1991). Si tratta del 47,0% della popolazione residente (48,5% nel 1991).
I valori più elevati si raggiungono al Nord, soprattutto in Lombardia (52,9%), Trentino-Alto Adige (52,6%) e Veneto (52,0%), mentre i valori minimi sono registrati al Sud, in particolare in Calabria (39,3%), Sicilia (39,6%) e Campania (41,0%).
Il 63,8% (17.066.957) delle persone che quotidianamente si spostano lo fa per andare al lavoro mentre il restante 36,2% (9.697.404) si muove per raggiungere il luogo di studio.

La Lombardia è la regione dove l’incidenza percentuale, rispetto alla popolazione residente, degli spostamenti per motivi di lavoro è più alta (36,8%). La Campania, al contrario, registra la più alta incidenza percentuale di spostamenti per motivi di studio (20,9%).
Le persone si spostano giornalmente soprattutto all’interno dello stesso comune di dimora abituale (63,8% pari a 17.079.198 unità) e verso altri comuni della stessa provincia (30,1% pari a 8.059.408). Percentuali più basse si riscontrano per i flussi verso comuni appartenenti a un’altra provincia della stessa regione (4,9% pari a 1.310.746) e verso comuni di altre regioni o all’estero (1,2% pari a 315.009).

Gli spostamenti quotidiani intracomunali raggiungono valori massimi in Sicilia (78,3%) e nel Lazio (77,6%), mentre scendono a valori minimi in Lombardia (49,8%) e Valle d’Aosta (54,0%).

La Valle d’Aosta (44,1%) e la Lombardia (40,8%) presentano le più alte percentuali di mobilità giornaliera tra comuni della stessa provincia, mentre all’ultimo posto figurano il Lazio (18,6%) e la Sicilia (19,4%).

Oltre la metà dei residenti, il 58,7%, raggiunge il luogo di studio o di lavoro entro un quarto d’ora, il 24,8% impiega da 16 a 30 minuti, il 13,0% da 31 a 60 minuti. Il 3,5% ha bisogno di più di un’ora per arrivare al luogo di studio o di lavoro.
Rispetto al 1991 aumenta di oltre 2 punti percentuali la quota di coloro che negli spostamenti quotidiani impiegano da 31 a 60 minuti (10,9%).

I tempi di percorrenza sono più ridotti in Molise, dove il 69,0% delle persone che si spostano impiega fino a 15 minuti per raggiungere il luogo di studio o di lavoro, Valle d’Aosta (68,8%) e Marche (68,7%). Nelle aree di grande urbanizzazione, invece, i tempi si allungano e le percentuali più alte di spostamenti oltre i 60 minuti si registrano nel Lazio (7,5%) e in Lombardia (4,6%).

L’83,1% dei residenti utilizza mezzi di trasporto per raggiungere il luogo di studio o di lavoro, il 16,9% va a piedi. Le persone usano soprattutto l’automobile, come conducenti (44,3%) o come passeggeri (14,4%), e i trasporti pubblici (12,9%). La motocicletta, il ciclomotore e lo scooter sono
utilizzati nel 4,7% dei casi, mentre soltanto il 2,9% ricorre alla bicicletta.
Rispetto al 1991, aumenta l’abitudine ad utilizzare l’automobile (dal 47,8% al 58,7% ), mentre diminuisce l’utilizzo dei trasporti pubblici (dal 17,2% al 12,9%) e di quanti scelgono di raggiungere il luogo di studio o di lavoro a piedi (dal 22,8% al 16,9%).
Le persone usano l’automobile, come conducenti, soprattutto in Umbria (55,1%), Marche (54,0%), Emilia Romagna (52,3%) e Valle d’Aosta (52,2%).
I valori massimi per l’utilizzo di treno, tram, metropolitana si riscontrano in Lombardia (7,6%) e nel Lazio (7,4%) seguite dalla Liguria (6,6%).
Il primato per l’uso della motocicletta, del ciclomotore o dello scooter spetta ai residenti della Liguria (13,8%), seguiti da quelli della Toscana (9,1%). La bicicletta, infine, è il mezzo scelto soprattutto da quanti vivono nel Nord-est, specialmente dai residenti in Emilia-Romagna (7,9%) e Trentino-Alto Adige (7,4%).

Raggiungono a piedi il luogo di studio o di lavoro soprattutto i residenti nelle regioni meridionali, specie quelli della Puglia (28,7%) e della Campania (27,7%).
Il numero di coloro che al Censimento del 2001 hanno dichiarato di spostarsi giornalmente verso l’estero è pari a 47.351 unità.
La Svizzera è lo Stato maggiormente interessato e rappresenta da sola il 73,2% (34.661 unità) dei flussi totali. Le altre principali destinazioni sono, nell’ordine: Repubblica di San Marino (5.046 unità), Monaco (2.303 unità), Città del Vaticano (1.906 unità), Francia (1.718 unità) e Austria
(1.155 unità). La Slovenia, la Germania e la Croazia rappresentano, infine, la destinazione del 1,2% (562 unità) dei pendolari che si recano all’estero.

Spostamenti quotidiani nei grandi comuni
Nei 13 grandi comuni italiani, il 46,7% (4.252.009 unità) della popolazione residente effettua spostamenti quotidiani verso il luogo abituale di studio o di lavoro.
I valori percentuali massimi si riscontrano a Verona (50,3% pari a 127.465 unità) e a Milano (50,2% pari a 630.556 unità), quelli minimi a Napoli (38,4% pari a 385.957 unità) e Catania (40,5% pari a 126.952 unità).
Milano (35,5%), Bologna (35,2%) e Verona (34,3%) presentano i valori più elevati di spostamenti per lavoro, rispetto al totale, mentre Palermo (20,8%), Catania (19,4%) e Messina (19,3%) sono ai primi posti per quanto riguarda gli spostamenti verso il luogo di studio.
Sono necessari tempi più lunghi per gli spostamenti quotidiani verso il luogo di studio o di lavoro nei grandi comuni rispetto ai valori nazionali.
Le persone raggiungono entro un quarto d’ora il luogo di studio a Verona nel 67,5% dei casi e a Firenze nel 66,2%, mentre raggiungono nello stesso tempo il luogo di lavoro nel 51,7% dei casi a Verona e nel 50,9% a Bari.
Per raggiungere il luogo di lavoro si impiega da 16 a 30 minuti nel 43,9% dei casi a Catania e nel 43,1% a Palermo da 31 a 60 minuti impiegano nel 34,4% dei casi a Roma, nel 29,4% a Milano, nel26,5% a Napoli.

Treno, tram o metro sono usati per raggiungere il luogo di studio dal 18,4% dei residenti di Milano e dal 10,3% da quelli di Torino, l’autobus è usato dal 26,9% dei residenti di Genova, il ciclomotore (motocicletta o scooter) dal 20,3% dei residenti di Firenze, vengono accompagnati con l’auto privata il 36,3% a Messina, il 31,7% a Verona. Vanno a piedi il 48,8% a Napoli ed il 40,5% a Bari.
Il treno, tram o la metro sono usati per raggiungere il luogo di lavoro dal 22,3% dei residenti di Milano, l’autobus o la corriera dal 21,5% a Genova, il ciclomotore (motocicletta o scooter) dal 26,2% a Firenze e dal 20,9% a Genova. Vanno a piedi il 18,4% a Napoli, il 18,2% a Venezia e il 17,8% a Bari. Il 49,3% degli spostamenti per motivi di lavoro viene effettuato utilizzando l’auto privata come conducente; ciò avviene in particolare per i residenti del comune di Messina (63,1%) e Verona
(62,9%).
La maggior parte degli spostamenti quotidiani avviene all’interno dello stesso comune. I valori percentuali più elevati si registrano a Palermo (84,2%), Genova (83,9%), Messina (82,6%) e Roma (82,5%). A Milano (50,9%) e Firenze (51,6%), invece, si rilevano le percentuali più basse.

Agli spostamenti intracomunali si aggiungono quelli in entrata verso il comune. Questi flussi variano notevolmente in relazione all’estensione territoriale del comune di destinazione. Ai primi posti figurano Milano (40,9%), Firenze (37,9%) e Catania (37,1%), mentre i valori minimi
percentuali sono quelli di Palermo (13,3%) e Genova (12,9%).
Gli spostamenti in uscita dai grandi comuni registrano i valori percentuali più elevati a Bologna (12,9%), Torino (11,5%), Verona (10,9%), Firenze (10,5%) e quello più contenuto a Palermo (2,5%).

In valore assoluto, ad esempio, a Roma si registrano 1.228.538 persone che si spostano all’interno del Comune, a cui si aggiungono 214.352 persone in entrata. A Milano ai 542.571 spostamenti interni si aggiungono i 436.097 pendolari in entrata nel comune.

Spostamenti periodici
Sono quasi 6 milioni e mezzo (6.462.701, pari all’11,3% del totale della popolazione residente) le persone che, nel corso dei dodici mesi precedenti la data del censimento, hanno vissuto in più luoghi, ovvero non solo presso la propria dimora abituale ma anche in una dimora temporanea.
Di queste, 4.072.834 sono le persone che hanno vissuto in una dimora diversa da quella abituale per più di 90 giorni (il 63,0%). 3.149.279 lo hanno fatto per motivi diversi dal trasferimento di residenza. Di questi ultimi, il 28,3% si è spostato per raggiungere familiari, il 25,1% per lavoro, 14,0% per motivi di studio, il 10,6% per vacanza e il 22,0% per altri motivi quali ad esempio cura, servizio civile/militare, ecc.
Il 36,4% è stato assente dalla propria dimora abituale per più di 270 giorni all’anno, il 30,1% per un periodo compreso tra i 181 e i 270 giorni, il 33,5 % per un periodo compreso tra i 91 e i 180 giorni.
Il luogo di dimora temporanea si trova in un comune diverso da quello di residenza nel 64,7% dei casi, in quasi un terzo dei casi nello stesso comune, nel 10,6% dei casi all’estero.

Se gli uomini si assentano dalla dimora abituale per svolgere il proprio lavoro (il 32,4% degli uomini contro il 16,6% delle donne), le donne vivono in dimora diversa da quella abituale per raggiungere i familiari (33,3% contro 23,9%). Inoltre, le donne si spostano più degli uomini per motivi di studio (16,4% contro 11,9%) e per vacanza (12,1% contro 9,4%).
Il motivo principale per l’utilizzo di un’altra dimora è, per i giovani (15-24 anni), lo studio (45,5%); per gli adulti (tra i 25 e i 54 anni) il lavoro (39,6%), per i residenti di 55 anni e più la presenza di familiari (36,6%). Più di un terzo delle persone di 75 anni e più (39,3%) si spostano
dalla dimora abituale per altri motivi, verosimilmente per motivi di salute (per ricoveri in istituti di cura o per trascorrere una parte dell’anno presso istituti per anziani).

Il lavoro costituisce il motivo più rilevante per l’utilizzo di un’altra dimora in Sardegna, Basilicata, Puglia, Campania e Calabria (con percentuali che vanno dal 34,3 della Sardegna al 30,0 della Calabria), ma anche in alcune regioni settentrionali, come il Friuli-Venezia Giulia (27,5%) e il Trentino-Alto Adige (e in particolare Bolzano, 26,1%). La quota di coloro i quali si assentano dalla dimora abituale per motivi di studio è superiore alla media nazionale (14,0%) in tutte le regioni meridionali (ad eccezione della Campania), nelle Marche (20,6%), in Trentino- Alto Adige (23,1%) e in Valle d’Aosta (18,1%). La quota più bassa di spostamenti di lungo periodo per vacanza si registra in Basilicata (2,1%) e Molise (2,6%) mentre valori ampiamente al di sopra della media si registrano in Lombardia (17,9%), Lazio (15,6%), Piemonte (15,1%) e Liguria (14,3%). L’assenza dal luogo di dimora abituale per raggiungere i familiari è percentualmente più frequente della media nazionale in Toscana (32,4%), Liguria (32,3%), Lazio (32,0%), Emilia-Romagna (31,3%) e Campania (30,3%).

Documento integraleManu Mich. – clickmobility.it

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