Strategia a tutto campo per combattere il problema dell'inquinamento

TRENTO. PER LA LOTTA L'INQUINAMENTO VERSO LA SOTTOSCRIZIONE DI UN PATTO PUBBLICO-PRIVATO

TRENTO. PER LA LOTTA L'INQUINAMENTO VERSO LA SOTTOSCRIZIONE DI UN PATTO PUBBLICO-PRIVATO

La Provincia chiama a raccolta università, Consorzio dei Comuni, azienda provinciale per i servizi sanitari, Camera di Commercio, associazione Artigiani, istituti di credito

La soluzione ai problemi d'inquinamento va oltre le sole targhe alterne.
La Provincia ne è convinta e per questo chiama a raccolta soggetti pubblici e privati per tentare una soluzione a più voci.

"Il problema dell’inquinamento è un problema complesso che richiede risposte articolate, da parte di tutti – hanno spiegato ieri gli assessori all’ambiente Mauro Gilmozzi e all’energia e riforme istituzionali Ottorino Bressanini -. Un problema che va  affrontato su tre piani: quello della conoscenza, quello della comunicazione, e infine quello delle azioni concrete".

L'Ente ha puntato dritto verso una “strategia a tutto campo” chiamando a raccolta università, Consorzio dei Comuni, azienda  provinciale per i servizi sanitari, Camera di Commercio, Associazione Artigiani, istituti di credito.
Soggetti invitati a sottoscrivere un patto comune, che si articolerà al suo interno in tante azioni settoriali, come quella per il rinnovo dei veicoli euro zero e euro uno che andrà in delibera il prossimo novembre.

Nei mesi scorsi è iniziata un’azione concertata dei tanti soggetti pubblici e privati titolati a dare risposte all’emergenza PM10.
Il primo aspetto da considerare, come spiegato dall’assessore Gilmozzi e dai professori dell’Università di Trento Marco Tubino e Dino Zardi, è quello della conoscenza.

“Siamo forse l’unico paese che di fronte alla crescita delle polveri sottili ha dato l’impressione di prendere in considerazione solo il fattore traffico – hanno ricordato i professori del Dipartimento ingegneria civile e ambientale dell’Università di Trento, impegnati nel progetto europeo ALPNAP, che esplora le interazioni fra meteorologia, qualità delL'aria, rumore e salute -. In Europa si sa che il problema è causato da un complesso di fattori, riconducibili in primo luogo ai riscaldamenti, quindi all’edilizia”. I soggetti coinvolti si sono trovati d'accordo sulla necessità di capire che cosa inquina davvero e come, per agire di conseguenza con cognizione di causa.

"Ma qualsiasi intervento pubblico è destinato a fallire se non si comincia a lavorare anche sui comportamenti individuali" spiegano in Provincia.
Da qui si è concretizzata la volontà di coinvolgere  chi studia i temi della comunicazione, nella loro capacità di plasmare o meno i comportamenti dei cittadini. “Nei momenti di crisi la mente sollecita risposte semplificate, capaci di rassicurarla sulla natura dei fenomeni con cui si deve confrontare – ha spiegato Ugo Morelli , esperto di Scienze cognitive, che sta lavorando ad un progetto centrato sulle figure dei “mediatori culturali” –. Ma questo non sempre è possibile, in particolare con un problema come quello dell’inquinamento. La nostra analisi si struttura su tre livelli: come la gente in Trentino percepisce il fenomeno, a che cosa è disposta a rinunciare per avere una qualità ambientale migliore e infine quali compensazioni possono essere messe in campo per compensare queste rinunce”.

Al vaglio è passato anche L'aspetto sanitario, analizzato da Alberto Betta che ha portato la testimonianza dell’azienda sanitaria, che che oltre ad avere messo in campo a sua volta piccoli, concreti strumenti di intervento specifico come la modifica della propria flotta di autovetture, vanta già oggi un flusso informativo completamente informatizzato, che le consente di essere sempre aggiornata sull’evolversi del problema.

Il problema più pressante, è stato ribadito un po' su tutti i fronti, è quello delle polveri sottili che "non si generano solo localmente – ha ricordato L'assessore Bressanini -. In Trentino abbiamo certamente il traffico locale e i riscaldamenti delle case come principali concause di inquinamento, ma non va dimenticato il traffico a lunga percorrenza, e soprattutto l’altra grande fonte di emissioni, non presente nel territorio del Trentino ma in quelli limitrofi: le centrali termoelettriche.

“Del resto anche alla città più all’avanguardia sul piano ambientale – ha sottolineato – e cioè Friburgo, che abbiamo appena visitato, i limiti delle polveri sottili vengono frequentemente superati. E Friburgo è una città di pianura, non presenta cioè quelle problematicità tipiche del versante italiano dell’arco alpino, posto come un grande ‘tappo’ proprio a ridosso dell’area più densamente popolata e più produttiva del Paese, quella padana”.

Grazie al "patto" i soggetti agiranno a più livelli e in più direzioni, soprattutto attraverso sinergie.
Esempio concreto può essere considerato quello delle agevolazioni per il rinnovo dei veicoli più inquinanti, che vede schierate Provincia autonoma, artigiani e commercianti, e istituti di credito.
La Provincia in sostanza darà un contributo finanziario ai possessori di veicoli euro zero e euro uno che passeranno a vetture elettriche o ibride, a metano o a GPL, ed inoltre a coloro che installeranno impianti a metano o a GPL su macchine già in proprio possesso. Concessionarie e installatori a loro volta verranno incontro ai clienti proponendo sconti o accollandosi una parte dei costi (ad esempio dei passaggi di proprietà).
Le banche invece proporranno ai clienti offerte diversificate, specificamente per questo tipo di azione.

Manu Mich. – clickmobility.it

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