“I costi degli scioperi? Distribuiamo quelle risorse a lavoratori e imprese” propone provocatoriamente Pietro Ichino, docente di diritto del lavoro all’università Statale di MilanoDall'incontro promosso dal sindacato il confronto su “Emergenza salariale e nuove tutele del lavoro: quale riforma della contrattazione? Il caso dei trasporti”
Riforma della contrattazione, emergenza salariale e nuove tutele del lavoro? Il caso trasporti è elemento di discussione L'incontro promosso dalla Fit Cisl Lombardia cui hanno partecipato, tra gli altri, Pietro Ichino, docente di diritto del lavoro all’università Statale di Milano, Osvaldo Domaneschi, segretario regionale della Cisl Lombardia, e Dario Balotta, segretario generale della Fit Cisl regionale.
Fa discutere la proposta-provocazione che Pietro Ichino, docente di diritto del lavoro all’università Statale di Milano, ha avanzato i giorni scorsi L'indirizzo delle organizzazioni del settore trasporti.
"Stipendi svizzeri per servizi svizzeri" sentenzia il professore. "La sua riflessione è talmente semplice da risultare quasi disarmante" – sottolineano in Fit Cisl.
"Proviamo a calcolare quanto costa uno sciopero dei trasporti pubblici in una città come Milano, poi, invece di bloccare autobus e metropolitane, distribuiamo quelle risorse un terzo ai lavoratori e due terzi alle imprese. Il vantaggio economico per i lavoratori sarebbe enorme, e anche per i cittadini" spiega, senza troppi giri di parole, Ichino professore ma anche noto editorialista del Corriere della sera.
Quella di Ichino non vuol essere solo una battuta ma, come tiene a precisare lo stesso docente, "Un risultato possibile: costruiamo un'apposita road map e in due anni ci arriviamo".
Le parole di Ichino stupiscono la platea ma fanno anche riflettere.
"D’altronde, con uno sciopero generale al mese, con contratti che si chiudono solo quando è ormai tempo di aprirne uno nuovo, una qualche strada nuova si dovrà pur individuare – spiegano i responsabili della Fit – Se le organizzazioni sindacali non riescono a contrattare, che cosa ci stanno a fare? Pur senza adottare l’impostazione provocatoria che caratterizza la riflessione di Pietro Ichino, è evidente a tutti che il sistema delle relazioni sindacali, in un settore che oggi conta ben 50 diverse forme contrattuali, non funziona e rischia di non reggere più a lungo".
"Bisogna perseguire la semplificazione contrattuale" – sostiene il leader della Fit lombarda, Dario Balotta, che sottolinea le difficoltà che il processo incontra anche dentro la stessa struttura sindacale.
"Tra i tanti motivi per cui non decolla una struttura contrattuale diversa e più decentrata c’è anche quello delle resistenze dei nostri apparati nazionali" afferma Balotta.
Cambiamento e riforma del sistema contrattuale hanno tenuto banco durante L'incontro ed una "risposta, che è anche una proposta concreta" come tengono a sottolineare in Fit arriva dal documento elaborato dalla Cisl lombarda, spiega il segretario regionale Osvaldo Domaneschi.
"Per i trasporti serve un solo contratto nazionale di comparto a maglie larghe per poi sviluppare la contrattazione decentrata a livello aziendale. Le Regioni, dal canto loro, dovranno svolgere una funzione di equilibrio e di solidarietà la dove la contrattazione aziendale ha difficoltà a realizzarsi".
M. M. – clickmobility.it