Lo stato di salute del Paese e del pianeta nella XVII edizione del rapporto annuale di Legambiente

RAPPORTO LEGAMBIENTE: IN ITALIA MALE ENERGIA E TRASPORTI

RAPPORTO LEGAMBIENTE: IN ITALIA MALE ENERGIA E TRASPORTI

l'Italia è il paese europeo con la più alta mobilità di passeggeri su stradaLa maglia nera va all'Italia per il traffico

Legambiente fa il punto sullo stato di salute del nostro paese.
I dettagli emergono diretti dalla XVII edizione del rapporto annuale di Legambiente che concede ampi spazi a mobilità e trasporti.

"Siamo il Paese europeo, tra i 15 membri storici dell’Unione, con la più alta mobilità di passeggeri su strada (15400 km/ab/anno: +60% sulla Germania, +31% sulla media Ue), e a parte il Lussemburgo quello con la maggiore “dotazione” pro-capite di automobili (58 auto per 100 abitanti, la media Ue è di 48) – spiegano a Legambiente -. Nel 2004 (ultimi dati disponibili) il 78% delle città italiane ha superato i limiti fissati dall’Europa per l’inquinamento da polveri sottili (in Europa il 53,5%)".

“Ambiente Italia 2006”, il rapporto annuale di Legambiente è stato presentato ieri a Roma dal presidente nazionale Roberto Della Seta, dal presidente onorario Ermete Realacci, dal direttore generale Francesco Ferrante e dal curatore Duccio Bianchi.

“La qualità ambientale in Italia – ha detto Roberto Della Seta, presidente nazionale dell’associazione – paga un prezzo alto ad anni di immobilismo e decisioni sbagliate e in particolare a questo quinquennio di governo Berlusconi segnato da una totale disattenzione per le ragioni dell’ambiente. Di più, specie in settori chiave per il futuro del Paese come i trasporti e l’energia, la mancanza di politiche forti per la sostenibilità si rivela come un fattore decisivo della stessa perdita di competitività e dei rischi ormai evidenti di un declino italiano: perché un sistema dei trasporti di passeggeri e merci che si basa quasi del tutto sulla mobilità stradale, un sistema energetico che non guadagna in efficienza e resta largamente dipendente dal petrolio e dal carbone, non solo penalizzano l’ambiente locale e globale e la salute dei cittadini, ma pesano come un macigno sulla tasche delle famiglie, sui costi delle imprese, sul cammino dell’innovazione tecnologica”.

“Dalla lettura del Rapporto di Legambiente – afferma Della Seta – si conferma che l’Italia è un Paese in difficoltà ma non immobile. E molti dati dimostrano che per crescere e riuscire a competere è importante valorizzare le risorse territoriali, cioè l’intreccio di natura, cultura, coesione sociale, capacità d’innovazione che è la più preziosa materia prima di quella che Ermete Realacci ha chiamato ‘soft economy’ e anche uno dei motori del ‘made-in-Italy’”.

I numeri del Rapporto

Le 10 proposte al Governo

“Ambiente Italia 2006” non si limita a proporre un bilancio della situazione ad oggi, guarda anche al futuro e in particolare rivolge al futuro governo Prodi dieci proposte d’interventi immediatamente cantierabili per mettere l’ambiente al centro delle politiche contro il declino. Vediamole.

1. Energie pulite. Programmare un piano di incentivi che spinga la diffusione del solare, dell’eolico e delle altre fonti a emissione zero, sul modello del “conto energia” adottato in Spagna e Germania. Riprodurre su scala nazionale la misura introdotta dal Comune di Roma che rende obbligatoria una quota minima di solare termico e fotovoltaico su tutti i nuovi edifici ad uso residenziale, terziario e industriale.
2. Efficienza energetica, edilizia, gas. Avviare una politica dal lato della domanda, per frenare l’aumento dei consumi energetici. Dare effettiva applicazione alle nuove norme sulla certificazione di efficienza energetica degli edifici. Varare programmi di sostegno all’innovazione tecnologica nell’edilizia. E puntare sul gas come fonte fossile di transizione, anche realizzando alcuni impianti di rigassificazione.
3. Riformare la legge Delega e la legge Obiettivo. Nel primo caso, ristabilire le indicazioni contenute nella legge 183/1989 in materia di difesa del suolo, nel decreto Ronchi (22/1997) sui rifiuti, nella legge Galli 152/1998 sulle acque. Semplificare e rendere coerente il quadro normativo recependo i principi ispiratori della più avanzata legislazione ambientale (“Chi inquina paga”, responsabilità estesa, precauzione, partecipazione responsabile). Per quanto riguarda la legge Obiettivo, ricondurre tutti i progetti di nuove infrastrutture dentro procedure trasparenti e democratiche di valutazione dell’utilità e dell’impatto ambientale, e riprogrammare le priorità privilegiando gli investimenti nel trasporto su ferro, nel cabotaggio, sul potenziamento e la modernizzazione dei nodi metropolitani e locali (che assorbono l’80% degli spostamenti).
4. Combattere le ecomafie. Inserire nel Codice penale i delitti contro l’ambiente con sanzioni adeguate alla gravità del reato, e rendere più spedite e certe le procedure in materia di repressione degli abusi edilizi.
5. Mobilità urbana. Sostenere il necessario sforzo dei Comuni per rendere più forte, moderno ed efficiente il trasporto collettivo, in particolare su ferro (negli ultimi anni i trasferimenti a regioni ed enti locali per questa “posta” sono sensibilmente diminuiti).
6. PiccolaGrandeItalia. Realizzare un sistema integrato di finanziamenti, incentivi, defiscalizzazioni e semplificazioni burocratico-amministrative per rilanciare il ruolo dei quasi 6 mila piccoli comuni, protagonisti indispensabili di un cammino di sviluppo solido e sostenibile.
7. Bonificare i siti inquinati. Servono risorse ma soprattutto modifiche normative per consentire la bonifica dei siti individuati nel Programma nazionale di bonifica del 1998, in una logica che coniughi il risanamento ambientale con l’avvio di nuove attività ad basso impatto ambientale e ad al alto tasso d’innovazione.
8. Valorizzare il patrimonio forestale. Occorrono forti politiche per la tutela di boschi e foreste, presìdi decisivi contro il dissesto idrogeologico: in particolare, bisogna favorire l’uso delle biomasse vegetali per produrre energia pulita e promuovere la certificazione forestale, passaggi utili anche rispetto agli obiettivi di Kyoto.
9. Tutelare i fiumi. Estendere la pianificazione di bacino e la concertazione tecnico-istituzionale tra Stato e Regioni, attuare seri e radicali interventi di delocalizzazione degli edifici e delle attività presenti nelle aree a rischio di esondazione, promuovere interventi di rinaturalizzazione degli alvei e delle aree golenali.
10. Investire nella ricerca e nell’innovazione per l’ambiente. Favorire la ricerca in campo ambientale e l’innovazione tecnologica di processo e di prodotto orientata a rendere più sostenibili produzioni e consumi; incentivare i prodotti e i servizi “ad alto valore aggiunto ecologico”, cominciando dagli acquisti delle pubbliche amministrazioni.M. Gio M. – clickmobility.it

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