I sindacati critici sull'emendamento al Dl Bersani “Il Governo ha presentato un emendamento al Decreto Bersani sulle liberalizzazioni che anticipa i contenuti del tavolo sulle regole e ne decide gli esiti, che sono in totale contrapposizione con le proposte del sindacato e con le esigenze di regolazione del mercato ferroviario”
A rischio naufragio il confronto fra Governo e sindacati.
Il 15 maggio scorso il Governo aveva assunto impegni specifici nei confronti delle organizzazioni sin- dacali, gli stessi che avevano convinto le parti sociali a soprassedere sullo sciopero ferroviario e che oggi non sembrano portare agli effetti previsti.
Il rischio di un nuovo sciopero è rafforzato dalle tesi proposte dai sindacati che, in mancanza di novità, confermano lo stop previsto per il 22 giugno.
La settimana scorsa si è tenuta la prima riunione fra Governo e vertici FS, nell’ambito dell’intesa rag- giunta alla presidenza del Consiglio il 15 maggio scorso.
Il verbale d’intesa prevedeva l’attivazione di tre distinti tavoli di lavoro:
– regolazione della concorrenza e dell’accesso al mercato
– costruzione di un contratto unico di riferimento per il settore
– piano d’impresa delle Ferrovie dello Stato.
"Il 29 maggio, il Governo ha presentato un emendamento al Decreto Bersani sulle liberalizzazioni che anticipa i contenuti del tavolo sulle regole e ne decide gli esiti, che sono in totale contrapposizione con le proposte del sindacato e con le esigenze di regolazione del mercato ferroviario – sottolineano le se- greterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Fast ferrovie, Ugl A.F., Orsa Ferrovie in un comuni-cato congiunto -.
L’emendamento sostitutivo dell’art. 10 del Decreto Bersani, decide la totale liberalizzazione della parte redditizia del trasporto ferroviario passeggeri su media e lunga percorrenza, mentre per quanto riguar- da il servizio universale, che non ha sostenibilità economica, il Governo deciderà i servizi da man- tenere e da contrattualizzare con le necessarie compensazioni e quelli da cancellare.
Con un intervento di questo tipo si aggiunge un altro caso clamoroso di privatizzazione dei profitti e di socializzazione delle perdite.
Con l’aggravante che al cittadino consumatore questa liberalizzazione toglierà inevitabilmente servizi, nelle aree e negli orari a domanda debole, con la prevedibile forte penalizzazione per il Sud".
I sindacati parlano di fatti molto gravi che "svuotano sostanzialmente il percorso previsto a Palazzo Chigi".
"Lo stesso piano d’impresa di Ferrovie è pesantemente condizionato da queste scelte che rendono in- certi i volumi di attività e sottraggono risorse fondamentali al servizio ferroviario – sostengono le orga- nizzazioni sindacali -.
Sul piano del metodo appare veramente sconcertante che, mentre si fissa una riunione successiva per il giorno 14 sul tema delle regole, il Governo scelga di portare in Parlamento un emendamento nega- tivo e parziale, che spinge ulteriormente sul tema delle liberalizzazioni e non porta traccia della clau- sola sociale e della questione relativa al contratto unico di riferimento.
Allo stesso modo il Disegno di legge Lanzillotta sui servizi locali è stato licenziato dalla Commissione Affari Costituzionali, senza tenere conto dei problemi sollevati dal sindacato.
Abbiamo fatto presente al Governo e ai vertici di FS che, in presenza di questi fatti, l’illustrazione del Piano d’impresa era segnata in modo fortemente negativo del quadro regolatorio che si va delineando e quindi la riunione avrebbe sostanzialmente perso di significato.
Al Governo abbiamo chiesto chiarimenti e il ripristino dell’accordo a Palazzo Chigi, messo in discussio- ne dalle proposte consegnate al Parlamento.
Per queste ragioni le Segreterie Nazionali hanno formalizzato la richiesta alla Presidenza del Consiglio di un rapido chiarimento politico che garantisca la piena applicazione dell’intesa del 15 maggio".
In mancanza di chiarimenti, in particolare sul tema delle regole, il confronto, come sottolineano i sinda- cati, rischia di naufragare.
"Il confronto sul Piano d’impresa potrà continuare solo dopo che si saranno determinate le condizioni per la ripresa del confronto sul tavolo delle regole e su quello del contratto unico di settore.
E’ del tutto evidente che quanto avvenuto rafforza le ragioni dello sciopero del 22 giugno e la necessità di una forte risposta della categoria a sostegno della vertenza sindacale unitaria".Manu Mich. – clickmobility.it

Clickmobility:


