Presentato a Palazzo Granducale un dispositivo per abbattere le polveri fini degli scarichi delle auto. La Provincia ha collaborato alla sperimentazioneLo strumento si chiama Thermal Reaction Depuratore (TRD)
Dagli scarichi di un autocarro sono stati raccolti cinque chilogrammi di micropolveri. Il dato è emerso nel corso della sperimentazione di un nuovo dispositivo per l’abbattimento delle polveri fini dai gas di scarico degli automezzi. Lo strumento si chiama Thermal Reaction Depuratore (TRD).
I risultati sono stati presentati a Palazzo Granducale, dall’assessore all’ambiente, Rocco Garufo e dagli ideatori del dispositivo: Vincenzo Benincasa, Andrea Marongiu, Massimo Provenzale.
“Siamo particolarmente soddisfatti di un’ iniziativa frutto del lavoro di un gruppo di tecnici locali che ha messo a punto un’idea innovativa, in grado di rispondere ad uno dei problemi che affligge le nostre città: l’inquinamento prodotto dai gas di scarico degli automezzi – ha spiegato l’assessore Rocco Garufo, che insieme all’assessore Laura Bandini ha promosso il progetto –.
I risultati sono estremamente interessanti e speriamo che i tecnici possano passare in breve tempo anche alla produzione industriale. Per sostenere lo sviluppo della ricerca la Provincia stanzierà un contributo finanziario anche per il 2008”.
A spiegare il funzionamento del TRD è Vincenzo Benincasa. “I filtri attualmente in uso sulle auto (le cosiddette Euro 4), trattengono solo le particelle di un certo diametro, frantumandole ulteriormente e liberando grosse quantità di nanopolveri. Il nostro dispositivo, montato al posto della marmitta, si basa su un concetto totalmente diverso. Non esiste nessun tipo di filtro.
Tutte le polveri presenti nello scarico vengono raccolte attraverso il sistema della condensazione.
I gas di scarico entrano nell’apparecchio a 600° C e vengono velocemente raffreddati fino a 30°. Durante questo processo si sviluppa una reazione termica che produce una condensa che cattura tutte le particelle presenti e le convoglia in un raccoglitore. In pratica usiamo lo stesso sistema che usa la natura quando, attraverso la pioggia o l’umidità, deposita a terra le polveri presenti nell’atmosfera”.
Per la sperimentazione è stato usato un autocarro messo a disposizione dalla Provincia, un Iveco turbodiesel del 1986, classificato Euro zero.
“Ringraziamo l’amministrazione provinciale, il primo ente che ha creduto in questo progetto, perché ci ha permesso di portare a termine la nostra sperimentazione”.
Uno dei risultati inattesi è stato anche il considerevole calo del rumore del motore, che da prove effettuate risulta intorno al 55%.
I risultati della sperimentazione sono stati sottoposti anche al giudizio di Stefano Montanari, del laboratorio “Nanodiagnostics” di Modena, uno dei massimi esperti mondiali di nanopolveri e di patologie provocate da questo tipo di particelle.
“Il prof. Montanari – hanno sottolineato i tecnici – ha ritenuto i dati prodotti di estremo interesse. Per la prima volta, infatti, le micropolveri sono state compattate e rese “visibili”.
Ciò consente l’effettuazione di analisi più approfondite. Il nostro sistema, non usando filtri, non disperde in alcun modo nell’atmosfera le nanopolveri, che possono essere smaltite senza danni per l’ambiente. Il sistema, inoltre, può essere applicato anche per la riduzione dei fumi nei grandi impianti".
Prenderà ora il via un’ulteriore fase di ricerche per lo sviluppo dell’invenzione. M. M. – clickmobility.it

Clickmobility:


