Il Coordinamento CUB Trasporti di Ferrara osteggia la fusione fra Atc e Acft

FERRARA. LE RDB L'ATTACCO DEL PROGETTO DI FUSIONE FRA LE AZIENDE DI TPL DI FERRARA E BOLOGNA

FERRARA. LE RDB L'ATTACCO DEL PROGETTO DI FUSIONE FRA LE AZIENDE DI TPL DI FERRARA E BOLOGNA

Critiche evidenti ai dati relativi allo studio di attuazione sulla possibile aggregazioneIl sindacato di base “mobilitazione immediata per evitare che ai lavoratori dei trasporti, ed alle comunità di Ferrara e Bologna, si ripeta quanto sta accadendo nel settore del gas e dei rifiuti”

Il Coordinamento CUB Trasporti di Ferrara va L'attacco del progetto di fusione delle aziende munici- palizzate dei trasporti pubblici di Ferrara e Bologna.
Una presa di posizione che poggia sui dati che emergono dallo studio di attuazione dato in consulenza esterna, con L'intento specifico di ridurre i costi di gestione a discapito dei lavoratori e dei cittadini.

“Dopo mesi di attesa – affermano le RdB -, stanno cominciando a circolare i risultati dello studio  (per lavoratori, sindacati e cittadini) dell’Advisor (la Consulenza esterna) nominato dai Comuni e Province di Bologna e Ferrara sulla possibile aggregazione tra le aziende Atc Bologna e Acft Ferrara”.

I dati di cui parlano ampiamente i sindacati sono "il risultato della prospettata aggregazione, propedeu- tico alla proroga dell’affidamento diretto sino al 31 dicembre 2009; l’esistenzia di un piano industriale dell’Atc; l’obiettivo centrale della riduzione dei costi".
Su quest’ultimo aspetto, si legge ancora nella nota della Cub Trasporti, si prefigura la "societarizzazio- ne dei depositi, funzionale alla loro privatizzazione, il decentramento spinto di automezzi e personale, la ricollocazione delle attività di manutenzione, una struttura organizzata con un modello ‘divisionale’, con il conseguente accentramento delle funzioni strategiche".

Il sindacato di base parla della necessità di una "mobilitazione immediata per evitare che ai lavoratori dei trasporti, ed alle comunità di Ferrara e Bologna, si ripeta quanto sta accadendo nel settore del gas e dei rifiuti".
Un altro elemento di difficoltà è quello relativo alla possibile "non unicità dei trattamenti per il persona- le: se i depositi saranno considerati ‘imprese autonome’, avranno anche autonomia imprenditoriale e quindi la possibilità di applicare contrattazioni diverse per gli addetti".

Quella attuale è in realtà una prima fase del processo, che soltanto nei prossimi mesi verrà messo a punto a partire dal momento in cui L'"advisor", ovvero la società di consulenza, consegnerà agli enti proprietari la proposta definitiva di riassetto.

Sulla situazione L'allarme reso pubblico dai sindacati prende in esame anche le dimensioni della futura maxi azienda, lo studio – spiegano ancora nella nota – "stima per la produzione di trasporto pubblico locale una dimensione aziendale economicamente ottimale valutata tra 300 e 500 mezzi".Manu Mich. – clickmobility.it

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