Il progetto firmato dall'architetto statunitense Peter Eisenman

NAPOLI. CIRCUMVESUVIANA, PRESENTATI I PROGETTI DELLE NUOVE STAZIONI DI POMPEI

NAPOLI. CIRCUMVESUVIANA, PRESENTATI I PROGETTI DELLE NUOVE STAZIONI DI POMPEI

l'idea progettuale consiste nel realizzare un percorso pedonale continuo che permetterà al visitatore di raggiungere la città attraverso la stazione di Villa dei Misteri e di lasciarla attraverso la stazione del Santuario o viceversa

Presentati i progetti preliminari per le nuove stazioni di Pompei-Santuario e Villa dei Misteri della Circumvesuviana.
A fare gli onori di casa L'assessore regionale ai Trasporti, Ennio Cascetta che insieme all’architetto statunitense Peter Eisenman ha proposto gli elementi progettuali delle opere.

Presenti L'evento, tra gli altri, il presidente della Commissione Trasporti del Consiglio regionale, Pasquale Sommese e il sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio.

Grazie al previsto interramento della linea ferroviaria, l’idea progettuale principale per le due stazioni consiste nel realizzare un percorso pedonale continuo che, con l’estensione delle tre differenti griglie stradali che costituiscono la struttura dell’antico decumano della Pompei romana, permetterà al visitatore di raggiungere la città attraverso la stazione di Villa dei Misteri e di lasciarla attraverso la stazione del Santuario, o di seguire il percorso inverso. Si metteranno così in collegamento diretto – anche simbolico – la città antica e quella vecchia e i flussi di turismo religioso e archeologico.

L’area coperta da questo sistema di griglie sovrapposte sarà abbellita con una piazza, giardini, panchine e fontane.

Ma vediamo gli elementi fondamentali dei due progetti.

La stazione di Pompei-Santuario si presenta a forma di stella o ragno.
L’edificio della nuova stazione assomiglierà nella sua forma planimetrica a una stella o a un ragno che proietta la sua tela all’interno del tessuto esistente, con una grande copertura in  vetro e acciaio al di sopra di un ampio spazio pedonale a “scala umana”.

Le molteplici direttrici e griglie stradali dedotte dalla città antica diventeranno poi la struttura di un vasto tetto che coprirà tutti gli spazi pubblici del complesso. Tra di esse sono stesi fogli di tessuto rigido traslucido che provvedono alla diffusione di luce soffice e chiara.

La luce naturale filtra fino al piano banchine attraverso ampie aperture vetrate del pavimento, il cui motivo riproduce quello del tetto.

Oltre alle tradizionali funzioni connesse all’attività della ferrovia quali biglietterie, servizi igienici, spazi di servizi per il personale, nel complesso potranno trovare spazio varie attività commerciali quali un caffè-ristorante, spazi commerciali di vario tipo e servizi di informazione turistica.

L’edificio della stazione è suddiviso su due livelli, uno sotterraneo con la banchina di accesso ai treni, l’altro a quota piazza della hall di ingresso.

E’ poi previsto un parcheggio interrato nella zona a nord della stazione che si sviluppa su due piani, con l’ingresso garantito da una rampa circolare a doppio senso di marcia. Ogni livello è costituito da un compartimento di forma trapezoidale, dove sono collocati circa 185  stalli di cui alcuni – in prossimità dei collegamenti verticali pedonali verso l’interno della stazione – dedicati a parcheggio per diversamente abili.

Per quanto riguarda i materiali utilizzati, la pietra lavica scura servirà per i pavimenti, i percorsi, i giardini infossati e gli specchi d’acqua, mentre i muri  della stazione saranno invece realizzati o in cemento armato – a cui sarà aggiunto un additivo bianco per l’esterno – o in blocchi di cemento finiti ad intonaco di marmorino bianco, così da produrre un delicato effetto di scintillio alla luce.

Il progetto per la stazione di Villa dei Misteri prevede una ristrutturazione dell’edificio esistente (realizzato dall’architetto Marcello Canino), per liberarlo da modifiche avvenute nel tempo e quindi riportarlo alla situazione originaria di progetto.

Oltre alla previsione di  interventi di risistemazione sia delle aree circostanti (per migliorare la circolazione) che delle aree interne del fabbricato (spazi per servizi dedicati ai visitatori, come un vero e proprio “visitor center”),  l’idea progettuale è di collegare la stazione (situata sulla linea Circumvesuviana Napoli-Castellammare-Sorrento) a quella di Pompei Santuario (che si trova invece sull’altra linea Circumvesuviana Napoli-Pompei-Poggiomarino-Sarno) con un percorso pedonale.

Il progetto si adeguerà a quanto previsto per l’ingresso alla città antica, e pertanto andrà approntato in coordinamento con la Soprintendenza e Direzione degli Scavi, al fine di rendere sempre più agevole l’arrivo e l’uscita dei visitatori.

I due interventi rientrano nel progetto di potenziamento del sistema di metropolitana regionale della Campania, che ha visto negli ultimi sette anni l’apertura al pubblico di oltre 40 km di linee e 32 fermate e stazioni tra nuove e riqualificate per un investimento complessivo di circa 8 miliardi di euro, di cui quasi 3 già spesi.

Nella realizzazione di questo sistema si è dato particolare valore alla qualità architettonica delle infrastrutture da costruire, avviando un vero e proprio binomio arte-stazioni, come testimonia il fatto di aver affidato i progetti di Pompei a un architetto di fama internazionale come Eisenman e coinvolgendone numerosi altri nella realizzazione delle altre stazioni del sistema.

Tre gli obiettivi principali: far sì che le nuove stazioni siano anche grandi opere di architettura moderna, belle anche da vedere; renderle non solo luoghi di arrivo e partenza dei treni, ma veri e propri centri di aggregazione con bar, ristoranti, negozi; infine, riqualificare anche i quartieri e le aree che le circondano, con nuovi progetti di accessibilità e di arredo urbano

Chi è Eisenman

Peter D. Eisenman è nato a Newark, New Jersey, nel 1932. Ha studiato presso la Cornell University (Master of Architecture Degree), la Columbia University (Master of Architecture Degree) e la University of Cambridge in Inghilterra (Master e Ph. D.). Ha inoltre ricevuto una laurea ad honorem in Fine Arts dalla University of Illinois di Chicago. Ha insegnato in molte università nordamericane e europee, tra cui Cambridge, Princeton e Yale. Dal 1982 al 1985 ha tenuto una cattedra a Harvard e in seguito alla University of Illinois di Chicago. La sua attività professionale inizia nel 1960 con una lunga serie di concorsi e progetti. Dal 1963 al 1967 collabora spesso con Michael Graves fino al progetto per il Manhattan Waterfront commissionato dal Moma. La fine dei sessanta e parte degli anni settanta sono occupati dagli studi teorici e critici e dai progetti per le “Houses”, alcuni dei quali realizzati, incentrati su una ricerca sul significato della forma e della rappresentazione in architettura. Partecipa a molti concorsi internazionali e vince, tra gli altri, quelli di Berlino (primo premio speciale Iba), Venezia (Leone d'oro alla Biennale del 1985 per “Romeo and Juliet”) e Columbus (dove nel 1989 viene realizzato il suo Wexner Center for the Visual Arts). Nel 1980 fonda a New York uno studio di progettazione con Jaquelin Robertson, con l’intenzione di dedicarsi principalmente all’attività professionale e di seguire la realizzazione dei suoi progetti negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, dove comincia a lavorare con successo dalla fine degli anni ottanta. Dal 1987 lo studio assume la denominazione attuale di Eisenman Architects. Ha progettato una vasta gamma di progetti e di prototipi, come una serie di case e progetti urbani fortemente legati al luogo che diviene presenza attiva segnando una modifica delle strategie progettuali. In Italia la diffusione del lavoro di Eisenman risale soprattutto alla mostra e al libro di Manfredo Tafuri “Five Architects N.Y.”, pubblicato da Officina nel 1973, seguito, nel 1976 dal testo “Five Architects N.Y.” di Camillo Gubitosi ed Alberto Izzo, in cui il suo lavoro veniva accomunato a quello degli altri giovani newyorkesi Hejduk, Graves, Meier e Gwathmey/Siegel. Redattore di “Oppositions” fin dalla sua nascita, Peter Eisenman è stato fondatore e direttore dell’Iaus (Institute for Architecture and Urban Studies) di New York, centro internazionale della ricerca e della critica contemporanea. Ha pubblicato saggi e articoli in tutte le maggiori riviste internazionali e numerosi libri. Manu Mich. – clickmobility.it

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