Il Centro studi di Unioncamere, sulla base dell’analisi dei bilanci societari depositati alle Camere di Commercio, scatta l'immagine delle oltre 4mila società partecipate da Comuni, Province, Regioni e Comunità montane
Sono oltre 4mila e danno lavoro a 255mila persone.
Sono decisamente tante e poco efficienti.
Pochi tratti ma essenziali per individuare la realtà delle società partecipate da Comuni, Province, Regioni e Comunità montane.
La fotografia della realtà è stata scattata dal Centro studi di Unioncamere sulla base dell’analisi dei bilanci societari depositati alle Camere di Commercio.
Il Rapporto, che esamina l’evoluzione in corso in questa realtà variegata, all’interno della quale occupa un posto di primo piano il sistema delle Local utility, è stato presentato ieri dal presidente di Unioncamere, Andrea Mondello.
Intervenuti Linda Lanzillotta, Ministro per gli Affari regionali, e Antonio Marzano, Presidente del CNEL.
Le società in questione sono tante, troppe e poco efficienti soprattutto al sud con un tasso di crescita delL'occupazione e del costo del lavoro notevole e una bassa produttività.
Il fenomeno interessa prevalentemente i Comuni (7.258 su 7.631 enti locali censiti come soci). Mediamente ogni Comune e' presente in piu' di 7 societa' (7,66 la media esatta). Una media che considera il fatto che in ogni società sono presenti spesso più enti locali e che ci sono enti locali cui fanno capo dei veri e propri 'gruppi di società'.
Il 65% delle società partecipate e' anche controllato (con più del 50%) degli enti locali. La tendenza e' ad incrementare le società controllate: queste ultime sono aumentate infatti del 12% in tre anni, mentre le partecipate di minoranza sono diminuite del 4,1%.
Soprattutto sono aumentate le partecipate al 100% (202 società in più tra il 2003 e il 2005).
Considerando solo le società in cui gli enti locali detengono almeno il 10% del capitale, si vede che la quota più significativa fa riferimento L'ambito delle infrastrutture e dei servizi alle imprese (1.502 società di gestione delle infrastrutture o che si occupano di attività immobiliari, costruzioni, informatica, ricerca scientifica, esattorie ecc.), 460 al comparto energetico, 434 ai trasporti, 393 alla gestione dei rifiuti e 277 al ciclo integrato delL'acqua.
Dal punto di vista settoriale, si rileva: infrastrutture e servizi alle imprese (30,8%); energia, gas e acqua (15.1%); trasporti urbani (8,9 %); smaltimento dei rifiuti (8,1%). Ci sono pero' molte partecipazioni (oltre 1270) anche nel commercio e pubblici esercizi, attivita' ricreativo-culturali, formazione, servizi socio-sanitari, industria e agricoltura. In oltre 530 societa' la partecipazione e' poco significativa (sotto il 10%). Dal punto di vista territoriale al Sud si trovano poco piu' del 21% delle partecipate e delle controllate. Il restante 79% del Centro-Nord si concentra in Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto.
La ricerca – si legge ancora nella nota diffusa – si concentra sul triennio 2003-2005, con un aggiornamento, per alcuni aspetti, a fine 2007. In particolare, le società partecipate da Comuni, Province, Regioni e Comunità Montane erano 4.604 nel 2003 e sono salite a 4.874 nel 2005 (+5,9%).
Il 73% circa delle imprese partecipate al 2005 registra una presenza diretta di uno o piu' enti locali; nel restante 27% la partecipazione degli enti locali e' "mediata" da una o piu' società partecipate.
Tra il 2003 e il 2005 sono aumentate soprattutto le partecipazioni dirette (+11%), mentre quelle indirette sono diminuite (-6%).
Le partecipazioni pubbliche sono un fenomeno soprattutto municipale: 7.258 su 7.631 enti locali censiti come soci nel 2005 sono Comuni e, mediamente, ogni Comune e' presente in piu' di 7 società.
Per saperne di più…Manu Mich. – clickmobility.it