Un accordo “importante, fortemente innovativo e storico” sottolineano i presidenti di Aci e ASSTRA, Enrico Gelpi e Marcello Panetoni. “Bisogna abbandonare la cultura dei compartimenti stagni e abbracciare quella dell'integrazione, per affrontare i problemi nell'unica ottica quella di sistema”
Sette punti programmatici essenziali per un accordo che il presidente delL'Aci Enrico Gelpi non stenta a definire "importante e fortemente innovativo" e che per la prima volta "vede trasporto pubblico e privato unire le forze per affrontare insieme i molti e non facili nodi del sistema italiano della mobilità".
La novità, illustrata stamane nelL'ambito della 64a Conferenza del Traffico e della Circolazione, è L'accordo quadro di collaborazione stretto da Aci e ASSTRA, L'associazione nazionale delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia.
L'accordo mira a:
– sensibilizzare politica e opinione pubblica sulL'urgenza di sviluppare sinergie capaci di incidere nella politica dei trasporti;
– studiare i problemi connessi al rapporto territorio-cittadini-mobilità;
– realizzare progetti di trasporto plurimodale ed integrato;
– monitorare la qualità delL'ambiente e studiare soluzioni a basso impatto ambientale;
– collaborare alla progettazione di un sistema urbanistico coerente e integrato;
– realizzare iniziative congiunte in tema di sicurezza stradale;
– raccogliere ed elaborare dati sullo stato della viabilità locale e regionale.
Il documento è stato presentato dai presidenti ACI e ASSTRA, Enrico Gelpi e Marcello Panettoni.
"Bisogna abbandonare la cultura dei compartimenti stagni e abbracciare quella delL'integrazione, per affrontare i problemi nelL'unica ottica davvero in grado di risolverli: quella di sistema, in modo che ogni 'attore' – pedone, due e quattro ruote, autobus, tram, metro e ferrovie urbane – venga messo in condizione di fare al meglio la propria parte – ha spiegato Enrico Gelpi -".
"L'accordo si muove esattamente in questa direzione, per superare, una volta per tutte, la logica delle contrapposizioni e dei compartimenti stagni – ha proseguito Gelpi -. Sul nostro Paese grava un forte gap infrastrutturale, la domanda di mobilità continua a crescere mentre la qualità delL'offerta non tiene il passo, il gradimento del trasporto pubblico, purtroppo, scende (dal 2002 al 2007 – secondo L'Isfort – quello di bus e tram é sceso dal 76,1 al 62,1%!) e L'auto viene chiesto di sostenere quasi da sola il carico della mobilita' urbana, come conferma il fatto che il 75% degli italiani usa le quattro ruote per andare a lavorare".
Soddifazione per la redazione del documento congiunto è stata espressa anche dal presidente di ASSTRA, Marcello Panettoni per un accordo che non esita a definire storico.
"Finalmente viene superata, almeno di principio, la contrapposizione tra trasporto privato e trasporto pubblico, che non ha piu' nessuna vera ragion d'essere. Da oggi, ASSTRA ed ACI possono avviare una collaborazione fondata su un grande interesse comune: il miglioramento della mobilità".
Secondo Panettoni "lo stato attuale della mobilità urbana – per la complessità delle problematiche legate al traffico, L'uso delL'automobile, alla situazione in cui versa il sistema dei trasporti pubblici, alla mentalità e alla cultura della mobilità dei cittadini – rende sorpassato ed inadeguato affrontare anche il più piccolo tra i tanti nodi sul tappeto, con un approccio a senso unico ancora fondato sulL'ormai anacronistica antitesi trasporto collettivo/trasporto privato".
Per il presidente di ASSTRA, si impone, quindi, "il superamento di tale antitesi, per avviare un cammino di proficua collaborazione tra due grandi associazioni che rappresentano trasporto pubblico e trasporto privato. Due realtà – ha concluso Panettoni – che devono diventare poli complementari di quel sistema complesso, multiforme e in continua evoluzione che e' la mobilita' urbana del 3* Millennio".
ACI e ASSTRA chiedono congiuntamente L'individuazione di risorse economiche adeguate e costanti per L'ammodernamento dei veicoli adibiti al trasporto pubblico verso standard più elevati di comfort, sicurezza e eco-compatibilità. Per il presidente delL'Automobile Club d'Italia e' necessario "definire un programma strutturale di ammodernamento della flotta circolante da attuare nelL'arco di 5 anni. I fondi per la sostituzione degli autobus Euro0 e Euro1 dovrebbero poter essere attribuite direttamente ai Comuni, anche nella formula di agevolazioni al noleggio a lungo termine o del fleet management".
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di ASSTRA, secondo cui "servono 26.000 nuovi autobus nei prossimi 7 anni, per un investimento complessivo superiore a 6,5 miliardi di euro da reperire dallo Stato, dalle Regioni, dagli Enti locali e dalle stesse aziende in autofinanziamento".Manu Mich. – clickmobility.it

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