Su richiesta di comunicazioni da parte di Alleanza Nazionale, il vicesindaco Tom Dealessandri ha riferito sulla situazione

Torino. Fusione Gtt-Atm: ieri dibattito in Consiglio comunale

Torino. Fusione Gtt-Atm: ieri dibattito in Consiglio comunale

Dealessandri: “Due i possibili modelli di azienda tra cui scegliere. Nel primo i due soci al 50% costituiscono due società operative sui rispettivi territori. Nella seconda prima di dar vita alla nuova azienda, partecipano ad una società che gestisce le rispettive partecipazioni finanziarie”

Dibattito ieri pomeriggio, in Sala Rossa, sulla possibile fusione tra il Gruppo torinese trasporti e l’Azienda trasporti milanese.
Su richiesta di comunicazioni da parte di Alleanza Nazionale, il vicesindaco Tom Dealessandri ha riferito sulla situazione.

Ultima tappa dei lavori, in ordine di tempo, l’incontro tra i sindaci Chiamparino e Moratti della scorsa settimana.

A tale scopo sono stati fatti approfondimenti con gli advisors finanziari e legali delle due aziende di trasporto, la cui integrazione dovrebbe sviluppare economie di scala in grado di generare nuove risorse e di produrre innovazione.

La creazione di un’azienda più forte, leader in Italia con un fatturato di 1,2 miliardi, consentirebbe di cogliere opportunità di mercato a livello nazionale e di aprire eventualmente il capitale a soci privati.

In questo campo, però, il fatturato medio delle aziende europee è di 3 miliardi di euro, con aziende che arrivano a 6 miliardi.

Gli attuali fatturati sono rispettivamente di 461 milioni (GTT) e 576 milioni (ATM), con investimenti in atto di 143 milioni (ATM) e 171 milioni (GTT). Complessivamente il peso delle due aziende è stimabile in un 38%, 40% di GTT, contro un 60%, 62% di ATM.

Tra le prerogative torinesi: il know how ferroviario e la piattaforma di ecomobilità, mentre Milano vanta il ticket elettronico, l’Ecopass, e la centrale dei parcheggi.

"Due sono i possibili modelli di azienda tra cui scegliere – ha spiegato Tom Dealessandri -.
Nel primo, fermo restando che i patrimoni rimangono in capo ai due comuni, fatta salva la quota necessaria all’operatività, i due soci al 50% costituiscono due società operative sui rispettivi territori.
Nella seconda ipotesi i due comuni, prima di dar vita alla nuova azienda, partecipano ad una società che gestisce le rispettive partecipazioni finanziarie".

"Quanto alle regole, si punta ad una pari dignità che tuteli entrambi i soci nelle decisioni, a meccanismi di verifica della qualità dei servizi erogati, all’adozione di vincoli di destinazione per i finanziamenti pubblici, alla tutela dei marchi e dell’immagine, ad un vincolo di territorialità dei patrimoni e alla creazione di un classico consiglio d’amministrazione".

Per Dealessandri non si può certo dire di essere giunti alla dirittura finale, ma certamente ad un buon punto del lavoro.

A conclusione del dibattito, il vice sindaco Tom Dealessandri ha accolto la richiesta pervenuta dai consiglieri di coinvolgere la Sala Rossa nella discussione, fatta salva la necessità di mantenere segrete le informazioni del tavolo di lavoro tra le due aziende. La fusione, in ogni caso, ha aggiunto il vice sindaco, non comporterà riduzioni del personale ma potrà riguardare un riequilibrio fra i quadri della società.

In riferimento al patrimonio, Dealessandri ha detto che per la parte che appartiene alla città (linee, binari) è ipotizzabile una partecipazione della Cassa Depositi e Prestiti.Manu Mich. – clickmobility.it

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