Strategici gli interventi su infrastrutture, carburanti, energia, trasporti, servizi pubblici locali, farmaci, professioni, distribuzione commerciale e servizi finanziari Semplificare il quadro normativo e ridurre al minimo i regimi autorizzatori, anche a livello locale
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha approvato una segnalazione al Governo e al Parlamento nella quale vengono esaminati i settori economici più importanti per il Paese ed evidenziati gli aspetti limitativi della concorrenza nei diversi mercati. Il documento, al quale sono allegate alcune schede settoriali, rappresenta un contributo di analisi tecnica che l’Autorità intende mettere a disposizione del legislatore.
Nella segnalazione vengono indicati i settori dove mancanza di concorrenza e lentezza del processo decisionale pubblico rappresentano un freno per la crescita del Paese: infrastrutture, energia, servizi pubblici locali, trasporti, distribuzione commerciale, carburanti, professioni e servizi finanziari costituiscono per l’Antitrust i comparti dove occorre intervenire. Di seguito le aree segnalate dall’Antitrust.
Per le infrastrutture il 'no' ai veti incrociati è un elemento essenziale per L'Authority
"Il nostro sistema produttivo è fortemente condizionato dagli oneri e dagli svantaggi connessi ai maggiori prezzi e alla minore qualità ed efficienza di servizi e risorse essenziali quali l’elettricità, il gas e i trasporti, diretta conseguenza di una dotazione infrastrutturale complessivamente deficitaria. Occorre che Governo e Parlamento individuino le priorità. Per eliminare i veti incrociati che bloccano la realizzazione delle opere occorre attribuire allo Stato centrale la funzione di decisore di ultima istanza sulle scelte relative alla realizzazione delle infrastrutture di interesse nazionale".
Per settori quali L'elettricità diventa giocoforza incentivare gli investimenti sulla rete, per il gas, favorire L'accesso di nuovi soggetti.
In fatto di FS il 'si' è deciso alla separazione in fatto di proprietà.
"Occorre procedere alla separazione proprietaria per eliminare la molteplicità dei ruoli e delle funzioni attualmente esercitati dal gruppo Ferrovie dello Stato, al tempo stesso operatore del servizio, gestore della rete e, per alcuni aspetti, regolatore del mercato. È inoltre necessaria una più chiara individuazione degli ambiti di servizio pubblico, quantificandone i relativi oneri e lasciando al mercato, attraverso il meccanismo della gara, la scelta del gestore. Per le tratte non remunerative si minimizzerà così l’entità del sussidio pubblico favorendo per gli altri casi la destinazione di almeno parte della rendita allo sviluppo dei collegamenti ad alta velocità e al finanziamento degli investimenti nelle infrastrutture logistiche necessarie allo sviluppo dell’intermodalità nel comparto del trasporto merci".
Le aspettative generate dalle iniziative di liberalizzazione dei servizi pubblici locali risultano, ad oggi, disattese. "È prioritaria la loro privatizzazione per eliminare alla radice i conflitti di ruolo derivanti dai diffusi legami proprietari tra soggetto pubblico (regione o ente locale) e società affidataria del servizio. Solo in questo modo sarà possibile garantire una maggiore trasparenza e imparzialità delle procedure di selezione del gestore e una concorrenza efficace e non distorta tra imprese operanti nell’esercizio di attività pienamente liberalizzate (vendita di gas ed elettricità agli utenti finali). Un ruolo importante potrà essere svolto dalle fondazioni di origine bancaria".
Dove, per le caratteristiche dei mercati, non è possibile la concorrenza tra più operatori, dovranno essere garantite procedure di affidamento trasparenti e non discriminatorie.
"Per il trasporto ferroviario locale, la distribuzione idrica, elettrica e di gas, caratterizzati da infrastrutture di rete (la cui proprietà deve restare pubblica) gli affidamenti non possono che essere di lungo periodo: si tratta, infatti, di settori che richiedono investimenti importanti, con un periodo di ammortamento significativamente lungo. Occorrerà dunque rafforzare il ruolo della regolazione per garantire la qualità, l’efficienza e l’economicità dei servizi, assegnando le competenze alle Autorità nazionali già esistenti".
Per il settore delL'industria distributiva elemento fondamentale diventa la liberalizzazione di orari e apertur dei negozi, mentre per i carburanti occorre puntare su Gdo e operatori indipendenti.
"Il regime di disciplina della distribuzione dei carburanti deve essere liberalizzato: le rigidità e le inefficienze della struttura distributiva incidono, infatti, sul costo finale dei carburanti, con effetti che interessano l’intero sistema economico. Vanno quindi eliminati i vincoli relativi alle distanze minime, alle superfici minime e agli standard qualitativi. Occorre inoltre liberalizzare gli orari massimi di apertura e rafforzare la competitività degli operatori di impianti di distribuzione non integrati a monte con la raffinazione e la logistica. A questo fine vanno valutati interventi normativi che obblighino i titolari di infrastrutture logistiche a riservare a terzi una quota della capacità complessiva dei rispettivi depositi e inducano i soggetti che controllano gli impianti di raffinazione di prodotti petroliferi a cedere quantitativi di prodotto, in particolare a operatori di minori dimensioni che non siano in grado di approvvigionarsi sul mercato internazionale".
In fatto di farmaci devono abbandonare il campo i tanti vincoli per le farmacie, incentivando al tempo stesso i farmaci generici.
Mentre nel comparto dei servizi professionali diventa essenziale portare avanti L'azione di modernizzazione.
Per le banche L'Authority chiede informazioni più chiare da destinare ai consumatori, mentre rileva quanto sia ancora troppo esile la concorrenza nel settore delle assicurazioni.
Infine per l’Autorità è prioritario ridurre, semplificare e razionalizzare il quadro normativo, ricorrendo ai testi unici e ai codici. Per ciascun settore economico occorre verificare la necessità e proporzionalità delle procedure amministrative previste, eliminando quando è possibile l’assenso preventivo della pubblica amministrazione. La verifica andrebbe ripetuta nel tempo alla luce dell’evoluzione del contesto economico e tecnologico. Dovrebbe essere attuato il progettato sportello unico per le imprese.
"Andrebbe riconosciuta all’Antitrust la legittimazione ad impugnare, tramite l’Avvocatura generale dello Stato, l’atto amministrativo a carattere generale in contrasto con la disciplina della concorrenza".Manu Mich. – clickmobility.it