In vista dell’attuazione del lotto unico, Ataf ha chiesto alla Provincia di unificare le scadenze dei contratti di servizio, in vigore sui diversi lotti

Firenze. Lotto unico per il tpl fiorentino: Ataf accoglie con favore la proposta della Provincia

Firenze. Lotto unico per il tpl fiorentino: Ataf accoglie con favore la proposta della Provincia

Capezzuoli: “L’istituzione del lotto unico provinciale permetterebbe di rispondere in modo più adeguato alle esigenze di mobilità dei cittadini e di riorganizzare il sistema di trasporto pubblico secondo criteri di maggiore funzionalità ed efficienza”

Ataf accoglie con favore la proposta di riorganizzazione del Tpl presentata dal presidente della Provincia, Matteo Renzi, che apre il dibattito su un tema centrale per il futuro della mobilità cittadina. In particolar modo è apprezzabile l’ipotesi di istruire la prossima gara per l’affidamento del contratto di servizio sulla base di un lotto unico che accorpi i quattro attualmente esistenti.
“L’istituzione del lotto unico provinciale permetterebbe di rispondere in modo più adeguato alle esigenze di mobilità dei cittadini e di riorganizzare il sistema di trasporto pubblico secondo criteri di maggiore funzionalità ed efficienza – ha detto la presidente di Ataf, Maria Capezzuoli –. La proposta della Provincia è sicuramente un buon primo passo sulla strada giusta, benché ancora non risolutivo”.

La proposta della Provincia consiste nell’accorpare tre dei quattro lotti esistenti, con l’esclusione dell’empolese.
“La Scarl Ataf&Linea, che ha vinto la gara del 2004, attualmente gestisce un bacino pari a circa 20  milioni di chilometri. Con l’accorpamento proposto, si arriverebbe ad un bacino di circa 37 milioni di chilometri, quando la media nazionale è di 50 milioni. Invitiamo dunque la Provincia ad includere almeno l’empolese e, in prospettiva, ad allargare ulteriormente il bacino per condurlo ad una dimensione in linea con la media nazionale”.

In sintesi, si tratta di dare finalmente corpo a quell’area vasta metropolitana che racchiude le città di Firenze, Prato e Pistoia che insieme formano un bacino di 52 milioni di chilometri. Solo agendo su questa dimensione, secondo Ataf, si possono attuare economie di scala, razionalizzazioni di governance e di processi industriali che permettano di restituire un servizio migliore in termini di quantità e qualità.

“Il lotto unico è ciò che Ataf auspica da tempo – ha sottolineato Filippo Allegra, direttore generale dell’azienda –  L’azienda si sta preparando per partecipare ad una gara che abbia le caratteristiche indicate dalla Provincia, con l’evidente obiettivo di vincerla. Approfondiremo la proposta che andrà evidentemente ridisegnata sul bacino allargato, mentre quella presentata è relativa solo alla rete attualmente gestita da Ataf&Linea”.

Va inoltre ricordato che nel momento in cui sarà bandita la nuova gara (nel 2010) il gestore individuato non sarà chiamato ad operare nello scenario ‘ideale’ cui fa riferimento il piano della Provincia (quello con le tre linee del tram a regime, sul quale si potrà contare a partire dal 2013) ma in un quadro di transizione, caratterizzato da una forte cantierizzazione: “Serve realismo – ha commentato la presidente Capezzuoli – e servono proposte di soluzione per affrontare le fasi intermedie”.  

In vista dell’attuazione della proposta di istituzione del lotto unico, Ataf ha chiesto alla Provincia di unificare le scadenze dei contratti di servizio attualmente in vigore sui diversi lotti: una possibilità prevista dall’ultima finanziaria che istituisce come termine ultimo per le gare il 31 dicembre 2010.
Centrale la questione delle risorse: prima di indire qualunque gara, è essenziale che le Istituzioni, ciascuna per il proprio ambito di competenza, definiscano l’ammontare delle risorse disponibili e i livelli minimi di servizio che i gestori saranno chiamati ad erogare.

Il contratto di servizio sottoscritto nel 2004 con la Provincia indicava un corrispettivo per Ataf pari a 40 milioni di euro l’anno, passati a 43,5 milioni nel 2007 in ragione dell’adeguamento al tasso di inflazione programmata: un equilibrio che è saltato a causa degli extracosti non imputabili all’azienda, come il prezzo dei carburanti, gli adeguamenti dei contratti stabiliti a livello nazionale, la diminuzione della velocità commerciale dei bus determinata dalla cantierizzazione della città. Si tenga presente che un chilometro in meno di velocità commerciale si traduce in 2,5 milioni di euro l’anno in meno nelle casse dell’azienda.  Ad oggi, tenendo conto dell’inflazione reale e non di quella programmata, per mantenere l’equilibrio stabilito nel 2004 Ataf dovrebbe ricevere dalla Provincia almeno 50 milioni di euro: per questo motivo Ataf ha chiesto alla Provincia di procedere ad una revisione del contratto di servizio, così come previsto dall’articolo 5 del contratto stesso.

Riguardo l’impatto che l’introduzione del sistema tramviario avrà sulla mobilità fiorentina, Ataf sottolinea come tutte le città europee che hanno optato per l’introduzione dei sistemi tramviari (sono stati esaminati oltre 30 casi) abbiano aumentato il servizio su gomma, incrementando proporzionalmente le risorse economiche ad esso destinate (fino al 42%).
“L’aspetto che meno ci convince del piano proposto dalla Provincia – ha concluso la presidente Capezzuoli – è proprio il taglio di 4.5 milioni di chilometri. Secondo le stime di Ataf, per rispondere alle esigenze di mobilità dei cittadini, è necessario aumentare i chilometri su gomma di 1.5 milioni di chilometri con l’entrata in funzione della linea 1, che si ridurranno a un milione di chilometri con le tre linee a regime. Un potenziamento che consentirebbe anche di migliorare il servizio in zone e fasce orarie attualmente poco servite rispetto ai bisogni manifestati dagli utenti”. Manu Mich. – clickmobility.it

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