Tre ruote e due posti in linea, una cella di sicurezza a prova d’urto, un sistema di guida semplice e innovativoIl veicolo si propone di rivoluzionare il concetto di trasporto urbano e suburbano, con un nuovo modo di concepire la guida e la mobilità individuale
Non è una moto, ma la somiglianza è notevole.
Non è una macchina, ma ha saputo mutare le tecnologie più raffinate oggi in circolazione.
Presentata a Torino, la K-Way motus è la prima moto-auto ecologica, già conosciuta come TTW One, progetto di uno spin off del Politecnico di Torino, unico prototipo italiano che parteciperà al concorso internazionale Automotive X Prize, la competizione riservata ai veicoli ad alta efficienza e basse emissioni.
Pensata per essere una via di mezzo fra la moto e L'auto il veicolo è stato ideato per rispondere alle esigenze di mobilità personale urbana e suburbana.
A metà strada fra lo scooter a tre ruote e L'auto la K-Way Motus è lunga quanto uno Smart ed è pratica come una moto.
Si propone come il veicolo del futuro, adatto al trasporto urbano ed extraurbano, agile come una moto, sicura come un’auto protetta dal guscio che avvolge guidatore e passeggero grazie alla speciale cellula di sicurezza.
Tre ruote, dicevamo, e due posti in linea, una cella di sicurezza a prova d’urto, un sistema di guida semplice e innovativo che al contempo piega e sterza il veicolo, una propulsione elettrica ibrida in grado di fornire a discrezione dell’utente elevate prestazioni o di funzionare soltanto con la corrente e elettrica.
K-Way Motus è un prototipo innovativo e decisamente ecosostenibile. In modalità solo elettrica ha un’autonomia di 25 km. Sicura, stabile in ogni condizione, K-Way è in grado di percorrere 43 km con 1 litro di benzina, criterio base per essere ammessi all’Automotive X Prize, che si correrà il 26 aprile in Michigan.
Il via al progetto è datato 2006 nei Laboratori di Meccatronica del Politecnico e sviluppato, successivamente, da due aziende dell’incubatore d’imprese dell’ateneo tecnologico di Torino, Actua e Ttw. Il progetto ideato dal ricercatore Stefano Carabelli ora è realtà, sospinto dall’imprenditore torinese Marco Boglione, che lo sponsorizza con il marchio KWay e dall’estro di Fabrizio Giugiaro che, alla guida di Giugiaro Design, ne ha curato lo stile e si è occupato della pelle che riveste il veicolo.Manu Mich. – clickmobility.it