L’idea del Progetto MIRTO è quella di dotare tutti i cittadini toscani disabili della possibilità di accedere a tutte le ZTL della Toscana. Il progetto vedrà una sua prima fase di analisi e realizzazione su quattro capoluoghi toscani dotati di Zone a Traffico Limitato e verrà poi esteso a tutta la Toscana
Dalla “Cabina di Regia Regionale” del Protocollo “Definizione di un Centro Regionale per l’Accessibilità” , approvato con D.G.R. 1073/2008 e sottoscritto dalla Regione Toscana nel quale Uncem Toscana ha un ruolo di coordinamento è nato ieri mattina un progetto chiamato MIRTO, Mobilità Interregionale Regione Toscana.
MIRTO vuole essere un primo importante contributo utile a dare una risposta innovativa al tema dell’”Accessibilità”, intesa non solo come mero abbattimento delle barriere architettoniche, ma come possibilità anche per persone con ridotta o impedita capacità sensoriale, motoria, o psichica (ovvero affette da disabilità sia temporanea, sia stabile), di fruire di tutti i servizi e di tutte le possibilità riservate ai così detti “normodotati”.
Per una nuova considerazione dell’”Accessibilità” si è ritenuto opportuno partire dalla mobilità, da una mobilità accessibile, intesa come stessa “possibilità di movimento” per tutti i cittadini toscani.
L’idea del Progetto MIRTO è infatti quella di dotare tutti i cittadini toscani disabili della possibilità di accedere a tutte le ZTL della Toscana. Il progetto vedrà una sua prima fase di analisi e realizzazione su quattro capoluoghi toscani dotati di Zone a Traffico Limitato e verrà poi esteso a tutta la Toscana.
“Il Progetto MIRTO – ha dichiarato Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana – costituirà la prima di una serie di azioni che il Centro di Documentazione Regionale, di prossima inaugurazione e coordinato da Uncem Toscana, metterà presto in essere. Dalla Montagna Toscana parte un nuovo concetto di accessibilità intesa come diritti uguali per tutti per mobilità, accesso ai servizi, compresi coloro che abitano nelle zone marginali della nostra regione. La cosa più bella è che ancora una volta, come è stato il sistema di monitoraggio del fondo per la non autosufficienza, il sistema di monitoraggio della violenza di genere, la Montagna Toscana, si configura come un vero e proprio laboratorio di sperimentazione e di innovazione, un piccolo riconoscimento a chi, con qualche difficoltà in più, ancora in questi territori ci vive e ci crede”. Manu Mich. – clickmobility.it