Alla vigilia di ExpoBici (18-19-20 settembre) Legambiente presenta il dossier con numeri, idee, proposte sulla mobilità ciclabile

Padova. Con l’a-bici, Legambiente fa il punto sulle 'due ruote' in Italia

Padova. Con l’a-bici, Legambiente fa il punto sulle 'due ruote' in Italia

Reggio Emilia e Lodi sono le città più ciclabili d’Italia insieme a Modena, Mantova, Vercelli, Cremona, Forlì, Ravenna, Cuneo, Ferrara e Piacenza. A Padova invece c’è la più alta densità di vie ciclabili, con 140mila spostamenti ciclistici giornalieri ed uno share per i pedali del 17%

In città cresce la voglia di spostarsi in bicicletta, soprattutto nelle metropoli, e crescono anche le piste ciclabili che hanno raggiunto nel 2009 il record assoluto di 3.227 km (circa 380 km più del 2008 e 730 km più del 2007). Reggio Emilia e Lodi sono le città più ciclabili d’Italia insieme a Modena, Mantova, Vercelli, Cremona, Forlì, Ravenna, Cuneo, Ferrara e Piacenza. A Padova invece c’è la più alta densità di vie ciclabili, ci sono 140mila spostamenti ciclistici giornalieri, con uno share per i pedali del 17% e l’obiettivo dell’amministrazione comunale di arrivare al 25% nei prossimi cinque anni.

A fare il punto sulle ‘due ruote’ in Italia è la ricerca di Legambiente L’a-bici, che per oltre un anno ha indagato la situazione della mobilità dolce nei capoluoghi italiani, stilando la classifica dei centri più a misura di ciclista. La stretta collaborazione che quest’anno, in occasione di ExpoBici, PadovaFiere ha voluto costruire con Legambiente, sottolinea la crescente attenzione dell’evento fieristico sul tema della mobilità sostenibile e della sicurezza dei cittadini che utilizzano la bicicletta per muoversi in città.

Come termometro l’associazione ambientalista ha usato l’indice di ciclopedonalità, un nuovo parametro politico che in pratica misura quanto hanno lavorato gli amministratori per integrare i vari mezzi di spostamento all’interno del loro territorio. Reggio Emilia, infatti, non è la città dove ci sono più chilometri di piste ciclabili e nemmeno quella dove si va di più in bicicletta ma è la città  dove ogni 100 abitanti ci sono oltre 30 “metri equivalenti” di percorsi ciclabili, tra piste, zone pedonali e con moderazione di velocità a 30 km/h. Lo studio, che Legambiente ha presentato oggi a Padova alla vigilia dell’apertura dell’ExpoBici, la fiera internazionale dedicata al mondo delle biciclette, mette in evidenza come, aldilà di qualche segnale  positivo e alcune eccellenze, la mobilità sostenibile in Italia non sia ancora una realtà diffusa.

Infatti, nonostante tra il 2000 e oggi l’estensione delle piste ciclabili urbane italiane sia praticamente triplicata, nello stesso periodo la percentuale di spostamenti urbani in bicicletta – calcolata sul totale degli spostamenti – è rimasta identica: era il 3,8% nel 2000, è il 3,8% adesso. Questo significa che non è sufficiente aumentare i chilometri di piste ciclabili per favorire la ciclopedonalità ma serve una serie d’interventi mirati ad integrare le diverse modalità d spostamento favorendo quelle a basso impatto. Tra questi l’aumento di zone 30kmh, zone a traffico limitato, isole pedonali, cunette, dossi e altri limitatori di velocità delle automobili accompagnati da una semplice e chiara segnaletica orizzontale e verticale, che riducano l’intensità degli ingorghi e accrescano la sicurezza di pedoni e ciclisti. Un sondaggio realizzato da Isfort nel 2007 sottolinea infatti che tanti di quelli che oggi non usano la bicicletta lo farebbero se potessero disporre di una rete di percorsi ciclabili che attraversa le città (26,3%) e se ci fosse meno traffico e quindi una maggiore sicurezza per la viabilità ciclistica (15,6%).

“Anche in assenza di statistiche – ha sottolineato Alberto Fiorillo – stiamo assistendo a una leggera, ma significativa inversione di tendenza, soprattutto nei grandi centri urbani, come Milano, dove la bicicletta sta conquistando uno spazio sempre crescente soprattutto tra i giovani”.

Nel capoluogo lombardo, secondo un’indagine dell’Agenzia per la Mobilità e l’Ambiente del 2005, ci sono ben 132.176 spostamenti ciclistici giornalieri e in 10 anni la percentuale di chi utilizza la bicicletta è aumentata del 150% (il dato del 1995 era di 53.019). “Per molti poi la bici è diventata uno status symbol  – ha aggiunto Fiorillo – dove non è più il valore del mezzo a determinare il valore della persona come era per l’auto, ma è il modo in cui uno si muove”.

Tra le situazioni di eccellenza segnalate da Legambiente c’è Bolzano che ha riorganizzato la modalità cittadina privilegiando i mezzi di trasporto più lenti. Grazie a una politica integrata di interventi (limitazioni della velocità delle auto, ciclopiste, segnaletica, campagne pubblicitarie e di informazione) la ripartizione modale dei 3,5 spostamenti quotidiani degli abitanti (misurata nell’autunno 2009) è la seguente: il 29,5% va a piedi, il 29% in bici, il 27,2% in auto, il 7,6 in bus e treno, il 6,7 in moto. A Reggio Emilia, la bicicletta copre il 15% della domanda di mobilità (con punte anche del 30%) e rispetto al 2005 l’incremento degli accessi in bici in centro storico è del 5%. In tutta la Regione, inoltre, i percorsi per le due ruote sono aumentati dai 405 chilometri del 2000 ai 1.031 del 2008. Sempre in Emilia Romagna c’è poi quella che da tempo viene indicata come la città delle biciclette – Ferrara – con una percentuale di ciclisti urbani pari a un terzo della popolazione (il 56% degli abitanti si muove in auto, il 27% in bici, l’8% a piedi, il 5% in bus e treno, il 3% in moto, l’1% in taxi).

Sebbene in qualche località chi pedala può stare al passo degli automobilisti (a Padova, ad esempio, ci sono 133,2 km di ciclabile ogni 100 km2 e 286 km di viabilità per le auto) nel loro insieme i comuni capoluogo offrono 13,3 km di ciclabili per 100 km2di superficie comunale, contro i 222 su cui può scorrazzare chi sta al volante. L’automobile insomma la fa sempre da padrona anche se non è il mezzo più vantaggioso per ogni tragitto.Manu Mich. – clickmobility.it

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