Previsti da 90 a oltre 400 euro per pendolare in più all’anno. Riduzione dei servizi dal 3 al 7%. Dati validi anche per le altre Regioni

Milano. Tpl e tariffe: il coordinamento dei pendolari stima aumenti da salasso

Milano. Tpl e tariffe: il coordinamento dei pendolari stima aumenti da salasso

“Nei prossimi giorni invieremo le nostre proposte alternative per trovare nuove risorse in modo equo, migliorando l’efficacia e l’efficienza dei servizi e, nel caso sia strettamente necessario, una ripartizione dei maggiori costi più equa ed ecologicamente sostenibile”

Gli aumenti tariffari del tpl? Un autentico salasso.
Ne sono convinti i rappresentanti del Coordinamento dei comitati pendolari della Lombardia.

"Dopo le dichiarazioni dell’assessore Cattaneo, che prevede aumenti tariffari compresi tra il 15% ed il 35%, da far entrare in vigore da gennaio 2011 su tutti i servizi di trasporto pubblico (treni, bus, metro, urbani ed extraurbani), abbiamo provato a fare delle simulazioni dell’impatto sui pendolari – spiegano -. Il risultato è che, per i pendolari, nell’ipotesi di incremento massimo (e più plausibile) delle tariffe, si prospetta un maggior costo in seconda classe per andare al lavoro o a scuola variabile dai 90 (tratta da 1 a 5km) a oltre 400 euro per le tratte di 71-80km".

L'indignazione e la rabbia dei pendolari trova spazio in un comunicato dove si evidenzia che gli effetti della riduzione di passeggeri trasportati, che non troverebbero più conveniente utilizzare il mezzo pubblico in Lombardia, sarebbe pari ad una riduzione dal 5% all’11%, senza contare gli effetti di riduzione dei servizi.
Dati alla mano "sulle strade lombarde si riverserebbero, per converso, da 100.000 a 250.000 auto in più, con le conseguenze facilmente immaginabili sul piano dell’inquinamento, della congestione e dell’incidentalità. Le sole emissioni aggiuntive annuali di CO2 sarebbero tra i 200 ed i 500 milioni di chilogrammi".

"Nonostante questi fortissimi aumenti tariffari, gli effetti sul riequilibrio economico del sistema del trasporto pubblico sarebbero limitati, tanto che la necessità di tagli passa dal 7% nell’ipotesi di aumenti tariffari del 15%, al 3% nell’ipotesi di aumenti massima – si legge nel comunicato -. Ciò è dovuto all’effetto di contrazione dei passeggeri, che agisce sul totale della domanda e quindi su tutti gli introiti.

Nell’ipotesi massima, infatti, l’elasticità della domanda sottrarrebbe al sistema ben 90 milioni, a fronte di un taglio di risorse probabile di 200 milioni. Una ulteriore perdita di risorse sarà dovuta alla ricontrattazione delle aziende, che, efficienti o no, cercheranno di alzare il prezzo, sottraendo ulteriori risorse costate lacrime e sangue ai pendolari, per salvaguardarsi dalle incognite della caduta di passeggeri da una parte, delle ripercussioni interne in termini di occupazione e della perdita di efficienza. Inoltre, la diminuzione delle risorse totali disponibili porterà ad una maggiore incidenza dei costi non comprimibili, determinando un aumento dei costi unitari di produzione e, soprattutto, per ogni passeggero trasportato, e quindi avremo un sistema meno complessivamente meno efficiente ed efficace".

"Nei prossimi giorni invieremo le nostre proposte alternative per trovare nuove risorse in modo equo, migliorando l’efficacia e l’efficienza dei servizi e, nel caso sia strettamente necessario, una ripartizione dei maggiori costi più equa ed ecologicamente sostenibile.
Ma soprattutto tutti i pendolari e i gruppi presenti sull’intero territorio nazionale, devono mobilitarsi, inviando sin da ora la loro protesta ai rispettivi governatori e al governo centrale".Manu Mich. – clickmobility.it

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