De Girolamo (Confservizi Cispel Toscana): “subito una norma nazionale per assicurare la certezza normativa nei servizi pubblici locali. Quello che è stato ottenuto è l’abrogazione delle limitazioni che la legge nazionale (Decreto Ronchi-Fitto) introduceva all’utilizzo degli affidamenti in house”
“Il voto al referendum è stato fortemente politico, legato anche al giudizio sul Governo in carica e segnala una nuova stagione di partecipazione e di coscienza collettiva. E’ avvenuto un fatto importante che ha visto la mobilitazione di milioni di italiani di tutti gli orientamenti politici, spinti non solo dal contenuto, a volte molto tecnico, dei quesiti referendari. L’esito referendario dovrà essere rispettato, ma da subito occorre affrontare i problemi concreti derivanti dal quadro normativo che emerge dalle abrogazioni”.
Così commenta L'esito referendario Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana (l’associazione regionale delle aziende di servizio pubblico).
“Per quanto riguarda il quesito sull’articolo 23 bis, relativo all’affidamento dei servizi di rilevanza economica, – ha spiegato De Girolamo – la stessa Corte Costituzionale nella sentenza di ammissibilità, dichiara che l’eventuale abrogazione comporterà automaticamente il rispetto del diritto comunitario in materia di gare, partenariati pubblico privati e affidamenti in house. In Italia, quindi, al di là di quanto sostenuto dai sostenitori del sì, si potranno fare gare, vinte da soggetti pubblici o privati, spa miste o aziende in house. Quello che è stato ottenuto è l’abrogazione delle limitazioni che la legge nazionale (Decreto Ronchi-Fitto) introduceva all’utilizzo degli affidamenti in house”.
“L’effetto principale del referendum, quindi, sarà – secondo De Girolamo – quello di aver abrogato la “fase transitoria” contenuta nell’articolo 23 bis, con la scadenza anticipata di tutti gli affidamenti in house al 31 dicembre 2011. Si tratta di un effetto collaterale del referendum che potrebbe avere conseguenze importanti in Toscana, sulle procedure di affidamento in corso sui servizi di gestione dei rifiuti urbani, da parte degli Ambiti. Le gare potevano, infatti, avere come oggetto la quasi totalità di comuni toscani proprio in virtù di quella norma che stabiliva la cessazione di tutti gli affidamenti alla fine di quest’anno. Questo elemento oggi viene meno e si rendono possibili quindi altri percorsi per la nascita di gestioni a scala di ambito che non sia la gara”.
“Occorre pertanto – ha commentato De Girolamo – che le Autorità di Ambito, i Comuni, ma anche la stessa Regione, valutino attentamente questa novità, al fine di non fermare il processo di riforma avviato”.
“Per quanto riguarda il quesito sull’“adeguata remunerazione del capitale investito” nella tariffa idrica si apre una fase di incertezza normativa che rischia di paralizzare sia gli aspetti gestionali che lo sviluppo dei piani di investimento. – ha proseguito il presidente dell’Associazione. Sarà compito delle Autorità di Ambito, e quindi dei Comuni, chiarire ai gestori gli effetti del referendum sulle convenzioni in essere, i piani tariffari e la realizzazione dei piani di investimento e la loro finanziabilità.
“Questa incertezza – ha auspicato De Girolamo – dovrà essere risolta nel più breve tempo possibile attraverso una norma nazionale, coordinata con la Conferenza Stato-Regioni, che punti ad applicare subito in Italia la Direttiva Comunitaria in materia di acque e la successiva Comunicazione interpretativa della Commissione sulla tariffazione idrica del 2000. Solo così potrà essere ristabilito un corretto funzionamento di un mercato delicato e strategico, evitare contenziosi e possibili blocchi di investimenti urgenti, sia per i loro effetti ambientali che per quelli economici e occupazionali”. Manu Mich. – clickmobility.it

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