Con il rapporto, scritto a distanza di pochi mesi rispetto al precedente, Isfort intende procedere all’aggiornamento della situazione normativa all’interno del settore del Trasporto pubblico locale alla luce, in particolare, del successo del referendum abrogativo di giugno
E' dedicato al lungo percorso della riforma del tpl il nuovo rapporto Isfort.
Con il rapporto, scritto a distanza di pochi mesi rispetto al precedente, Isfort intende procedere all’aggiornamento della situazione normativa all’interno del settore del Trasporto pubblico locale alla luce, in particolare, del successo del referendum abrogativo di giugno.
"Non si è invece proceduto alla revisione della parte relativa al quadro delle gare – a cui, quindi, si rimanda al precedente rapporto – per il semplice fatto che nel frattempo non sono state avviate procedure concorsuali, vuoi per la non chiara situazione normativa sull’affidamento dei servizi, vuoi per il profondo stato di incertezza in tema di risorse per il settore – spiega il gruppo di lavoro Isfort, che ha realizzato lo studio -".
"Fatta questa premessa non si può non partire dal referendum del 12/13 giugno 2011, il cui successo ha determinato l’abrogazione dell’art. 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 e successive modificazioni.
Un referendum nato per evitare gli effetti dell’art. 23-bis nel settore idrico, settore su cui tuttavia lo stesso articolo, insieme al Regolamento di attuazione, non produceva – a ben guardare – “insormontabili” impatti proconcorrenziali, ma che alla fine ha investito con maggiore forza altri servizi pubblici, tra cui quello del Trasporto pubblico locale".
"È bene precisare – proseguono Carlo Carminucci (coordinamento scientifico e revisione redazionale) e Massimo Procopio (redattore del testo) – che con ciò non si intende affermare che l’art. 23-bis avesse risolto tutti gli elementi critici all’interno del settore, così come evidenziato nella precedente pubblicazione, ma si vuole sottolineare che quei pochi passi compiuti per garantire un quadro normativo chiaro, trasversale a (quasi) tutti i servizi pubblici locali e, soprattutto, per eliminare gli effetti prodotti dal susseguirsi di disposizioni inseriti in norme aventi per oggetto materie non proprio centrati sul trasporto pubblico, appaiono oggi compromessi.
Ciò tuttavia non si traduce in una assenza di disciplina normativa, come si vedrà più in avanti. Volendo inoltre ruotare di 180° l’angolo di visuale e affrontare le questioni aperte dal referendum con un approccio propositivo, si può dire che oggi il legislatore non ha più “giustificazioni” per rimandare ulteriormente l’avvio dei principi che il D.lgs. 422/97 ha introdotto nel settore ben 14 anni fa, non può inoltre non riprendere tutte quelle questioni che nel corso del 2007 erano state affrontate all’interno “Tavolo tecnico sul trasporto pubblico locale per il rassetto normativo e finanziario del settore”, ultimo tentativo di ridare al Tpl".
un recinto chiaro entro cui muoversi, sia da un punto di vista normativo e regolamentatorio, sia da un vista di vista finanziario.
Su quest’ultimo aspetto occorre poi soffermare l’attenzione sottolineando la profonda incertezza sul futuro del settore. Ad oggi quasi tutte le Regioni hanno avviato processi di ridefinizione dell’offerta, nel senso di ridurla, e buona parte degli Enti locali ha proceduto o sta per procedere ad un incremento delle tariffe, giustificato dalla volontà di procedere ad un miglioramento della qualità dei servizi ma più verosimilmente dovuto alla necessità di coprire la decisa riduzione dei trasferimenti statali. Tutto ciò all’interno di un percorso che porterà nei prossimi anni al federalismo fiscale e, quindi, alla fiscalizzazione dei trasferimenti, percorso che ancora oggi non appare del tutto chiaro, ben definito e per certi versi sostenibile".