Allarme sulla deroga introdotta dall'art. 25 del D.L. Liberalizzazioni "punta ad una pubblicizzazione, anziché ad una liberalizzazione del trasporto pubblico locale, con il serio rischio di far scomparire l'imprenditoria privata dal settore ed arrecando un gravissimo danno economico all'intero sistema"
Con un comunicato l'ANAV ha lanciato l'allarme sulla deroga introdotta dall'art. 25 del D.L. Liberalizzazioni con la quale si consente per altri tre anni il mantenimento della gestione in house da parte delle aziende pubbliche che procedano a processi di integrazione operativa.
La constatazione amara e seriamente preoccupata di ANAV/Confindustria è che con tale previsione si punta ad una pubblicizzazione, anziché ad una liberalizzazione del trasporto pubblico locale, con il serio rischio di far scomparire l'imprenditoria privata dal settore ed arrecando un gravissimo danno economico all'intero sistema.
La richiesta motivata e convinta dell'associazione è, quindi, quella di sopprimere la deroga durante l'iter parlamentare di conversione in legge del provvedimento o, almeno, quella di eliminare il discrimine tra aziende pubbliche e private estendendo anche a quest'ultime la possibilità di usufruire di un analogo periodo di tempo entro il quale procedere a processi di aggregazione e integrazione utili a incrementarne l'efficienza e la competitività.
Il presidente dell'associazione, Giuseppe Vinella, ha infatti evidenziato come l'impianto complessivo dell'articolo 25 in materia di servizi pubblici locali sia condiviso dalle imprese private del trasporto pubblico, in quanto orientato a favorire il completamento del percorso di liberalizzazione già da tempo avviato nel settore.
In quest'ottica gli incentivi alla crescita dimensionale delle imprese ed alle aggregazioni promossi dal Governo non spaventano, ma trovano un convinto apprezzamento delle imprese private.
Allo stesso tempo, spiega il presidente, appare superflua e contraddittoria, anche rispetto all'abbassamento a 200.000 euro annui della soglia economica entro la quale è consentito il ricorso all’affidamento in house, la deroga ora introdotta, che consente l'affidamento in house fino a tutto il 2015 a favore delle sole aziende a capitale interamente pubblico che siano il risultato di integrazioni operative realizzate entro l'anno corrente nei singoli bacini territoriali.
È evidente come tale deroga si possa prestare a facili abusi da parte delle amministrazioni territoriali, che potrebbero procedere ad integrazioni operative delle proprie aziende, non con il fine virtuoso di migliorarne l'efficienza e la qualità, ma con l'obiettivo di mantenere lo status quo e di non confrontarsi per altri tre anni con i competitors secondo le regole della concorrenza.
Per il settore del trasporto pubblico locale – sottolineano in Anav – ciò comporterebbe, in definitiva, il blocco di una quota di mercato fino all'80%, che è quella attualmente occupata dalle società a prevalente partecipazione pubblica delle amministrazioni regionali e locali, comportando anche la inevitabile scomparsa delle imprese private dal settore, con buona pace dei conclamati principi di promozione della concorrenza.