Il piano, partendo dal "sistema attuale", indica per il prossimo periodo gli elementi migliorativi da introdurre, che puntano in particolare ad una sistematica integrazione modale tra "ferro e gomma", al potenziamento dei servizi extraurbani su strada sulle principali direttrici della mobilità non servite dalla ferrovia
Restano le Province, come ha rimarcato l'assessore regionale alla Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi, "gli interlocutori principali" dell'amministrazione del Friuli Venezia Giulia sul nuovo piano regionale del trasporto pubblico locale.
Per questo motivo, con la riunione di ieri nel capoluogo friulano, proprio con i quattro enti provinciali sono scattate le consultazioni sul documento, che la Giunta FVG ha approvato in via preliminare a fine 2011 e che ora, ha indicato Riccardi, "vogliamo condividere in primis con le Province".
"Le amministrazioni municipali, anche quelle dei quattro Comuni capoluogo, dovranno pertanto relazionarsi con le rispettive Province, in quanto non è nostra intenzione bypassarle in alcun modo", ha quindi affermato l'assessore regionale.
Dagli incontri che la Regione ha programmato prima dell'approvazione definitiva del Piano del tpl da parte della Giunta Tondo – oggi pomeriggio, sempre ad Udine, è già fissato l'incontro con le organizzazioni sindacali – "auspichiamo ci giungano elementi utili ed apprezzabili – ha indicato Riccardi – ma sempre e comunque in linea con le risorse finanziarie disponibili".
I contenuti del nuovo piano sono stati illustrati nel dettaglio alle Province (presenti gli assessori ai Trasporti di Gorizia, Donatella Gironcoli, Trieste, Vittorio Zollia, ed Udine, Franco Mattiussi) dai responsabili regionali della direzione delle Infrastrutture e dai progettisti incaricati, Leopoldo Montanari e Nicola Serafino.
Il piano, partendo dal "sistema attuale", indica per il prossimo periodo gli elementi migliorativi da introdurre, che puntano in particolare ad una sistematica integrazione modale tra "ferro e gomma" (cioè tra treno ed autobus – oggi alquanto carente, è stato detto), al potenziamento dei servizi extraurbani su strada sulle principali direttrici della mobilità non servite dalla ferrovia, andando a rispondere maggiormente alle necessità delle aree a domanda debole e ridefinendo le linee automobilistiche in ambito urbano.
Allo stesso tempo, però, il piano mette in luce l'esigenza di collegamenti transfrontalieri via bus e mare ma soprattutto attraverso l'utilizzo del treno verso Slovenia ed Austria (lungo la direttrice Trieste-Cervignano-Udine-Tarvisio-Villaco). Sempre il mezzo ferroviario, inoltre, dovrà collegare (con 29 coppie di treni/giorno, si legge nel Piano) Trieste, Udine e Venezia con l'aeroporto di Ronchi dei Legionari e dovrà veder risolta la criticità delle connessioni del Friuli Venezia Giulia con i servizi ferroviari nazionali, in particolare sulla "relazione" con Roma.
Infine, il piano prevede nell'arco di tempo da qui al 2020 la costruzione di una "rete" di interconnessioni ferro/gomma articolata sui cosiddetti Centri di interscambio modale regionale: ne saranno creati 5 di primo livello – Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine e Ronchi dei Legionari – e 24 di secondo livello, a totale copertura del territorio regionale.