"Le recenti iniziative aziendali mirate ad acquisire quote di mercato sugli scenari internazionali, non distolgano l'attenzione dall'obiettivo prioritario di fornire sul territorio nazionale un servizio di trasporto, sia passeggeri che merci, qualitativamente accettabile"
Le iniziative all'estero del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane non devono penalizzare il servizio nazionale. A sottolinearlo è la Corte dei Conti.
"Le recenti iniziative aziendali – ha avvertito la magistratura contabile – mirate ad acquisire quote di mercato sugli scenari internazionali, pur motivate sotto il profilo economico-gestionale e della strategia di Gruppo, non distolgano l'attenzione dall'obiettivo prioritario di fornire sul territorio nazionale un servizio di trasporto, sia passeggeri che merci, qualitativamente accettabile, anche attraverso il reperimento di risorse aggiuntive più significative rispetto a quelle finora ad esso dedicate".
Nel biennio 2009/2010 risulta confermato l’andamento positivo della gestione, avviato nel precedente biennio, del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il conseguimento degli obiettivi strategici e gestionali definiti nel Piano d’impresa 2007-2011.
Il bilancio consolidato, con il raggiungimento dell’equilibrio economico del Gruppo, evidenzia un sostanziale miglioramento in entrambi gli esercizi, proseguendo nel trend favorevole iniziato nel 2007. In particolare, nel 2009 i ricavi operativi sono ammontati a circa 8 mld di euro a fronte dei 6,4 del 2008; il margine operativo lordo (MOL) è stato di quasi 1,5 mld, con un risultato netto di Gruppo pari a 54 milioni di euro (+39 ME rispetto al 2008).
Analogamente, nel bilancio 2010 – elaborato per la prima volta secondo i principi contabili internazionali – i ricavi operativi e il risultato netto hanno superato, rispettivamente, la soglia degli 8 mld e dei 129 mln di euro, così come il MOL e il RO hanno registrato incrementi di valore pari, rispettivamente, a +210 mln di euro (in totale, 1660 ME) e a +73 mln (in totale, 508 ME) rispetto all’esercizio 2009.
Per quanto riguarda le prospettive specifiche delle due realtà operative di maggiore rilevanza del Gruppo – Trenitalia e RFI – la prima, oltre a risultati economici positivi (rispettivamente, 16 e 73 mln di euro) , ha fatto registrare per la prima volta nel 2010 un saldo positivo dei flussi di cassa operativi (prima degli investimenti), nonostante il mancato incasso di parte delle risorse non versate da Stato e Regioni a valere sulle prestazioni rese dalla società in base ai rispettivi contratti di servizio.
Anche RFI, quale ente gestore della rete ferroviaria, ha registrato risultati positivi in entrambi gli esercizi esaminati, pur in presenza della variabilità e del contenimento dei contributi dello Stato in ragione della difficile situazione della finanza pubblica.
Nonostante il quadro positivo venutosi a delineare, ormai con carattere di stabilità, sotto il profilo economico-gestionale, permangono tuttavia nel Gruppo FSI alcune criticità; tra esse, il persistere di una strutturale debolezza del settore “cargo”, prevalentemente dovuta alla situazione economica generale, per rilanciare il quale FSI sta attuando un impegnativo piano di ristrutturazione, finalizzato a un miglioramento del livello di servizio erogato alle imprese.
In tale contesto, il rispetto delle condizioni previste dal contratto di programma – Parte Servizi per il triennio 2011-2013 costituisce un presupposto essenziale per garantire certezza di risorse e stabilità di condizioni per l’efficacia delle azioni intraprese.
Motivi di preoccupazione sono altresì costituiti dal permanere di un complesso “contenzioso arbitrale”, innescato anche dalla nota vicenda normativa della revoca, prima, e del ripristino, poi, delle convenzioni di concessione finalizzate alla realizzazione di varie tratte dell’ AV, e dalle persistenti difficoltà di finanziamento di Trenitalia, la cui situazione di sottocapitalizzazione obbliga la società a ricorrere al mercato finanziario.
La Corte sottolinea che, nonostante il successo del sistema di trasporto ad AV/AC, vi è ancora insoddisfazione da parte degli utenti del c.d. Servizio Universale, specialmente di quello a livello regionale, pur se si colgono segnali positivi dalla stipula dei nuovi contratti con le Regioni, che, in quanto di più lunga durata rispetto al passato (sei anni + sei, ma ridotti al solo primo periodo dal decreto sulle liberalizzazioni), dovrebbero consentire almeno parte dei nuovi investimenti necessari.
Al riguardo, la Corte ha infine evidenziato la necessità che le recenti iniziative aziendali mirate ad acquisire quote di mercato sugli scenari internazionali, pur motivate sotto il profilo economico- gestionale e della strategia di Gruppo, non distolgano l’attenzione dall’o biettivo prioritario di fornire sul territorio nazionale un servizio di trasporto, sia passeggeri che merci, qualitativamente accettabile, anche attraverso il reperimento di risorse aggiuntive più significative rispetto a quelle finora ad esso dedicate.
In allegato testo della delibera n. 9/2012