La riforma illustrata ieri dall'assessore Ceccobao al presidente dell’Uncem Oreste Giurlani

Firenze. Rifoma tpl, nelle aree montane arrivano i servizi ‘A porte aperte’

Firenze. Rifoma tpl, nelle aree montane arrivano i servizi ‘A porte aperte’

Tra le novità che riguarderanno i Comuni montani, oltre alla possibilità di servizi a chiamata, c’è ad esempio il progetto ‘A porte aperte’, che abbatte le barriere tra trasporto scolastico e trasporto pubblico e, appunto, apre le porte degli scuolabus a tutti gli utenti

La riforma del trasporto pubblico locale non penalizzerà le aree montane. Circa 10 milioni di euro (dei 195 milioni di euro all’anno stanziati da Regione ed enti locali come corrispettivo per il servizio di tpl) saranno destinati alle zone montane ed a domanda debole, dove veranno avviati progetti speciali, elaborati dalle amministrazioni comunali o dalle Unioni dei Comuni in base alle specifiche esigenze del territorio.

Le novità che la riforma del tpl porterà nelle aree di montagna sono state illustrate ieri mattina presso la sede Uncem di Firenze, dove l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao ha incontrato il presidente dell’Uncem Oreste Giurlani e rappresentanti dei Comuni di Stazzema, Anghiari, Londa e della Provincia di Arezzo, oltre al sindaco di Barga ed a delegati dell’Unione dei Comuni della Mediavalle del Serchio e della Lunigiana, collegati in videoconferenza (la registrazione della trasmissione in streaming è disponibile qui).

“Davanti ai tagli delle risorse destinate dallo Stato al tpl – ha spiegato l’assessore Ceccobao – abbiamo risposto non con dei tagli lineari, ma lanciando una sfida, coinvolgendo tutte le amministrazioni locali in un grande lavoro progettuale per ridisegnare un nuovo servizio pubblico. E’ stata una grande politica di spending review, avviata addirittura nel 2010, che ha portato ad un nuovo progetto di mobilità ed anche a risposte concrete per la montagna”. “Non possiamo più permetterci autobus che viaggiano vuoti – ha proseguito Ceccobao – ma non vogliamo neppure che ci siano aree isolate, per cui scommettiamo su un servizio innovativo e flessibile, che si adatti alle esigenze dei territori e degli utenti”.

Tra le novità che riguarderanno i Comuni montani, oltre alla possibilità di servizi a chiamata, c’è ad esempio il progetto ‘A porte aperte’, che abbatte le barriere tra trasporto scolastico e trasporto pubblico e, appunto, apre le porte degli scuolabus a tutti gli utenti. Il presidente di Uncem Oreste Giurlani ha inoltre chiesto all’assessore Ceccobao di riservare alle aree montane una parte dei 30 milioni all’anno che la Regione Toscana ha destinato al rinnovo del parco mezzi.

“Uncem Toscana – ha detto Giurlani – sta lavorando, di concerto con la Regione, al fine di un rinnovamento del parco mezzi e della messa in funzione di nuove soluzioni per il trasporto pubblico, come l’uso di pulmini di dimensioni ridotte o la sostituzione dei vecchi scuolabus con pullman di linea che non siano ad esclusivo utilizzo alla comunità scolastica ma dell’intera collettività”. “Primario obiettivo – ha aggiunto – resta la salvaguardia del trasporto nelle aree a scarsa fruibilità, dove devono essere garantiti i collegamenti principali nei centri minori. A tal fine Uncem Toscana chiede che venga stipulato un protocollo d’intesa per il mantenimento del trasporto pubblico in questi territori, dopo un ampio confronto con le unioni e i comuni montani”.

Ecco i punti principali dell’intesa Regione-Enti Locali firmata lo scorso 25 maggio:
– garantita stabilità al sistema, salvato il trasporto pubblico locale. Un settore che rischiava il collasso viene messo in sicurezza per i prossimi 9 anni con un grande sforzo della Regione Toscana e degli enti locali che, di fatto, si sostituiscono al Governo;
– garantita una rete di 100.000.000 milioni di chilometri, dunque solo leggermente inferiore a quella attuale di 105 milioni;
– garantite risorse per l’acquisto di circa 1000 nuovi bus. A oggi in Toscana circolano circa 3000 autobus, la cui età media è 12 anni. Grazie ai 30 milioni l’anno destinati dalla regione agli investiment in nuovi autobus,
questa età media passerà da 12 a 8 anni;
– garantiti da Regione ed enti locali 195 milioni di euro all’anno per i servizi (cui si sono aggiunti 70 milioni in 9 anni per la tutela dell’occupazione);
– garantito un solo biglietto a tariffa integrata per autobus, tram, treni e traghetti. Sarà una novità che darà omogeneità a un sistema finore frazionato (sono 14 le diverse aziende che gestiscono il servizio di tpl via bus, cui si aggiungono biglietti diversi per treni, tram e traghetti);
– garantito il mantenimento o addirittura un rafforzamento del livello attuale dei servizi nelle città;
– garantite le corse extraurbane utilizzate dai pendolari;
– garantiti i livelli occupazionali grazie a una clausola sociale nel bando. Il problema occupazionale nel settore del tpl è dovuto a tagli nazionali, tuttavia la Toscana per tutelare i lavoratori inserirà nel bando per la
futura gara europea ad ambito unico la previsione di riassorbimento da parte del nuovo gestore dei dipendenti delle attuali aziende di trasporto pubblico.

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