Peri: “I passeggeri sono calati sui mezzi su gomma, che hanno visto 7 milioni di viaggiatori in meno, e l’aumento di chi sceglie il treno non può comunque compensare ma in verità siamo in linea con il calo nazionale, anzi andiamo anche un po’ meglio, abbiamo registrato anche un aumento degli abbonati”
Meno contributi pubblici, meno passeggeri, meno servizi, ma più introiti grazie alla nuova politica di tariffazione, “che però non è e non vuole essere reiterabile”: è il bilancio del trasporto pubblico regionale nel 2011, illustrato dall’assessore regionale ai Trasporti, Alfredo Peri, alla commissione Territorio, ambiente, mobilità, presieduta da Damiano Zoffoli.
Dal 2010 allo scorso anno i viaggiatori complessivi sono calati del 2,5%, attestandosi a 291 milioni, così come i chilometri di servizi offerti, che fermandosi a quota 203 milioni hanno fatto registrare una contrazione dell’1,5%. Dal punto di vista economico, ad un calo dei contributi pubblici al settore pari al 3,7% (ora ammontano complessivamente a 414 milioni di euro), ha corrisposto un aumento dei ricavi: i cittadini hanno infatti acquistato servizi per un totale di 220 milioni di euro, con una crescita del 5,4%.
“I passeggeri sono calati sui mezzi su gomma, che hanno visto 7 milioni di viaggiatori in meno, e l’aumento di chi sceglie il treno non può comunque compensare – spiega Peri -, ma in verità siamo in linea con il calo nazionale, anzi andiamo anche un po’ meglio, abbiamo registrato anche un aumento degli abbonati”.
Secondo l’assessore, “è sempre più evidente la difficoltà dei trasferimenti regionali e locali a garantire l’equilibrio economico del settore, in presenza di costi crescenti e ricavi calanti”: a questo proposito, l'assessore ricorda “la vittoria parziale dell’aver ottenuto una ripartizione del 20% delle risorse statali complessive sulla base dell’efficienza, ma finché non arrivano davvero i soldi non c’è un vero riconoscimento”.
Tra i più critici durante il dibattito Giovanni Favia (M5s), secondo cui la decisione di “non cambiare i piani, come dimostrano gli investimenti sulla Cispadana, anche una volta cambiati gli scenari, è un segnale di testardaggine e incompetenza”. Sono poi intervenuti i consiglieri Paola Marani (Pd), per chiedere se il passaggio di passeggeri dalla gomma al ferro “si può considerare un cambiamento dei costumi e delle abitudini oppure è semplicemente legato ad un aumento dell’offerta dei servizi ferroviari”; Manes Bernardini (Lega nord), che ha chiesto notizie sui numeri di chi non paga il biglietto sui mezzi pubblici, e Sandro Mandini (Idv), per richiedere dati sugli incidenti stradali e sulla puntualità dei treni regionali, “forse al di sotto degli standard imposti dal contratto”. Infine, Silvia Noè (Udc) ha chiesto informazioni sulla soppressione di alcuni treni locali, sull’ottimizzazione della gestione della manutenzione e sulla possibilità di estendere la linea dell’Alta velocità anche al versante adriatico.