Nel 2012 il grado di apertura dell'economia italiana rispetto ai paesi più liberalizzati d'Europa vale il 52%, in crescita di 3 punti rispetto al 2011 Le ferrovie fra i settore meno liberalizzati, il trasporto pubblico locale cresce solo di un punto rispetto al 2011
Nel 2012 il grado di apertura dell'economia italiana rispetto ai paesi più liberalizzati d'Europa vale il 52%, in crescita di 3 punti rispetto al 2011.
L'Indice delle liberalizzazioni misura l'apertura alla concorrenza di sedici mercati, confrontandoli coi paesi più concorrenziali.
I settori misurati sono: mercato elettrico, mercato del gas naturale, servizi idrici, telecomunicazioni, trasporto ferroviario, trasporto aereo, trasporto pubblico locale, autostrade, poste, televisione, borse, ordini professionali, mercato del lavoro, fisco, pubblica amministrazione e mercato dell'arte.
Anche nel 2012 il settore più liberalizzato è il mercato elettrico (77% rispetto al Regno Unito), seguito dai mercati finanziari (66% rispetto alla Svizzera) e trasporto aereo (65% rispetto all'Irlanda). I settori meno liberalizzati sono i servizi idrici (19% rispetto al Regno Unito), le ferrovie (36% rispetto alla Svezia) e le autostrade (40% rispetto alla Spagna).
Le variazioni più importanti si registrano nel settore autostradale (+12 punti percentuali) e nelle professioni, nel mercato elettrico e nelle poste, ciascuno dei quali avanza di 5 punti.
Complessivamente, dei 16 settori indagati 10 migliorano, 3 restano stabili e 3 arretrano, seppure in misura poco significativa.
"Per la prima volta da quando misuriamo l'Indice nel 2007, quest'anno registriamo una tendenza coerente, anche se moderata, di quasi tutti i settori indagati alla maggiore apertura alla concorrenza – commenta Carlo Stagnaro, direttore ricerche dell'Istituto Bruno Leoni e curatore dell'Indice delle liberalizzazioni -.
In buona parte il merito va attribuito ai decreti Monti e al recepimento di direttive europee, ma la strada da fare resta ancora molto lunga, specie perché nuove criticità s'intravvedono all'orizzonte, in particolare nel mercato elettrico dove la parte contendibile dell'offerta si sta restringendo a vista d'occhio a causa del boom della produzione sussidiata. In generale, comunque, il miglioramento osservato deve essere visto come lo stimolo a impegnarsi di più per introdurre concorrenza e intaccare le rendite che azzoppano l'economia italiana".
L'Indice delle liberalizzazioni è il risultato del lavoro di un gruppo di ricercatori dell'IBL. Gli autori sono: Fabiana Alias, Ugo Arrigo, Massimo Beccarello, Rosamaria Bitetti, Silvio Boccalatte, Filippo Cavazzoni, Luigi Ceffalo, Giacomo Di Foggia, Piercamillo Falasca, Daniela Floro, Martha Friel, Andrea Giuricin, Marco Valerio Lo Prete, Christian Pala, Paolo Pamini e Massimiliano Trovato.
Vediamo nel dettaglio il tpl e le ferrovie.
Trasporto pubblico locale (45%)
Benchmark: UK
Il trasporto pubblico locale cresce solo di un punto rispetto al 2011. In parte questo risultato risente degli effetti del referendum 2011 e della decisione della Corte Costituzionale 2012, che hanno cancellato l’obbligo di gare per l’affidamento del servizio. Di conseguenza il settore rimane vittima di una normativa opaca e potenzialmente anti-concorrenziale, a cui si aggiunge la pervasiva proprietà pubblica degli operatori. Se il nuovo regolatore indipendente dei trasporti interverrà in modo radicale sul comparto, nei prossimi anni potrebbero osservarsi signi#cativi progressi.
Ferrovie (36%)
Benchmark: Svezia
La valutazione del settore ferroviario rimane bassa e costante rispetto all’anno precedente. La scarsa concorrenza deriva da una molteplicità di fattori che vanno dalla natura verticalmente integrata del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (che controlla sia l’incumbent sia la rete) all’esistenza di norme di natura chiaramente anticoncorrenziale, per esempio nel trasporto ferroviario regionale. L’istituzione di un regolatore indipendente per i trasporti, che tuttavia non si è ancora insediato al momento della pubblicazione dell’Indice, lascia sperare che nei prossimi anni la situazione potrebbe fare passi avanti.
in allegato sintesi del rapporto …