Dopo anni di discussione, sembra arenato il progetto di realizzazione di un azienda unica dei trasporti.
L'AQUILA – Era stata annunciata la fusione delle aziende pubbliche di trasporto entro la fine del 2012, ma in realtà in Consiglio regionale l’argomento non è ancora stato trattato: «Incuranti del fatto che la Legge di stabilità 2013 – si legge in un comunicato dei sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil, Ugl – oltre ad istituire il Fondo unico dei trasporti, ha introdotto nuovi e deleteri criteri di attribuzione delle risorse assegnabili dal prossimo anno, in base al rapporto ricavi da traffico/costi dei servizi e senza la salvaguardia delle zone a domanda debole di trasporto, il Consiglio Regionale ha pensato bene di occuparsi di altro». L'Assessore Morra avrebbe tentato, senza successo, di costruire il necessario consenso su un progetto di fusione delle aziende di trasporto, che da parte loro hanno respinto a dicembre il tentativo dell'assessore di allineamento delle retribuzioni dei lavoratori delle tre aziende interessate al processo di fusione. I sindacati denunciano con un comunicato che «il Governatore Chiodi ha bisogno di queste aziende come il pane e non intende assolutamente rinunciare alla grande opportunità di utilizzare le tre imprese pubbliche quale straordinario strumento per distribuire incarichi ed assegnare le numerose poltrone». In Abruzzo sono ad oggi presenti oltre 50 aziende di tpl in un territorio di 4.500 km quadrati e per una popolazione di 1,3 milioni, è andato. Il Sole 24 ore ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo in cui si legge che i costi di produzione per Arpa, Gtm e Sangritana superano i 132 milioni di euro l'anno con ricavi per 128. Sono 882 i bus di proprietà delle tre società abruzzesi; mezzi che percorrono circa 38 milioni di chilometri l'anno. Il ricavo medio per chilometri è di 1,6 euro alla Gtm, 1,50 alla Sangritana e 1,16 euro all'Arpa. I dipendenti sono 1.776. Il costo del personale è di circa 15 milioni per la Gtm, 17 per la Sangritana e 41 per l'Arpa. I sindacati hanno indetto una prima giornata di sciopero per l’11 gennaio 2013.