Giuseppina Gualtieri, presidente Tper: "Restiamo un'azienda solida con un patrimonio di 111 milioni e un fatturato di 230" "Vorrei fosse chiaro a tutti che la fusione non ha nulla a che fare col debito"
«Sul bilancio ho fatto chiarezza mostrando la situazione oggettiva: vorrei che fosse noto che il passivo non è frutto della fusione», spiega Giuseppina Gualtieri, presidente di Tper, una settimana dopo la buriana dello sciopero selvaggio e le polemiche innescate dalla notizia del passivo da 9,4 milioni dell'azienda che comprende la vecchia Atc, l'azienda trasporti di Ferrara (già precedentemente inglobata) e il ramo ferroviario regionale Fer. «Premesso che Tper è nata solo un anno fa, ho immediatamente avviato una verifica della condizione finanziaria, constatando che già da tempo c'erano delle criticità. Ma in passato si era preferito chiudere i bilanci in pareggio con manovre straordinarie. Va detto che il passivo non era frutto di cattiva gestione, bensì di un insufficiente trasferimento di fondi ai trasporti da parte del Governo. Il fatto è che, di fronte a simili ristrettezze, io non ho voluto coprire il passivo attingendo a fondi nella disponibilità aziendale. Sarebbe come se una famiglia cui non bastano gli stipendi rompesse il salvadanaio per pagare la spesa. Noi abbiamo immediatamente avviato azioni per rendere più efficiente l'azienda, recuperando sul 2012 due milioni e contenendo così il passivo a 9,4, quando la previsione sarebbe stata di 11,5. Inoltre, con la campagna anti evasione, contiamo di recuperare un milione all'anno a partire da questo 2013. Tutto ciò evitando di tagliare i servizi, come hanno fatto in altre parti d'Italia. In ogni caso Tper è un'azienda solida, con un patrimonio di 111 milioni e un fatturato di 230. Valerio Varesi di "Repubblica Bologna" chiede alla presidente Tper: Molte aziende di trasporto in questo paese rischiano di non poter pagare gli stipendi e l'amministratore delegato di Ferrovie Mauro Moretti ha lanciato l'allarme pubblicamente. In Tper qual è la situazione? Io non ho lanciato allarmi pubblici, ma ho scritto ai miei soci mettendoli in guardia. La Regione e gli altri enti locali hanno reagito varando delibere che anticipavano soldi propri per sopperire ai mancati pagamenti dei servizi da parte del Governo (100 milioni a livello regionale, ndr ). Posso dire adesso che grazie a quello riusciamo a garantire gli stipendi, diversamente non avremmo potuto farlo. Vale anche per noi ciò che viene rivendicato dalle imprese private che vantano crediti nei confronti dello Stato: se non ci pagano il dovuto finiamo in crisi.