Vertice Amt-sindacati, nulla di fatto: nuovo sciopero il 23 aprile

Amt, nuovo sciopero il 23 aprile

Amt, nuovo sciopero il 23 aprile

Negativo l’esito dell’incontro che si è svolto la settimana scorsa tra le organizzazioni sindacali e i vertici di Amt, tanto che è stato proclamato un nuovo sciopero di 24 ore per martedì 23 aprile

Genova – “L’amministratore unico – senza neanche presentare un Piano Industriale degno di questo nome – ha confermato che Amt intende recuperare il disavanzo del 2013, pari a 6 milioni di euro, attraverso le seguenti azioni: forte aumento dell’orario di guida del personale viaggiante; eliminazione di PQR e MBO anche per il 2013; avvio delle procedure di licenziamento collettivo ai sensi della Legge n. 223/91 e conseguente attivazione dei “Contratti di solidarietà”, in sostituzione della cassa integrazione”.    Ad una precisa sollecitazione del sindacato, Amt ha risposto che è difficile recuperare l’evasione tariffaria (circa 5 milioni di euro) in quanto per realizzare il sistema di bigliettazione elettronica e predisporre i tornelli in Metropolitana , ecc., occorre un investimento di circa 8 milioni di euro.    Le organizzazioni sindacali, hanno quindi dichiarato di non essere disponibili ad avviare trattative con l’azienda se non si costituisce contestualmente un tavolo con Comune, Regione ed Amt, dove i soggetti istituzionali dovranno, rispettivamente, compiere molte azioni.    Per quanto riguarda il Comune: conferimento immobili per rafforzare il patrimonio aziendale; ricapitalizzazione della Società; piena integrazione del trasporto pubblico con il sistema dei parcheggi; realizzazione di una rete di percorsi riservati e protetti, controllati da telecamere; acquisizione di aree per la costruzione di nuove rimesse, in particolare nel levante cittadino; ritiro della delibera di privatizzazione di AMT.    Per quanto concerne la Regione: approvazione delle modifiche alla Legge Regionale sul TPL, n. 31/98, con i seguenti requisiti: un bacino regionale unico di traffico; risorse adeguate e indicizzate, tali da garantire il finanziamento degli attuali livelli di servizio e i necessari investimenti;  efficace sistema “premiante” per favorire la concreta aggregazione tra le 5 aziende della Regione; adeguata clausola sociale che garantisca tutti i posti di lavoro e i trattamenti economici e normativi in essere;  possibilità di sub-concedere al massimo il 5% deli servizi.    “Lo sciopero è finalizzato a bloccare i propositi aziendali e sollecitare Comune e Regione a intervenire per garantire prospettive il servizio pubblico e prospettive future ai lavoratori”, concludono i sindacati.

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