Comune di Torino. Il destino dell'azienda che gestisce i trasporti pubblici

Fassino ritenta la dismissione di Gtt

Fassino ritenta la dismissione di Gtt

Dopo il nulla di fatto della gara indetta lo scorso anno, la giunta punterà su una procedura più flessibile, che contempli una possibile trattativa tra l'azionista e l'eventuale compratore. Il Comune di Torino riapre la partita della cessione delle quote di aziende partecipate. E puntualmente tornano i problemi all'interno della maggioranza

Torino – Il sindaco Piero Fassino vuole riprovare a mettere Gtt, l'azienda di trasporto pubblico locale (che gestisce anche parcheggi pubblici e turistici) sul mercato, dopo il nulla di fatto della prima fase di dismissioni: l'offerta di 70 milioni da parte di Trenitalia per rilevare il 49% di Gtt, nell'ambito della gara indetta dall'amministrazione torinese, era stata considerata inadeguata e rinviata al mittente.   Ora la giunta punta a un piano diverso, che prevede lo "spacchettamento" della società in quattro ambiti: il trasporto, con la volontà di mettere sul mercato, questa volta, la quota di maggioranza, dunque fino all'80%, il ramo parcheggi, attraverso una newco, quello immobiliare e infine le reti, cioé la partita della fibra ottica.   Settore per il quale potrebbe, ad esempio, rientrare in gioco il fondo F2i di Vito Gamberale, che ha acquisito il 28% dell'aeroporto di Torino (Sagat) e che al capoluogo piemontese potrebbe tornare a guardare con interesse.  «Ogni anno ha la sua croce» commenta il vicesindaco Tom De Alessandri.   Una croce che in termini economici quest'anno pesa 200 milioni di euro. Risorse da mettere in sicurezza per garantire il rispetto del Patto di stabilità, la riduzione dell'indebitamento e una quota da destinare agli investimenti. E se le partite su Reti e immobili sembrano, sulla carta, non dover incontrare grandi ostacoli, più indigeste per la maggioranza sono i capitoli tpl e newco parcheggi.   Tanto che una parte del Pd in aula, così come i due consiglieri di Sel, puntano i piedi per dire che, invece di cedere la maggioranza nella società di trasporto pubblico, si dovrebbe puntare a dismettere la partecipazione che Torino ha in Iren, attraverso Fsu, controllata al 50% con il Comune di Genova e che detiene il 33,3% della multiutility.   «Ma questa – sottolinea De Alessandri – non può essere una strada alternativa a Gtt, né per valore né per tempi tecnici di realizzazione».  Comunque gli advisor sono al lavoro per chiudere il cerchio sui quattro dossier.   Per la cessione di Gtt, comunque, si dovrebbe scegliere una procedura di «dialogo competitivo» e non più di gara classica, che renda possibile una trattativa tra Comune e possibile interlocutore, meno rigido, dunque, della soluzione adottata l'anno scorso e che aveva provocato polemiche da parte, ad esempio, degli anglo-tedeschi di Arriva, interessati all'acquisizione di Gtt ma pronti a far ricorso contro la procedura di gara.    Oggi sarà comunque una giornata chiave in consiglio, con all'ordine del giorno proprio il dibattito su statuto e governace di Iren e con il fronte della maggioranza attivo più che mai sul tema dismissioni.   «A questo punto – sottolinea Stefano Lorusso, capogruppo del Pd – abbiamo chiesto una verifica all'assessore al Bilancio del fabbisogno finanziario del Comune per quest'anno e questa mattina faremo una riunione di maggioranza con il sindaco Fassino per fare il punto della situazione.   Quella di Gtt è stata una faccenda gestita in maniera approssimativa, con una delibera di variazione dello statuto approvata a gara aperta. Vogliamo a questo punto una gestione chiara e condivisa del piano».
 

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