Asstra-Anav: accordo su Fondo sostegno reddito

Asstra-Anav: accordo su Fondo sostegno reddito

Per 116.500 autoferrotranvieri più tutele in caso di perdita lavoro

Le associazioni datoriali Asstra e Anav e i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Faisa Cisal, hanno firmato l’Accordo per la costituzione del “Fondo bilaterale di solidarietà per il sostegno del reddito del personale delle Aziende di trasporto pubblico” a cui si applica il Contratto collettivo nazionale degli autoferrotranvieri.   Quest’Accordo – informa una nota congiunta Asstra e Anav – mette fine ad una situazione che vedeva 116.500 autoferrotranvieri senza nessuna forma di tutela in caso di perdita del posto di lavoro. Con l’istituzione del Fondo di solidarietà gli addetti del settore del Trasporto pubblico locale, che dopo la riforma Fornero in caso di perdita del posto di lavoro avevano accesso alla sola Aspi, avranno la possibilità di avere un’integrazione del trattamento di disoccupazione in termini di importo e di durata che faciliti il raggiungimento dei requisiti pensionistici.   L’accordo raggiunto – informa la nota – ha evitato, tra l’altro, che il settore andasse a finire nel Fondo residuale, con il rischio concreto che a fronte degli stessi contributi economici a carico delle imprese e dei lavoratori non venissero garantite le medesime prestazioni. Il Fondo degli autoferrotranvieri, per i primi mesi in concorrenza con l’Aspi e successivamente da solo, garantirà per tre anni al lavoratore disoccupato un trattamento pari a circa 1.300 euro per i primi 18 mesi e 1.150 per i rimanenti 18 mesi. Il Fondo è autofinanziato dal settore con una quota dello 0,5 dello stipendio, coperta per i 2/3 dall’azienda e per 1/3 dal lavoratore.

“Un accordo che non esitiamo a definire storico – dichiarano Marcello Panettoni e Nicola Biscotti, rispettivamente presidenti di Asstra e Anav -. Finalmente, dopo lunghe rincorse e attese inutili della politica, abbiamo trovato l’intesa giusta con il sindacato e senza chiedere soldi allo stato, nonostante una congiuntura difficilissima, abbiamo dato una soluzione alla mancanza di un sistema valido di ammortizzatori sociali per gli oltre 116 mila lavoratori impegnati nelle nostre aziende a far muovere 15 milioni di cittadini ogni giorno”.   Gli effetti sul lavoro della situazione di crisi economica del Tpl – che ha visto una riduzione di oltre il 15 per cento negli ultimi tre anni delle risorse assegnate dalle regioni al funzionamento di bus, tram, metro, treni e autobus regionali – potrebbero mettere in pericolo, senza un recupero dei tagli effettuati alle risorse delle imprese, circa 8.500 dipendenti (oltre il 7 per cento del totale della forza lavoro del settore).   “Aziende e sindacati hanno dato prova in questa occasione che è possibile confrontarsi fuori dal solito gioco delle parti e affrontare insieme i problemi gravissimi, vecchi e nuovi, che ci troviamo di fronte. Il nostro auspicio è che tutti facciamo tesoro di questa esperienza di relazioni sindacali diverse. Ne avremo un gran bisogno nel prossimo futuro soprattutto se non si troveranno i 1,5 miliardi di euro che ancora mancano al Fondo nazionale trasporti”. Questo è il messaggio conclusivo di Panettoni e Biscotti. Il Fondo autoferrotranvieri è adesso in attesa che l’Inps ne formalizzi ufficialmente la nascita con apposito decreto.

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