Tpl, Seta e la sfida dei conti per servire il territorio

Tpl, Seta e la sfida dei conti per servire il territorio

Sfide future, dialogo con il sindacato, un ripensamento del passato e la voglia di poter dire la propria, senza allargare troppo il raggio di azione.

Sono tanti i temi legati alla mobilità, ai trasporti pubblici, alla viabilità e all'ambiente, temi emersi a Festareggio durante l'in contro "Le sfide della mobilità". Protagonisti, Filippo Allegra, amministratore delegato du Seta S.p.A. (l'azienda dei trasporti di Reggio Emilia, Modena e Piacenza), Paolo Gandolfi, parlamentare reggiano del Pd, componente della commissione Trasporti alla Camera dei Deputati ed ex assessore alla Mobilità di Reggio Emilia, e l'architetto Mariarosa Vittadini, docente dell'Università IUAV di Venezia e fra le principali curatrici del Piano urbano della mobilità di Reggio. Molta l'attenzione sul dibattito, che ha visto una conclusione vivace, con 40 minuti di domande da parte del pubblico, interessato a temi piuttosto specifici, dalla gestione degli autisti nel trasporto pubblico ad alcune scelte viarie del territorio reggiano. La mobilità è un tema dalle molte sfaccettature, che vanno dal locale al globale.   Con scadenze importanti, a livello europeo: «Entro il 2030 dovremo ridurre del 30% l'emissione di anidride carbonica, ed entro il 2050 ridurre del 70% il consumo dell'energia per il trasporto. Sono obiettivi impegnativi», ha ricordato l'architetto Vittadini. E questo, mentre le abitudini cambiano: «Negli ultimi anni, forse per la crisi, la mobilità è diminuita, in modo maggiore quella urbana, meno quella extraurbana. Ma la quota del trasporto pubblico non è cresciuta.   Forse vanno anche ripensate le politiche urbanistiche, i quartieri oggi sono sfilacciati, distanti, con un'idea di città più compatta tanti servizi andrebbero a migliorare», ha agg i u n t o. Filippo Allegra, amministratore delegato di Seta, ha parlato degli obiettivi dell'azienda dei trasporti. «Entro il 2014 dobbiamo arrivare al pareggio di bilancio, e prepararci per la gara del 2015, quando probabilmente in un pacchetto unico ci sarà il trasporto pubblico di Reggio Emilia e Modena. Non ci dimentichiamo però ovviamente della qualità dei servizi, e del rapporto con il personale.   Il dialogo è continuo, con i sindacati», ha affermato. Uno dei temi caldi è quello delle ditte sub-appaltatrici dei servizi: «Quando sono arrivato a Seta, ho notato che la percentuale di servizio esternalizzato è del 30%, una percentuale molto ampia, che vogliamo ridurre. Se ci sono le condizioni economiche per farlo, è chiaro. Poi, per tutelare i lavoratori, abbiamo fatto una scelta chiara quando a 2013 abbiamo rinnovato i sub-appalti: abbiamo chiesto che gli autisti delle vecchie aziende venissero tutti riassorbiti. A parte un singolo caso, tutti hanno accettato. Poi, noi chiediamo alle aziende sub-appaltatrici il rispetto delle condizioni di lavoro, e dei contratti, ma oltre certi limiti non possiamo andare».   Infine, Paolo Gandolfi, ora impegnato a Roma nella commissione Trasporti, che si è concentrato fra l'altro sulle dimensioni delle aziende del trasporto pubblico: «Da più parti, vi sono spinte per arrivare ad un'unica azienda regionale. Io personalmente credo che tutta questa fretta non ci sia, il piano aziendale di Seta è triennale, si esaurisce nel 2014, diventa difficile poter programmare, pensare al futuro, se già si inizia a parlare di altre inclusioni.   Per quanto riguarda Reggio, io credo che si debba continuare a lavorare attorno ai distretti, e a non considerare solo la città come punto di interesse e di attenzione. Vi sono zone che devono avere la loro centralità, anche a livello di trasporto pubblico, senza che tutto sia indirizzato e pensato verso la città». Nel finale, Gandolfi non si è sottratto alla discussione con alcuni cittadini, ribadendo però che «le singole scelte possono essere condivisibili o meno, questo è ovvio, però finché ci si ferma a pensare sempre alla propria esigenza particolare, senza concentrarsi sul quadro più ampio, diventa difficile andare avanti» .

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