Beltrame: “I 20 cent in più del biglietto digitale raccontano un Italia che non cambia”

Beltrame: “I 20 cent in più del biglietto digitale raccontano un Italia che non cambia”

"A volte ci imbattiamo in storie che sono il paradigma di un’Italia con scarsa cultura verso l’innovazione digitale e che fatica a capire che la sua attuazione può portare a benefici per tutti (e non per pochi)"

Dal blog Che Futuro! promosso dal Sole 24 ore riportiamo l'opinione di Alessio Beltrame, assessore della provincia di Prato sull’Italia che guarda all’innovazione digitale.   Voglio raccontarvi quello che sta succedendo nel mondo del trasporto pubblico locale ed in particolare la risposta che in Italia viene data al tema della bigliettazione elettronica o biglietto digitale.   A fine 2012 fu emanato dal Governo il Decreto crescita 2.0 che al comma 3 recitava “[…] tenuto conto del carattere di pubblica utilità del servizio ed al fine di assicurarne la massima diffusione, le aziende di trasporto di cui al comma 1 e le amministrazioni interessate, anche in deroga alle normative di settore, consentono l’utilizzo della bigliettazione elettronica attraverso strumenti di pagamento in mobilità, anche attraverso l’addebito diretto su credito telefonico e nel rispetto del limite di spesa per ciascun biglietto acquistato, previsto dalle vigenti disposizioni, tramite qualsiasi dispositivo di telecomunicazione”.   Nell’ultimo anno diverse amministrazioni ed aziende di trasporti in Italia hanno portato avanti questo invito introducendo la modalità di bigliettazione elettronica. Molte sono le aziende di trasporto che hanno lanciato il pagamento via sms con addebito sul credito telefonico. Ho fatto una breve ricerca e tale servizio viene fornito in molte città da una stessa società (Netsize) in collaborazione con i principali operatori telefonici.   L’ultima in ordine cronologico ad adottare la soluzione è stata la cap di Prato, la mia città, dove il sistema è attivo da qualche giorno, fra qualche critica emersa sulla stampa locale, perché il biglietto via sms, a fronte del costo del biglietto ordinario di 1,20 euro, è messo in vendita a 1,40 euro più il costo dell’invio dell’sms.   Insomma è stata introdotta una innovazione con il disincentivo.   L’azienda di trasporto pratese sostiene che ci sia un problema di sostenibilità economica, con il sovrapprezzo che serve a coprire il costo del servizio, e che tale modalità viene vista come una mera alternativa all’acquisto a bordo per chi si sia dimenticato di acquistare il biglietto cartaceo E’ una risposta, ma non è una risposta soddisfacente, per vari motivi.   Fino a qualche anno fa il pagamento via sms con ricarica sul credito telefonico era probabilmente una via obbligata, e come in tutte le vie obbligate devi sottostare ai costi che ti vengono imposti dagli operatori, ma oggi, con la diffusione degli smartphone si sono aperte altre possibilità tecnologicamente più avanzate che possono utilizzare altri canali di pagamento, che, con questi numeri, hanno indubbiamente costi inferiori.   Colpisce poi come la bigliettazione elettronica non venga letta come un investimento per incentivare l’uso del mezzo pubblico ed un aumento dei passeggeri, portando ad un ritorno sia in termini di ricavi, sia di riduzioni di costi per la gestione e vendita del biglietto cartaceo (a Firenze dove la bigliettazione elettronica è presente da qualche anno il 25% dei biglietti viene acquistato vis sms).   Il problema come dicevo non è solo di Prato. Diverse città in Italia hanno adottato lo stesso sistema di pagamento elettronico (Savona, Genova, Pisa, Bari, Firenze, Padova per citarne alcune). Nella maggior parte dei casi aumentando il costo del biglietto. Non è dato sapere con esattezza chi ci guadagni di più, se l’azienda di trasporto o il gestore del servizio, ma è chiaro chi ci rimette, il cittadino e l’Italia che fatica a capire come l’innovazione digitale possa migliorare la società.

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