Le priorità: pagamento scuolabus, acquisto mezzi con fondi Cipe e ricapitalizzazione
L'Azienda non è in grado di garantire il trasporto degli studenti senza un intervento Eleonora Delfino Chiedono l'intervento della Prefettura per avere gli strumenti con cui garantire il servizio di trasporto agli studenti, alla città. Alla vigilia dell'inizio dell'anno scolastico il servizio scuolabus rimane un incognita. Alla luce della situazione del parco mezzi l'Atam non è in grado di garantire un servizio che i genitori hanno già pagato nel mese di giugno. Del resto ogni giorno è una corsa a ostacoli per cercare di coprire tra tanti buchi i servizi di linea. Anche l'ordinario diventa straordinario nella situazione che l'Azienda sta vivendo. I rappresentanti dei lavoratori delle segreterie provinciali e delle rsa Filt-Cgil, (Pasquale Laganà, Pasquale Foti), della Fit-Cisl (Giuseppe Larizza e Bruno Caridi), Uiltrasporti (Pietro Palmisano, Francesco Gangemi) lanciano un appello alla Prefettura indicano le priorità dell ' Azienda. Tre punti chiave: pagamento dei servizi del trasporto scolastico da parte del Comune; acquisto di nuovi autobus per il rinnovo del parco; integrazione del capitale sociale aziendale. Tre step che però sono propedeutici alla certificazione dei crediti da parte della Regione. Documento che l'assessore regionale ai trasporti, Luigi Fedele ha assicurato che verrà fornito all ' Azienda entro la fine di settembre. La vita dell'azienda è segnata da scadenze precise. Intanto si deve definire la questione scuolabus, servizio che l'Atam svolge dal 2004, mediante affidamento con contratto di servizio, a fronte di un corrispettivo annuo di 1 milione e 95 mila euro. Ma dell ' ultimo anno scolastico non sono state corrisposte le ultime due rate (mancano 874 mila euro), il Comune ritiene di compensare questo debito con un precedente credito del 2008 nei confronti dell'Atam. Una scelta che i sindacati definiscono «impropria, così si espone l ' Azienda a dover anticipare le spese per i servizi effettuati». Operazione «comunque non compatibile con il regime di concordato in corso». Un'eventuale disdetta del servizio è impensabile «produrrebbe un impatto sociale pesantissimo, trattandosi di un servizio per le famiglie meno abbienti». Il secondo passaggio è dedicato all ' acquisto di nuovi bus. A questo proposito i rappresentanti delle tre sigle tuonano: «Giace da tempo agli uffici regionali del Nucleo di valutazione di Catanzaro una pratica concernente un investimento di 122 milioni di euro (dei fondi Cipe) per il sistema della mobilità nella città. In questo ambito è previsto un investimento di 4,2 milioni di euro, risorse che consentirebbero l ' acquisto di 21 nuovi autobus per il potenziamento del parco. L'iter avviato nel 2009 non è stato ancora completato per via di difficoltà di comunicazione tecnico-burocratico tra il competente ufficio comunale ai Lavori pubblici e l ' ufficio regionale». Insomma un rimbalzo di responsabilità «mentre c ' è il fondato rischio di vedere sottratte dal Governo nazionale queste risorse se non si ultima l ' iter burocratico entro il 31 dicembre». E sarebbe un " sacrilegio " «dato lo stato di usura ed obsolescenza del parco mezzi di Atam, aggravatosi per via delle precarie condizioni della rete viaria cittadina». L'ultimo punto è centrato su una vicenda non nuova ma urgente: l'integrazione del capitale sociale aziendale. «In più occasioni abbiamo posto al Comune, socio unico e proprietario dell'Atam la necessità di prevedere la ricapitalizzazione, anche mediante la cessione di valori immobiliari disponibili nel patrimonio comunale. Richiesta più volte formulata. Il provvedimento si rende necessario da subito per poter compensare il cospicuo abbattimento dei crediti iscritti in bilancio verso la Regione, evitando la perdita complessiva del capitale sociale». Rivendicano il loro ruolo queste sigle sindacali «abbiamo consentito con grande senso di responsabilità di far affrontare all ' azienda la complessa procedura del concordato in bianco». Oggi «sotto il profilo economico si tratta di un ' azienda risanata che non può affrontare da sola il debito pregresso dovuto prevalentemente alle mancate-ridotte-ritardate compensazioni pubbliche dei servizi effettuati»