«Mentre degrado e illegalità avanzano, l'assessore Improta, sovrano assoluto dell'abusivismo, piegato davanti alla potente lobby degli autonoleggiatori abusivi, ignora sistematicamente le norme in vigore, facendo dilagare ogni forma di sopruso
«Mentre degrado e illegalità avanzano, l'assessore Improta, sovrano assoluto dell'abusivismo, piegato davanti alla potente lobby degli autonoleggiatori abusivi, ignora sistematicamente le norme in vigore, facendo dilagare ogni forma di sopruso nel settore del trasporto pubblico non di linea». Così in un comunicato le strutture sindacali Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Fit Cisl taxi, Uil trasporti taxi, Anar – autonoleggiatori romani e Anaf – autonoleggiatori Fiumicino. – «Dilaga il fenomeno della dazione ambientale tra portieri di molte strutture alberghiere e noleggiatori, lo sfruttamento incontrollato della manodopera, il lavoro nero, l'evasione fiscale e contributiva, la magistratura inquisisce numerosi amministratori locali e dispone il sequestro di molte autorizzazioni che sono state rilasciate e/o agiscono irregolarmente – prosegue la nota – »e davanti a questo inquietante scenario, l'assessore Improta lavora ad una mega sanatoria dell'illegalità presente nel settore del noleggio da rimessa, sotto la spinta della potente corporazione dei conducenti abusivi di autonoleggio, ignorando la grave situazione nella quale hanno precipitato i lavoratori regolari del comparto taxi«. »In piccolo, questa triste storia dimostra le ragioni della scarsa considerazione di cui gode il nostro paese in sede internazionale – conclude il comunicato – dove le persone oneste sono puntualmente offese dalla sistematica violazione delle leggi da parte dei soliti furbi, che trovano subito una sponda amica in ignavi amministratori e squallidi politici: noi, ci opporremo con tutte le nostre forze a questa vergognosa ipotesi«. Giovanni Maggioli del sindacato Unica Filt-Cgil spiega perchè le auto a noleggio creano potenziali clienti per i conducenti di taxi «Il car sharing favorisce anche i tassisti». A dirlo è Giovanni Maggioli del sindacato Unica Filt-Cgil, che rappresenta gli interessi dei conducenti di taxi milanesi. Un’affermazione che sembra andare contro gli interessi delle circa 5300 “auto bianche” che si spostano nel capoluogo lombardo ma che, invece, concentra l’attenzione sulla scelta di molti cittadini di vendere la propria auto di proprietà, diventando così possibili acquirenti. Il boom del car sharing a Milano, da ottobre 2013, ha fatto registrare numeri importanti, soprattutto dopo l’entrata in gioco delle aziende private e del servizio di free floating che permette a chi utilizza l’auto di parcheggiarla gratuitamente in qualsiasi posteggio autorizzato. Un successo che ha penalizzato, inizialmente, anche i tassisti che, però, sembrano accogliere positivamente la novità. «Sicuramente abbiamo subito un calo iniziale della domanda – spiega Maggioli –, ma a lungo termine il car sharing potrebbe veramente favorire la categoria». Il ragionamento è lo stesso che porta i conducenti dei taxi a vedere di buon occhio, a differenza di quello che si può pensare, anche i mezzi pubblici: «Come i bus, la metro e i tram, anche il car sharing contribuisce a diffondere un modo di spostarsi che prende sempre meno in considerazione l’opzione dell’ auto di proprietà. In molti, infatti, stanno vendendo i propri mezzi di trasporto personali per utilizzare solo quelli pubblici o il car sharing. In questo modo si creano, anche per noi, nuovi potenziali clienti». Se gli si ricorda che le tariffe delle auto di Enjoy, Car2Go, Twist, E-Vai e GuidaMi sono molto più convenienti di quelle dei taxi, Maggioli confessa di non essere affatto preoccupato: «Innanzitutto – spiega – quelle di cui si può usufruire adesso sono tariffe di lancio dei servizi. Il Comune e l’assessore ai trasporti, Pierfrancesco Maran, hanno deciso di sposare questa strategia, anche giustamente, per lanciare questa importante novità. È impensabile, però, che si continui a fare sconti a queste aziende che, ricordo, hanno dietro delle multinazionali. Un’auto che offre servizio di car sharing ha un costo medio annuo di circa 1100 euro. Se si tiene conto che queste permettono di entrare liberamente nell’area C e di sostare gratuitamente anche nei parcheggi a pagamento si intuisce che il Comune ci rimette molti soldi e che 1100 euro sono veramente pochi. Quindi credo che queste tariffe verranno presto riviste». Maggioli aggiunge che, a suo parere, vale la pena ricordare la differenza nella qualità del servizio tra il taxi e il car sharing. "Un conto – conclude – è raggiungere a piedi un'auto che dovrai guidare e, se hai bagagli con te, caricare, un altro, invece, ricevere il servizio offerto dai tassisti milanesi. Noi abbiamo una clientela che si divide in due tipi. Il primo è rappresentato da quelle persone che, per comodità e possibilità economiche, utilizzano il taxi abitualmente. Questo tipo di cliente non lo perderemo comunque, perché non è interessato alla convenienza del servizio, ma alla comodità. La seconda tipologia è quella di chi usufruisce del servizio in occasioni particolari, tipo una corsa in stazione o in aeroporto, oppure per raggiungere un posto velocemente. Per questo il car sharing ci aiuta: toglie dalla strada un sacco di mezzi che ci tengono spesso imbottigliati nel traffico, peggiorando il servizio e rendendolo più costoso".

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