Lo scienziato Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club, intervistato nei giorni scorsi dal quotidiano "La Repubblica" parla del futuro della mobilità.
I dati Ispra i indicano che più dell'80 per cento degli abitanti delle città respirano una quantità di polveri sottili superiore ai limiti indicati dall'Oms nonostante in questi ultimi anni sia cresciuta la sensibilità ambientale nelle persone e, con essa, l'abitudine a ricorrere a mezzi di trasporto meno inquinanti. E tuttavia lo smog, e il livello delle polveri sottili non diminuisce.
Nell'intervista pubblicata lo scorso 6 gennaio dal quotidiano "La Repubblica", Gianni Silvestrini, scienziato italiano che dal 1977 al 1996 ha svolto l'attività di ricercatore presso l'Università di Palermo e il CNR nel campo delle fonti rinnovabili, ell'efficienza energetica e delle politiche energetiche e che nel 2000 come direttore generale del ministero dell'Ambiente lanciò il car sharing, parla delle misure necessarie per far tornare a respirare gli abitanti delle città soffocate dallo smog.. Clickmobility riporta alcune delle dichiarazioni pubblicate dal quotidiano romano: La Repubblica: "Perché lo smog non diminuisce?" Silvestrini: «Perché i comportamenti virtuosi dei singoli si moltiplicano sia nel campo dei trasporti che in quello dell'edilizia, che sono i due nodi da sciogliere. Ma il sistema italiano è appesantito dalla burocrazia e spesso reagisce in ritardo. Prendiamo ad esempio l'auto elettrica. Nel 2016 in Europa ha coperto l'1,6 per cento delle vendite e in Norvegia è arrivata a un picco di oltre il 30 per cento. In Italia siamo fermi all'1 per mille e i 50 milioni di euro stanziati nel 2012 per le stazioni di ricarica non sono stati spesi. In queste condizioni le aziende frenano, gli investimenti per l'innovazione si spengono». La Repubblica: "Cosa servirebbe?" Silvestrini: «Indicazioni chiare per orientare le case automobilistiche che sono disponibili al cambiamento, ma scelgono i paesi più adatti per cominciare. In Germania il Parlamento dei Land ha approvato una mozione rivolta al governo nazionale e all'Unione europea per chiedere che dal 2030 si usino solo veicoli elettrici. E i sindaci di Parigi, Madrid, Atene e Città del Messico hanno deciso di proibire i diesel nel centro città dal 2025. Tutti segnali che vanno nella stessa direzione. Abbinando l'aumento dei veicoli elettrici al carsharing, che ha superato i 7 milioni di utenti su scala globale, e alle auto che si guidano da sole, si otterrà una rivoluzione della mobilità che decongestionerà gli spazi urbani: si potrà dimezzare il numero delle macchine e liberare tra il 10 e il 15 per cento delle superfici stradali grazie alla drastica riduzione delle esigenze di parcheggio. Oggi un'auto sta ferma in media per 23 ore, con il nuovo sistema ci saranno meno veicoli che si muoveranno in continuazione». La Repubblica: "E per gli altri tipi di spostamento cosa succederà?" Silvestrini: «L'uso delle bici sta aumentando in tutto il mondo. In Cina, dopo una drastica riduzione, stanno crescendo di nuovo e quelle elettriche sono arrivate a 200 milioni. In Olanda più di uno spostamento su tre avviene in bicicletta, a Copenaghen si muove più gente sulle due ruote che in auto. E da uno studio della Commissione europea risulta che il 73 per cento degli intervistati chiede di dare alle bici un trattamento preferenziale rispetto alle auto». La Repubblica: "La rivoluzione dei trasporti basterà a sconfiggere lo smog?" Silvestrini: «È una parte della soluzione. L'altra questione fondamentale sono gli edifici che in Europa sono responsabili dell'emissione di una quantità di polveri due o tre volte superiore rispetto ai trasporti. Su questo fronte in Italia non siamo messi bene: il 56 per cento delle case è in classe energetica G, la peggiore, mentre solo il 2 per cento è in A».