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Napoli: Anm, l’amministratore Ramaglia getta la spugna

Napoli: Anm, l’amministratore Ramaglia getta la spugna

Dopo sei anni alla guida l'amministratore unico non ripresenta la candidatura. "Non ci sono le condizioni".

"Comune e Regione non dialogano, c'è una spaccatura nel mondo sindacale e, soprattutto, mancano i fondi». Sembra l'epitaffio scelto da Alberto Ramaglia, amministratore unico di Anm, per chiudere la sua avventura alla guida dell'azienda di trasporti napoletana.   Ieri si sono chiusi i termini per la presentazione delle candidature pubblicati sul sito dell'azienda ma Ramaglia ha preferito non ripresentare la propria candidatura: "non ci sono le condizioni per risanare l'azienda. Vado via. Sono amareggiato, profondamente dispiaciuto, mortificato dalle lettere degli utenti che ogni giorno segnalano disservizi, che io non sono in grado di risolvere. Eppure il bilancio del mio lavoro è positivo». Queste le conclusioni dall'amministratore unico pubblicate dall'edizione locale del quotidiano "La Repubblica" di sabato 6 maggio.   Nell'intervista concessa Ramaglia parla apertamente di inadeguatezza del piano industriale di rilancio dell'azienda, di necessità di reperire fondi per ammodernare una delle flotte circolanti più vecchie d'Italia costretta invece a fare fronte al taglio dei trasferimenti di Palazzo San Giacomo (meno 13 milioni rispetto al 2014).   Davanti a un quadro di profonda incertezza sul futuro di Anm, all'impossibilità di poter risolvere i gravi problemi che attanagliano l'azienda per mancanza di risorse, Ramaglia preferisce farsi da parte; al nuovo amministratore il compito di rimettere in piedi Anm.

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