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Roma: Atac, il Tar conferma la multa di 3.6 milioni comminata dall’Antitrust

Roma: Atac, il Tar conferma la multa di 3.6 milioni comminata dall’Antitrust

I giudici del Tar del Lazio hanno respinto il ricorso della municipalizzata capitolina. L'Atac dovrà pagare una multa di 3.6 milioni comminata dall'Antitrust lo scorso agosto per i continui disservizi su alcune tratte gestite dall'azienda di Via Prenestina.

Piove sul bagnato e, a considerare lo stato di salute dei conti di Atac, la multa di 3,6 milioni comminata la scorsa estate dall'Antitrast e confermata ieri dal Tar del Lazio, è molto più che una doccia gelata.     La multa era stata elevata dall'Autority in seguito alle continue interruzioni delle corse sulle tratte Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma-Viterbo e per la scarsa trasparenza sugli orari comunicati ai passeggeri sul web. In seguito alla sanzione l'Atac aveva fatto ricorso al Tar confidando nell'annullamento della multa. Speranze andate in fumo dopo la decisione di ieri dei giudici amministrativi.      Il Tar, respingendo il ricorso di Via Prenestina, ha scritto nel dispositivo che le indagini condotte dall'Antitrust  "hanno mostrato come l'azienda abbia costantemente e sistematicamente disatteso l'orario ufficiale riportante le corse programmate, riducendo in modo rilevante e sostanziale l'offerta del servizio, così generando gravi disagi all'utenza in termini di ritardi e affollamento delle vetture e, conseguentemente ingannando i consumatori circa gli orari e la frequenza del passaggio dei treni. Alterando perciò la loro libera e consapevole scelta economica sulle modalità di trasporto da utilizzare».      E ancora: "Il provvedimento sanzionatorio – si legge nel dispositivo – contiene una sufficiente e congrua motivazione a suffragio della determinazione della sanzione, tenendo conto dell'importanza dell'operatore sul mercato, del peso rivestito nel contesto sociale, con particolare riguardo al numero di utenti a cui è diretta l'attività svolta, della gravità della violazione, nonché della sua durata (dal 2010 al 2016)".     La parola passa ora ai vertici di Atac che stanno valutando l'opportunità di ricorrere al Consiglio di Stato nella speranza di veder ribaltato il verdetto.

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